“Qualcuno aveva ipotizzato un risultato leggermente migliore ma io sono molto soddisfatto”. (M. Monti)
Così si è espresso Mario Monti, commentando l’esito delle elezioni. A me non sembra che si tratti di risultati così soddisfacenti, dato che neppure in Lombardia si è lontanamente avvicinato a quel 15 per cento che gli veniva quasi prudenzialmente attribuito da più parti. Tra l’altro, mentre pronunciava queste parole, la postura e il tono di voce erano eloquentemente più cadaverici del solito.
Dietro questo risultato che lui dichiara ritenere “molto soddisfacente”, credo ci siano una serie di errori enormi, che né lui, né i suoi numerosi sponsor internazionali hanno saputo evitare. In primo luogo, la scelta di imbarcare due giovani (i cinquantenni sono considerati tali in Italia) dinosauri della politica italiana, come Fini e Casini, da trent’anni titolari di un seggio in Parlamento ed evidentemente ormai graditi a un numero di elettori che va poco più in là della ristretta cerchia di familiari e amici. Certamente non graditi a quel pubblico liberale a cui Monti pareva volersi rivolgere.
In secondo luogo, il voler spacciare come proposta liberale (ancorché nella ossimorosa versione dell’economia sociale di mercato, una sorta di terza via in salsa tedesca che all’atto pratico finisce per pendere più verso il socialismo che verso il liberalismo) un programma fatto sì di rigore, che resta comunque a mio avviso necessario, ma senza che vi fosse una chiara prospettiva di ridimensionamento della spesa pubblica e della pressione fiscale. Cosa di cui l’Italia ha estremo bisogno, e che Monti si è ben guardato dal mettere in pratica durante i mesi in cui ha governato. Tutti coloro che, dall’estero, si sono affrettati a sostenere che gli italiani hanno rigettato l’austerity avranno pure in parte ragione (altrimenti Berlusconi e Grillo non avrebbero, messi assieme, il 45 per cento), ma dovrebbero forse riflettere sul fatto che il rigore nei conti pubblici non lo si ottiene solo tassando, ma soprattutto riducendo la spesa e le dimensioni dell’apparato statale. D’altra parte si fa presto a essere montiani quando si pagano le tasse in Paesi con 10-20 punti di pressione fiscale effettiva in meno.
Last, but not least, voglio sperare che Monti avesse concordato con il guru della campagna elettorale di Obama un compenso legato ai risultati.
Altrimenti oltre al danno subirebbe la beffa.
@Andrea : tranquillo. E’ sempre un morto che cammina. La percentuale si applica ai passi che gli sono rimasti da fare.
Un attimo … ha preso il 10% però quel dato è da depurare. Va diviso per il numero di vontanti, non ha preso il 10% degli aventi diritto ma il 10% di chi ha votato realmente. Per cui la percentuale vera è pari al 7.5%
Soddisfatto sarebbe chiunque, con un vitalizio da senatore a vita !!! Adesso che il papa si è dimesso, e che quindi un “regno” come la chiesa si arrende al fattore tempo. Solo la repubblica italiana ha ancora cariche a vita.
Monti è soddisfatto ma inconsapevole della cosa più importante : da chi dipende la sua stessa vita. Il giorno che lo scopre, sarà solo sconvolto.
La soddisfazione di vedere Fini fuori dal parlamento è grande. Forse una lode, quindi, il cadaverico professore (?) la merita. Ciò che inquieta è che il vecchio e nobile appellativo di liberale sia stato indegnamente accostato a Monti che con la libertà credo non abbia veramente nulla a che spartire. La farsa italiana ci ha dato qualche minuto di ilarità. Resta il fatto, però, che nessuno degli eletti abbia alcuna intenzione di ridurre la mastodontica spesa pubblica. Tutti, chi più chi meno, proseguono allegramente sulla strada della spoliazione di chi lavora e produce a beneficio di un orrido apparato di parassiti e raccomandati. Primo fra tutti proprio Grillo con la folle idea del reddito di cittadinanza. Ne vedremo delle belle e la nostra già esigua sfera di libertà sarà destinata ad essere ancora ridotta. Specie se, come è probabile, il cavaliere e lo smacchiatore di giaguari faranno una grande intesa, nell’interesse della patria, s’intende, magari propinandoci nuovamente il cadaverico professore quale primo ministro. O tempora o mores!
E’ una dichiarazione in perfetto stile democristiano, ..infatti non poteva non allearsi con gli altri impresentabili dell’UDC e FLI,.. e proprio per questo dobbiamo ringraziarlo per avere èurtroppo ancora un certo numero di UDC in parlamernto.
Evidentemente agli italiani non è ancora sufficiente il disastro combinato da questi ……