Sono oltre 250 mila le piccole aziende che ad oggi sono ferme, ovvero che nè chiudono nè operano. Sono i dati di Comitas, l´associazione delle piccole e micro imprese italiane.
In base alle stime, attualmente 150mila sono le microimprese “in coma”, ossia pericolosamente vicine al fallimento. La metà di tutte le piccole attività esistenti in Italia non registra crescita e non prevede nuove assunzioni, e il 45% di queste sarà costretto ad eseguire licenziamenti. Le microimprese più in crisi appartengono per due terzi al commercio e all´edilizia.
“Servono interventi per salvare le piccole attività e servono subito – commenta Comitas – in caso contrario il numero di imprese costrette a chiudere i battenti nell´arco del 2013 potrebbe essere superiore al doppio rispetto ai dati diffusi oggi dal Cerved”, secondo cui nel 2012 i fallimenti sono stati ben 12 mila.
FONTE ORIGINALE: http://www.finanzaonline.com
Io ne ho una.
Una piccola immobiliare che può realizzare una palazzina in stile agricolo di 5 appartamenti.
Le banche non mi fanno credito.
Soldi in italia, i miei, non li investo ora.
Non in questo settore iper tassato.
Sono fermo, ma i costi corrono.
Scioglierla costa.
Tenerla costa.
Non so quando potro ricavarne qualcosa,l’edilizia è del tutto inchiodata.
se mi date 2.000 euro la chiudo anche domani.
I duemila euro li devi poi girare al notaio. Mica è gratis chiudere un’azienda: devi pagare pure quello!!!
LE AZIENDE DEVONO PAGARE DELLE TASSE ASTRONOMICHE, TRE VOLTE TANTO QUELLO CHE PAGHEREBBERO IN SVIZZERA E I DIPENDENTI PAGANO ALTRETTANTE TASSE. QUANDO TI VIENE IN MANO LA BUSTA PAGA TI VIENE DA PIANGERE, UN SACCO DI CONTRIBUTI. SE LI DASSERO A NOI ANZICHE’ AFFIDARLI ALL’INPS, SAREBBE MEGLIO. MONTI SA COME INVESTIRLI. LI DONA ALLE BANCHE.