Putin non è il solo che si sta preoccupando per le sorti del dollaro statunitense. Tutti coloro che non nascondono la testa sotto la sabbia possono capire come la strategia dello zio Ben è nel lungo termine autodistruttiva. Lo zio Mario non ci crede, ma lui è pagato per dire due fregnacce qualora gli dovesse capitare di dire una cosa sensata dal punto di vista economico. Oh aspettate, come si fa a parlare “male” di chi ti sta salvando le chiappe? Non solo, ma secondo il Dipartimento del Tesoro USA la FED è pronta ad acquistare il 75% delle nuove emissioni di debito del governo a 30 anni. Yikes! Questa non è più manipolazione ma un imbroglio su scala globale. E come ciliegina sulla torta ci mettiamo anche la reflazione della bolla immobiliare, gentilmente concessa dalla quantità abnorme di cifre informatiche e carta straccia partorite dalla mente in subbuglio dello zio Ben. Certo, certo, anche l’S&P 500 che è ai massimi da cinque anni… sorpresa sorpresa, proprio quando scoppiò i lcasino immobiliare e finanziario negli USA, e adesso a Maggio torna la questione del tetto del debito. Bohener è a un passo dal farsi rinchiudere, non riesce a reggere la tensione, e quindi Obama se ne va nei campi spargendo scialismo d’accatto con piani strambi che farebbero rivoltare nella tomba Jefferson e compagnia al seguito. Purtroppo Ron Paul è andato in pensione e Rand Paul non riesce a superare nemmeno il carisma di un manico di scopa…
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da Zerohedge
La Cina è stata un’acquirente d’oro molto attiva negli ultimi anni, come abbiamo ampiamente trattato qui e qui, ma un’altra nazione ha assunto il ruolo di “grande” acquirente (per gli stessi motivi della Cina).
Le banche centrali di tutto il mondo hanno stampato denaro per uscire dalla crisi finanziaria globale, e come riporta Bloomberg, i dati del FMI mostrano che negli ultimi dieci anni la Russia ha aggiunto alle sue riserve auree altre 570 tonnellate. I timori di Putin, secondo cui “gli Stati Uniti possono mettere in pericolo l’economia globale abusando del loro monopolio sul dollaro,” sono chiaramente presi sul serio poiché il più grande produttore di petrolio del mondo è intento a trasformare l’oro nero in hard asset. Un deputato nel partito di Putin ha osservato che “più un paese ha oro, più avrà sovranità in caso di cataclisma del dollaro, dell’euro, della sterlina o di qualsiasi altra valuta di riserva.”
La strategia di Putin è in sintonia con il suo programma statalista di nazionalismo delle risorse, come fa notare Bloomberg quando nel 1998 una Russia in bancarotta doveva sganciare 28 barili di petrolio per comprare un’oncia d’oro, erano 11.5 barili quando Putin è salito al potere e sono scesi a 6.5 barili (meno della metà di adesso) quando nel 2005 ha detto alla banca centrale di acquistarne a tutto spiano.
La Russia ha già attraversato periodi di accumulo — dallo zar Alessandro II nel 1867, passando per Lenin, fino ad ora dove a più di cinque anni dalla fine del mandato di Putin la Russia prevede di continuare ad acquistarne — “Il ritmo sarà determinato dal mercato,” ha affermato il Vice Presidente Alexei Ulyukayev in un’intervista a Davos, Svizzera, il 25 Gennaio. “Se accelerare o rallentare sarà una decisione del mercato e non ho intenzione di parlarne.”
Putin Scambia l’Oro Nero per i Lingotti e la Russia ne Compra a Tutto Spiano
Quando Vladimir Putin dice che gli Stati Uniti stanno mettendo in pericolo l’economia globale abusando del loro monopolio sul dollaro, non lo sta dicendo solo per dire. La sua è una scommessa.
Non solo Putin ha reso la Russia il più grande produttore mondiale di petrolio, l’ha anche resa il maggiore acquirente d’oro. La banca centrale è entrata in possesso di 570 tonnellate di tal metallo negli ultimi dieci anni, un quarto più della Cina, secondo i dati del FMI compilati da Bloomberg. L’oro accumulato è quasi il triplo del peso della Statua della Libertà.
“Più oro ha un paese, più sovranità avrà in caso di un cataclisma del dollaro, dell’euro, della sterlina o di qualsiasi altra valuta di riserva,” ha detto in un’intervista telefonica a Mosca Evgeny Fedorov, deputato del partito Russia Unita di Putin nella camera bassa del Parlamento.
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Nel 1998, l’anno in cui la Russia andò in default per $40 miliardi di debito interno, ci volevano ben 28 barili di greggio per acquistare un’oncia d’oro, secondo i dati di Bloomberg. Tale rapporto è sceso a 11.5 quando Putin salì per la prima volta al potere un anno più tardi e nel 2005, dopo aver toccato 6.5 — meno della metà di quello che è oggi — il presidente ha ordinato alla banca centrale di acquistare a tutto spiano.
Durante un tour nella regione del Magadan in Estremo Oriente, dove operano Polyus Gold International Ltd. e Polymetal International Plc, Putin ha detto alla Bank Rossii di non “rifuggire” dal metallo. “Dopo tutto, si associa l’oro ad una riserva di valore per un motivo,” ha detto Putin secondo una trascrizione del Cremlino.
Un Tipo Fortunato
A quel tempo, l’oro veniva scambiato ad un picco (mai più visto da oltre 18 anni) di $495 l’oncia e la banca centrale di Mosca ne possedeva 387 tonnellate, pari al 2.2% delle sue riserve totali. La quota è arrivata al 3.5% entro un mese, secondo i dati compilati da Bloomberg.
L’otto Febbraio alle 7:24 pm ora di Mosca, un grammo d’oro veniva scambiato a $1,670. E’ aumentato del 7% rispetto all’anno scorso, il dodicesimo anno consecutivo di guadagni. Gli analisti prevedono che il metallo possa arrivare a $1,825 entro la fine del 2013, secondo la mediana di 26 previsioni in un sondaggio Bloomberg.
“La strategia di Putin si integra con il suo programma statalista di nazionalismo delle risorse,” ha detto Tim Ash, capo del settore ricerca di mercato presso la Standard Bank Plc di Londra. “E’ una specie di gioco difensivo, ma ha funzionato, giusto?” ha detto Ash in un’intervista. “C’è bisogno di fortuna in politica e negli affari, e chiaramente il tipo ne ha.”
Il Passo Falso di Brown
Altri leader mondiali non sono stati così fortunati. Gordon Brown, ministro delle finanze del Regno Unito, ha venduto quasi 400 tonnellate d’oro in 30 mesi fino al Marzo 2002, quando i prezzi erano ai minimi da due decenni. I tabloid di Londra vi hanno fatto riferimento definendolo il Passo Falso di Brown.
Il quantitative easing per sostenere i prezzi degli asset finanziari sta guidando la domanda d’oro in tutto il mondo emergente, ha detto Marcus Grubb, direttore del settore ricerca & investimenti presso il World Gold Council. Prima della crisi, le banche centrali erano venditori netti da 400 a 500 tonnellate l’anno. Ora, guidate da Russia e Cina, sono acquirenti netti per circa 450 tonnellate.
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Mentre Putin è alla testa in questa corsa all’oro nei mercati emergenti, i paesi sviluppati lo stanno liquidando. La Svizzera è quella che ne ha scaricato di più negli ultimi dieci anni, 877 tonnellate, per un valore odierno di circa $48 miliardi secondo i dati di Novembre del Fondo Monetario Internazionale. La Francia è seconda con 589 tonnellate, mentre Spagna, Paesi Bassi e Portogallo ne hanno venduto più di 200 tonnellate.
Niente Accumulo
La segretezza comunista per quanto riguarda le riserve auree del paese hanno alimentato l’ipotesi che le élite del partito avessero accumulato un tesoro enorme in lingotti che sparì dal paese prima che l’Unione Sovietica si disintegrasse nel 1991.
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“Quando le persone chiedono dell’oro del partito, la mia risposta è sempre questa: siete degli idioti o qualcosa del genere?” ha detto il settantacinquenne Gerashchenko alla rivista Afisha.
Per ora, con il mandato di Putin che termina tra cinque anni, la Russia prevede di continuare a comprare oro.
“Il ritmo sarà determinato dal mercato,” ha detto il vice presidente Alexei Ulyukayev in un’intervista del 25 Gennaio a Davos, Svizzera. “Se accelererà o rallenterà sarà una decisione del mercato e non ho intenzione di parlarne.”
* traduzione di Francesco Simoncelli
Terra per coltivare,mangiare,sussistenza base.
Corsa alla terra.
Il prossimo target.