In Economia, Esteri

DI MATTEO CORSINI

“Dall’inizio della crisi finanziaria, il presidente della Fed Ben Bernanke ha impavidamente e audacemente combattuto per il popolo americano, senza compromessi, nonostante le critiche che giungevano da diverse parti… Il mantra della Fed nel 2013 dovrebbe essere stampare, stampare, stampare, per spingere la crescita del Pil nominale verso il 5%… al tempo stesso, la Fed dovrebbe monitorare la misura in cui le proprie azioni stiano creando azzardo morale a Washington.” (T. Crescenzi)

Anche se il nome potrebbe farlo supporre, Tony Crescenzi non è un personaggio dei Soprano, bensì un signore che segue le politiche monetarie delle banche centrali a PIMCO, il più grande gestore di fondi obbligazionari al mondo. Essendo l’inizio dell’anno, Crescenzi ha pensato di stilare una lista di dieci suggerimenti per Ben Bernanke, non senza aver introdotto tale decalogo incensando il presidente della Fed, che, a suo dire, avrebbe “impavidamente e audacemente combattuto per il popolo americano”.

E’ comprensibile che chi in tutti questi anni ha fatto le budella d’oro comprando titoli di Stato e cartolarizzazioni di mutui per poi rivenderli alla Fed nell’ambito dei suoi ormai innumerevoli programmi di allentamento quantitativo si compiaccia dell’operato della banca centrale, ma credo che costoro dovrebbero avere il buon senso di non confondere la categoria a cui appartengono con l’intero popolo americano, perché si tratta di due insiemi di persone non proprio coincidenti.

Non stupisce, quindi, che Crescenzi metta al primo punto nel decalogo quello che, a suo parere, dovrebbe essere il mantra della Fed per il 2013: “stampare, stampare, stampare, per spingere la crescita del Pil nominale verso il 5%”. Con scarso senso del ridicolo, peraltro, Crescenzi aggiunge che “la Fed dovrebbe monitorare la misura in cui le proprie azioni stiano creando azzardo morale a Washington”. Dopo avere lui stesso constatato che, di questo passo, a fine 2013 la Fed potrebbe detenere nel proprio bilancio tra il 30 e il 45% dei titoli emessi dal Tesoro (a seconda delle scadenze), ed essendo noto che dal 2008 a oggi circa l’80% delle nuove emissioni di titoli sono finite nel bilancio della Fed, c’è da chiedersi cosa Crescenzi pensa debba fare ancora Bernanke per generare azzardo morale a Washington (e non solo).

L’atteggiamento dilatorio (sostanzialmente bipartisan) tenuto proprio a Washington di fronte al progressivo peggioramento dei conti pubblici, con sceneggiate da telenovela sudamericana ogni volta che si avvicinava un fiscal cliff o il raggiungimento del limite legale all’indebitamento, a me pare proprio segno evidente che l’azzardo morale è già da molto tempo protagonista assoluto della politica (oltre che della finanza) statunitense.

Ho tralasciato di riportare il punto in cui Crescenzi invita Bernanke a “proteggere i risparmiatori” (che in inglese è un gioco di parole: “save the savers”), perché la contraddizione con il primo punto è enorme. Chi sta accantonando una parte del proprio reddito in impieghi obbligazionari (proprio quelli di cui si occupa PIMCO) finora ha beneficiato di guadagni in conto capitale grazie alla diminuzione dei tassi di interesse. Al tempo stesso, però, il flusso cedolare dei nuovi investimenti è da anni costantemente inferiore anche agli indicatori di inflazione più comunemente utilizzati (ossia gli indici di variazione dei prezzi al consumo). Dato che lo spazio per ulteriori guadagni in conto capitale è ormai minimo (mentre il rischio di perdite in caso di inversione al rialzo sui tassi è consistente), ciò significa che i risparmi accantonati in questi anni sono destinati con ogni probabilità a procurare perdite ai risparmiatori. Se ne accorgeranno quando constateranno che i fondi pensione ai quali hanno mese dopo mese versato denaro retrocederanno assegni ridicoli. 

E di tutto ciò potranno ringraziare in primo luogo il loro protettore: Ben Bernanke.

 

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Showing 2 comments
  • Maurizio

    Leggere qui: Bernanke is particularly interested in the economic and political causes of the Great Depression, on which he has published numerous academic journal articles. Before Bernanke’s work, the dominant monetarist theory of the Great Depression was Milton Friedman’s view that it had been largely caused by the Federal Reserve’s having reduced the money supply. In a speech on Milton Friedman’s ninetieth birthday (November 8, 2002), Bernanke said, “Let me end my talk by abusing slightly my status as an official representative of the Federal Reserve. I would like to say to Milton and Anna [Schwartz, Friedman’s coauthor]: Regarding the Great Depression. You’re right, we did it. We’re very sorry. But thanks to you, we won’t do it again.”

    Bernanke has cited Milton Friedman and Anna Schwartz in his decision to lower interest rates to zero. Anna Schwartz, however, is highly critical of Bernanke and wrote an opinion piece in the New York Times advising Obama against his reappointment as chair of the Federal Reserve. Bernanke focused less on the role of the Federal Reserve and more on the role of private banks and financial institutions.
    Bernanke found that the financial disruptions of 1930–33 reduced the efficiency of the credit allocation process; and that the resulting higher cost and reduced availability of credit acted to depress aggregate demand, identifying an effect he called the financial accelerator. When faced with a mild downturn, banks are likely to significantly cut back lending and other risky ventures. This further hurts the economy, creating a vicious cycle and potentially turning a mild recession into a major depression.” In questo senso si, Bernanke ha salvato le chiappe a molti, in USA e soprattutto non in USA…

  • Maurizio

    Non sono d’accordo e, ahime, da un parte il Sig. TC ha ragione da vendere (dall’altra ha ragione ma solo dal suo punto di vista di Manager di PIMCO per tutte quelle giuste cose scritte nel post). Bernanke é forse il piú grande studioso USA della Depressione degli anni 30 e ha semplpicemente fatto l’opposto di quello che fecero allora il FED Chairman e il Ministro del Tesoro USA. Quello che purtroppo nelle analisi sfugge é che la FED ha rimpiazzato ca. 4000 mld di dollari mancanti nel sistema. La crisi bancaria e dell’indebitamento privato ha prodotto un crollo della creazione del credito (o del debito se si vuole) e di colpo sono venuti a mancare da 3 a 5 mld di dollari. da 3 a 5 mld sono appunto i dollari che la FED ha stampato dal 2007 in poi (iniziando con l’ormai indimenticato piano TARP di 700 mld di Hank Paulson – salvataggio AIG, Freddie Mac, Fannie Mae ecc ecc a cui Berrnanke ha appunto lavorato). Quindi la FED ha agito da sostituto mettendo nel mercato la moneta necessaria a contrastare la deflazione. LA DEFLAZIONE é stato il nemico che la FED ha combattuto… in primo luogo. E almeno in USA con successo, si deve dire! La faccenda che tutto questo creerá bolle e iperinflazione… beh dipende… se si verificherá sará vero, altrimenti al momento é pura speculazione…. forse fatta per vender inflation-linked bonds che dovevano essere la salvezza e rendono negativamente. Conviene comprare Bund che almeno ci si guadagna sul nominale. Io il futuro non lo conosco, ma so che in USA combattendo la deflazione hanno difeso cittadini e imprese. Certo molti hanno fatto fallimento, la politica monetaria non si trasmette istantaneamente. Ma almeno lí fanno qualcosa. In Europa c’abbialo la Merkel, l’Euro e le pene dell’inferno.

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