“In primo luogo, forse un po’ bizzarramente, trovo il risultato [delle elezioni italiane] eccitante, perché a me pare che un Paese il cui Pil non è sostanzialmente cambiato da quando iniziò l’unione monetaria nel 1999 necessiti di grandi cambiamenti. Forse che il risultato elettorale e in particolare il voto di massa al Movimento 5 Stelle sia il segnale che sta iniziando qualcosa di nuovo? In secondo luogo, per l’elite italiana e per i “centri di potere” europei, in particolare Berlino e Francoforte, questi risultati sono quasi un incubo. In effetti mettono in discussione diversi aspetti dello status quo, compresa l’idea molto diffusa in quei circoli che la riduzione del debito fine a se stessa sia non solo una giusta causa…”. (J. O’Neill)
Jim O’Neill è, ancora per poche settimane, presidente di Goldman Sachs Asset Management. Un signore che ha trascorso decenni in Goldman (suo il copyright sull’acronimo BRIC), che non definirei estranea ai “centri di potere” di ogni dove. O’Neill tende a vedere in ogni circostanza il bicchiere (mezzo) pieno, per cui anche nel caso delle elezioni italiane prova ad andare controcorrente.
Nonostante Goldman Sachs sia stata tra i principali sostenitori di Monti durante il governo tecnico e anche in campagna elettorale, pare che a O’Neill non dispiaccia l’affermazione di Grillo. Questo si concilia con il suo essere contro il rigore fiscale all’europea, peraltro erroneamente definito “austerità” anche se affinché ci sia austerità è necessario che lo Stato si metta a dieta, cosa che per lo più non sta avvenendo nel Vecchio continente.
Dubito che O’Neill conosca le proposte del M5S sulle questioni economiche e sulla finanza pubblica; proposte che, mixando il peggio di ecologismo, solidarismo coattivo e statalismo, condurrebbero l’Italia dritta al default o alla (definitiva) tirannia fiscale, essendo il taglio dei costi della politica – peraltro sacrosanto – la unica ipotetica fonte di riduzione della spesa pubblica.
L’idea di O’Neill che non sia necessario ridurre il debito, bensì occorra dare priorità alla crescita (un mantra tipicamente keynesiano), credo parta da un’impostazione teorica errata, e per di più non sia applicabile all’Italia. L’errore è ritenere che la riduzione del debito coincida per forza con la recessione. Si tratta di un possibile effetto di breve periodo, ma credo sia dovuto per lo più al fatto che si utilizzino gli strumenti sbagliati per ottenere la riduzione del debito.
In un’economia che non cresce più da tempo perché caratterizzata da troppa rigidità e da una pressione fiscale che ha continuato inutilmente a rincorrere la spesa pubblica, sarebbe necessario invertire il senso di marcia. Maggiore flessibilità e riduzioni di spesa, oltre che della tassazione. Solo se la riduzione di spesa è superiore alla riduzione del gettito fiscale, tra l’altro, si può intaccare il debito. Quanto alla crescita economica, dovrebbe essere ormai chiaro che non la si fa con il deficit. Altrimenti il Giappone dovrebbe sperimentare crescite stellari, mentre l’unica cosa che è cresciuta negli ultimi 20 anni è il debito pubblico.
Resta il fatto che con uno stock di debito di 2000 miliardi di euro è necessario procedere anche ad ampie dismissioni di patrimonio pubblico. Chi invoca difficoltà tecniche o momenti di mercato che comporterebbero svendite, a mio parere cerca solo un alibi per non fare nulla. Credo che non sia più possibile temporeggiare su questo tema continuando a tamponare le falle del bilancio con un aumento della pressione fiscale come si è fatto finora.
Credo anche, però, che Grillo e i suoi internauti siano tutto tranne che la soluzione ai problemi dell’Italia.
Anch’io credo che l’Ad di Goldmamn Sachs abbia letto e capito fin troppo bene il programma di Grillo, apparentemente eversivo ma di fatto funzionale al sistema bancario che regge il mondo vi:si parla di nazionalizzazione delle banche e altre simili amenità, sulla linea del più vieto socialismo alla Mitterrand, ma non vi si spende una parola sulle aberrazioni del corso foirzoso, della riserva frazionaria,del banchiere centrale come prestatore di ultima istanza e dominus dei tassi d’interesse, cioè sul vero cancro dell’assetto economico mondiale: che gli ideologi alla Guido Rossi(“il mondo è cieco, e tu vien ben da lui, gli si potrebbe obiettare con Dantre)bollano come selvaggiamente liberista, mentre in realtà rimane turpemente socialista. Non mi risulta che il sig. O’ Neill abbia mai fatto apprezzamenti elogiativi a proposito del programma di Ron Paul:e ne aveva ben d’onde…
Quindi cosa bisognerebbe fare:tagliare tutte le spese sociali mandando a morire poveri e ceto medio,e aumentando quelle militari x la “sicurezza” dell’elitè economica e della casta politica,oppure non sarebbe meglio tagliare radicalmente i costi della politica,e delle altre caste come quelle giornalistiche,mediche,burocratiche,militari ecc(e quando dico radicalmente intendo radicalmente)mandarci a casa tutti i parassiti terroristi della NATO che con i nostri soldi ci avvelenano,ci uccidono,ci violentano,ci espropriano con le loro fottute basi e con la loro criminale ignoranza e violenza,non finanziare le missioni di guerra e i parassiti(i vertici che vivono alle nostre spalle)che vanno a combatterla o che la ordinano,pretendere la restituzione di tutti i soldi rubati illegalmente dalla casta politica,dalle banche e collegati,a cominciare dai rimborsi elettorali illegali dal 1993,tutte le guerre(illegali secondo l’art 11)la corruzione e si potrebbe continuare all’infinito.I soldi ci sono,solo secondo i PARASSITI che hanno truffato,speculato e rubato alle nostre tasche non ci sono,ma ora è finita:i parassiti ci devono ridare tutti i soldi che ci hanno rubato.Qundi politicanti,banchieri,industriali sovvenzionati o truffatori,sindacalisti collusi,militari e altri membri delle criminalità organizzata ridate tutto quello che avete rubato e non rubate più alle tasche nostre!
Tendo naturalmente a diffidare di chicchessia e massime della Goldman Sachs. Cosa può legittimare l’affermazione del Sig. O’Neill? E’ semplice: l’attuazione del programma di Grillo – e di qualunque programma intenda attuare ricette più o meno keynesiane – destina l’Italia al definitivo sfascio economico. Quale migliore occasione per un protagonista della scena finanziaria internazionale come Goldman Sachs per: – vendere allo scoperto titoli del debito pubblico italiano, – piazzare scommesse e derivati sullo sviluppo dello spread o di altri indicatori economici, – acquistare i pezzi migliori dell’economia italiana a prezzi da vendita fallimentare … Devo continuare?
Credo, quindi, che il Signor O’Neill abbia letto benissimo il programma di Grillo e sappia esattamente cosa sta dicendo. L’Italia mi sembra l’animale moribondo sul quale volteggiano gli avvoltoi pregustando il banchetto.
il 26 febbraio di questo anno, su questo sito, mi pare che un articolo affermasse che Grillo doveva smascherare il PD. Più o meno veniva dato come una sorta di salvatore della patria e di iniziatore di una nuova linea politica. Adesso invece? Indietro tutta?!