“Quali siano le forme concrete in cui potrà realizzarsi questa auspicata vita di libertà e di benessere per tutti nessuno potrebbe dirlo con esattezza; nessuno, soprattattuto, potrebbe, essendo anarchico, pensare ad imporre agli altri la forma che gli appare migliore. Unico modo per arrivare alla scoperta del meglio è la libertà, libertà di aggruppamento, libertà di esperimento, libertà completa senz’altro limite sociale che quello dell’uguale libertà degli altri.”
– Errico Malatesta
_____________________________________________
DI BILL BONNER*
Ci sono molte teorie per spiegare lo stato. La maggior parte non sono altro che truffe, giustificazioni, e iperboli. Uno cerca di spiegare qualcosa all’uomo comune… l’altro sostiene che era per il suo bene… e il terzo finge che sarebbe perso senza di esso. La maggior parte non sono realmente “teorie”… ma prescrizioni, progetti per creare il tipo di governo “teorico” che si vorrebbe avere. Non a caso, i progetti adulano il suo intelletto e coinvolgono la sua immaginazione.
Il “contratto sociale,” per esempio, è una frode. Non si può avere un contratto a meno che non si hanno due parti consapevoli e capaci. Devono unirsi in una riunione di menti — un vero e proprio accordo su ciò che faranno insieme.
Ma qual è il “contratto sociale” con lo stato? Non c’è mai stato un incontro di menti. L’operazione è stata costretta sulla popolazione. E ora, immaginate di volerne uscire. Potete semplicemente “rompere il contratto”? Vi rifiutate di pagare le tasse e vi rifiutate di essere maltrattati dagli agenti TSA e dai dipendenti governativi. Quanto tempo passarebbe prima che vi sbattano in prigione?
Che tipo di contratto è quello a cui non aderite e da cui non potete uscire? Possono abbellirlo… stampare un pezzo di carta… indire una cerimonia solenne in cui tutti fanno finta che si tratti di un vero e proprio contratto. Ma non vale la carta su cui è scritto.
Inoltre, che tipo di contratto prevede che una parte modifichi unilateralmente i termini dell’accordo? Il Congresso approva nuove leggi quasi ogni giorno. La burocrazia emette nuovi editti. Il sistema fiscale viene cambiato. La libbra di carne che avevano non era sufficiente; ora ne vogliono una libbra e mezza!
Ecco le domande critiche: Perché lasciare che altre persone ci dicano che cosa fare; non siamo tutti uguali? Qual è lo scopo dello stato? Quanto costa e quali vantaggi ci conferisce? Una teoria dovrebbe spiegare qualcosa senza fare riferimento a qualcosa d’altro. Cioè, una metafora non funziona. E’ solo una descrizione. Se dite che lo stato è una sorta di “contratto sociale,” vi state limitando a descrivere quello che a voi sembra… o quello a cui possa essere paragonabile.
Proviamo una visione più semplice: lo stato è un fenomeno naturale, un’espressione di rapporti di potere, in cui alcune persone cercano di dominare gli altri con la forza. Questi dominatori “interni” si mettono d’accordo in modo da poter portare via denaro, potere e status sociale da altre persone, gli “esterni.”
Molte persone pensano che lo stato fornisca qualche servizio. E’ vero, ma è incidentale. Gli stati spesso fanno recapitare la posta. Ma non ce n’è bisogno. Sarebbero ancora degli stati anche senza il controllo del Servizio Postale. E se non avessero un reparto dedicato alla pesca nelle acque interne, o un programma per insegnare ai democratici ritardati a contare fino a 20? Sarebbero ancora degli stati… ed avrebbero ancora i loro elicotteri, autisti e spese. Ma se perdessero il controllo della polizia o dell’esercito sarebbe una cosa completamente diversa. La forza è l’essenza dello stato, non un dettaglio decorativo. Senza gli eserciti e la polizia, non sarebbero più stati, ma associazioni di volontariato come il Kiwanis Club o la Teamsters Union.
Nel 2012, gli Stati Uniti hanno affrontato un grande elezione presidenziale. Alcuni uomini si sono fatti avanti per offrirsi di ricoprire la carica di presidente degli Stati Uniti. Stavano concorrendo per andare a capo di cosa?
Lo stato è un dato di fatto. Esiste. È tanto comune quanto il gas nello stomaco. E’ onnipresente come i pidocchi ed inevitabile come la vanità. Ma di che cosa si tratta? Perché è così? E cosa è diventato?
Sappiamo molto poco sulle origini reali dello stato. Tutto quello che sappiamo, e questo dai documenti archeologici, è che un gruppo spesso ne ha conquistato un altro. Ci sono scheletri risalenti a più di 100,000 anni fa che mostrano il tipo di ferite alla testa causate da combattimenti. Presumiamo che questo fosse un cosiddetto cambio di “governo.” Chiunque fosse stato in carica era cacciato o ucciso. Poi, qualcun altro lo sostituiva ricoprendo tale carica.
I gruppi tribali, o anche i gruppi di famiglie se è per questo, probabilmente avevano dei “capi.” Avrebbero potuto essere poco più che bulli… o forse anziani rispettati. Nel corso dei millenni probabilmente c’erano tanti esempi diversi di “governi” primitivi quante erano le tribù. Alcuni eleggevano i loro leader. Alcuni li avranno scelti in modo casuale, per quanto ne sappiamo. Molti probabilmente conferivano la leadership per consenso. Alcuni probabilmente non avevano affatto capi identificabili. Ma sembra essere una caratteristica della razza umana che alcune persone vogliano ottenere lo status di capo… e molte persone vogliono che qualcuno sia a capo.
Nelle avversità, c’era probabilmente un vantaggio nell’avere un leader. La caccia era spesso un’impresa collettiva. C’erano anche le decisioni di gruppo da prendere… su come il cibo dovesse essere conservato o razionato, per esempio… che avrebbero influenzato la sopravvivenza di tutto il gruppo. In caso di attacco da parte di un altro gruppo, un capo forte e abile avrebbe potuto fare la differenza tra la vita e la morte.
Possiamo immaginare che le persone che oggi ricoprono i ruoli di capo/seguace lo fanno perché sono programmati dall’evoluzione. Coloro che non possono o non vogliono… beh, forse si estinsero molti millenni fa.
Non c’è bisogno di guardare indietro all’Ultimo Periodo Glaciale per vedere cosa succede nelle piccole unità politiche. Possiamo vederlo oggi. Sono tutte intorno a noi. Ogni chiesa ha il suo consiglio di amministrazione. Ogni comunità ha una qualche forma di governo. Ogni corporazione… gruppo… club… ogni luogo in cui gli esseri umani si riuniscono sembra elaborare norme e rapporti di potere. Sorge un leader. I gruppi informali cedono di solito alla personalità forte. Le giurie cercano di controllarla. Le famiglie le resistono. Le cene con invitati cercano di evitarla.
Ma purtroppo è così. Alcune persone cercano di dominare. Ad altri piace essere dominati.
Il problema è che di solito c’è più di una persona o un gruppo che vuole fare il dominante. Questo porta a dei conflitti. Tradimento. Omicidio. Rivalità. Ed elezioni. Ma cerchiamo di non andare troppo avanti con gli argomenti. Stiamo parlando delle origini dello stato e cercando di individuare come era. Su piccola scala, si può concludere, i governi erano estremamente variabili in forma… ed estremamente limitati negli scopi. Cioè, quanto si può governare un piccolo gruppo? Non molto. È possibile comandare a bacchetta le persone, ma non lo accetteranno a lungo. E c’è sempre un capo rivale che è pronto a rovesciare il grande capo se dovesse perdere il suo sostegno popolare. In un ambiente tribale, immaginiamo che il guerriero più forte e più feroce fosse stato in grado di imporsi come autorità di governo. Ma poteva essere pugnalato alla schiena mentre dormiva… o anche colpito da una freccia in un “incidente di caccia.” Anche nel migliore dei casi, il suo regno non sarebbe durato molto più a lungo della sua forza.
In una piccola città, un governo procede abbastanza bene. Non c’è molta distanza tra governanti e governati. Quest’ultimi sanno dove vivono i primi… e come vivono… e quanta poca differenza c’è tra di loro. Se i governanti eccedono, probabilmente si ritroveranno battuti alle prossime elezioni… o in mezzo alla strada.
Ma con l’aumentare della scala… ovvero, all’aumentare della distanza tra i governati e i governanti… e alla crescita del contesto istituzionale… il governo diventa più grande. Più formale. Più potente. Può iniziare a governare più grandiosamente.
Il primo grande stato e di lungo termine che conosciamo è stato in Egitto. Dopo l’unificazione dei regni superiori ed inferiori nel 3,150 a.C., iniziò il periodo dinastico. Continuò per due millenni, terminando quando i Romani conquistarono l’Egitto nel 30 a.C. Non sappiamo esattamente come lo stato abbia funzionato in quei secoli, ma sappiamo che nacque una teoria di governo. All’epoca, non era affatto considerata una teoria, ma un fatto. Il sovrano era divino. Un dio.
Come teoria, è buona. Risponde a questa domanda: perché si dovrebbe prendere ordini da un altro essere umano? Nell’Antico Egitto, questa domanda non si poneva per niente. Perché il Faraone non era un essere umano. Era qualcosa di diverso. Proprio quello che era… o quello che la gente pensava che fosse… non è chiaro. Ma la documentazione archeologica dimostra che egli veniva trattato come se fosse stato almeno un passo o due più in alto rispetto al resto di noi. Non era un dio completo, era come minimo un semidio… a metà tra la Terra e il Cielo.
Se era così… e chi siamo noi per dubitarne?… la teoria tiene perfettamente bene. L’autorità divina si trasmette dal cielo all’uomo tramite il suo intermediario… il faraone.
Potreste pensare che questa sarebbe la fine della storia. Non è così. C’erano coloni Asiatici che si spostavano nella zona del delta — gli Hyskos — che a quanto pare avevano un’idea diversa. E i Tebani. E i Nubiani. E gli Assiri. E gli Ittiti. Divamparono centinaia di anni di guerra interna contro le decine di gruppi diversi… per non parlare delle lotte all’interno delle famiglie divine stesse.
Se Dio avesse voluto il Suo uomo sul trono, potreste pensare che avrebbe potuto fare di più per aiutarlo. O come minimo potreste pensare che avrebbe potuto essere un po’ più chiaro su chi fosse il Suo uomo. Perché permettere alle persone di indovinare e fare frastuono, cercando di decidere chi fosse veramente la scelta di Dio? Ma chi riesce a capire la mente di Dio? Forse l’ipotesi divina stessa era tutta una bugia. Forse a Dio piaceva vedere il Suo uomo farcela con le sue stesse mani. Non possiamo saperlo.
Ai faraoni potrebbe essere piaciuto vivere come signori. Potrebbero aver governato come dei. Ma sono morti come tutti gli altri. E dopo le 30 dinastie, come conteggiate da Menes, l’intero sistema è stato annientato. Cleopatra Ptlolemy si fece mettere arrotolata in un tappeto in modo che potesse uscire fuori ai piedi di Giulio Cesare. Ebbe un figlio da lui… ma poi si schierò dalla parte di Marco Antonio. Si rivelò un errore. Il nipote di Cesare, Ottaviano, era meglio organizzato ed era un politico più accorto. L’esercito di Antonio venne battuto ad Azio.
Ma sopravvisse l’idea di un sovrano divino. Antonio aveva già cominciato a sentire la divinità nelle sue vene quando Ottaviano lo mise spalle al muro. La sua onniscienza fallì. Pensare che Cleopatra era morta, lo portò a suicidarsi. Poi, non appena i semidei faraoni finirono nelle loro tombe in Egitto spuntarono le ali ai Cesari mezzi matti di Roma…
Potreste avere dubbi sulla divinità dei faraoni. Di sicuro anche gli stessi Egiziani avevano qualche dubbio, o erano tra le persone più empie che fossero mai vissute. Si supponeva che il faraone fosse un dio. Si supponeva che fosse responsabile di tutto, anche delle inondazioni annuali del Nilo, del tempo… della vita, della morte. Ma ciò non impedì loro di ottenere il vecchio benservito di volta in volta. I gruppi rivali non aspettarono che Dio decidesse chi dovesse sedere sul trono. Gli uomini si batterono per esso.
Non abbiamo modo di verificare la buona fede divina dei faraoni. Ma come teoria di governo, fa il suo lavoro. Lo stato rivendica il diritto di dirvi cosa fare. Utilizzando il corpo contundente del “governo” alcune persone sono in grado di dirigere l’energia di un’intera società dove vogliono che vada — categorizzazione, regolazione, tassazione, controllo, coercizione, coscrizione, schiavitù, bullismo, incarcerazione, omicidi e vessazione.
Ci devono essere come minimo 10,000 regole che noi Americani siamo tenuti ad osservare. Il codice dell’IRS ne ha probabilmente molti di più. Non possiamo costruire una casa o incassare un assegno senza soddisfare centinaia di requisiti (spesso invisibili). Andiamo in aeroporto e ci sottomettiamo ad umiliazioni, spesso senza fiatare. Sappiamo che l’agente tipo della TSA è un idiota. “Ma l’uomo, l’uomo orgoglioso, ammantato d’una breve autorità,” come disse Shakespeare, “sommamente ignorante di ciò di cui si crede più sicuro, nella sua essenza fragile, come uno scimmione collerico, compie tali trucchi fantastici, al cospetto dell’alto cielo, che gli angeli piangono.”
Nei due millenni delle 30 dinastie, gli uomini si uccisero a vicenda per determinare chi avrebbe retto il potere faraonico. L’ultimo di loro era chiaramente un intruso. I Tolomei non erano nemmeno Egiziani. Erano Greci che conquistarono l’Egitto con Alessandro. Infine, Giulio Cesare e suo nipote Ottaviano posero per sempre fine alla tradizione divina in Egitto. Anche Dio abbandonò il Suo uomo sul Nilo, o si sta facendo beffe di noi.
Cesare prese il ruolo di imperatore di tutto il mondo Romano. Non sembrava essere troppo preoccupato per la teoria. La gente si inchinò e gli rese omaggio. E’ così che funzionava un impero. E tra l’altro non ebbe mai tanto tempo per pensarci. Venne ucciso alle Idi di Marzo, all’età di 55 anni nel 44 a.C.
Ma il fascino della divinità non morì con i Tolomei. Quarant’anni dopo la morte di Cleopatra, l’imperatore Caligola dichiarò di essere un dio. Non sembra che ciò lo abbia portato molto lontano. I Romani giunsero alla conclusione che non era affatto divino, ma folle. Venne ucciso poco dopo dalle sue guardie.
Roma lottò per altri 4 secoli. Se esiste una teoria che conferisce dignità alla sottomissione di un uomo verso un altro non ne siamo consapevoli. Era considerato normale e naturale. Coloro che ottennero il controllo del governo di Roma, erano in grado di esercitare i diritti di governanti. Erano vincitori sul campo di battaglia… e nelle sale e nelle assemblee del governo Romano.
Che cosa ci fecero con questo potere? “Ad victorem spolias.” Abbastanza semplice. Sconfiggete qualcuno. Gli prendete la sua roba. La sua terra. Sua moglie. I suoi figli. Almeno non c’era imbroglio in questo. E le regole erano semplici. Il potere governativo operava nella sua vera forma. Come Mao lo descrisse due millenni dopo, il potere politico è arrivato “dalla canna di una pistola,” non dai Diritti dell’Uomo o dal Contratto Sociale.
Anche nelle gesta di Gengis Khan e Tamerlano troviamo una forma molto pura di stato… e una teoria molto chiara a questo proposito. Gengis annunciò la sua teoria di governo così:
“La più grande fortuna dell’uomo è di inseguire e sconfiggere il suo nemico, catturarne i beni, lasciare le sue donne sposate a piangere e urlare, cavalcare il suo castrone, utilizzare le sue donne come una camicia da notte e come sostegno, guardare e baciare i loro seni rosei, succhiare le loro labbra dolci come le bacche del loro seno.”
Tamerlano non era meno diretto. Considerava lo stato come un’impresa legittima. Addestrò le truppe con l’intenzione di conquistare altri popoli e sostituire i loro governi con il proprio. I suoi guerrieri erano pagati in bottino — gioielli, monete, cavalli, donne e pellicce. Era ripagato in bottino, tributi e tasse.
Questo non vuol dire che c’era qualcosa di sbagliato nel gestire un governo in questo modo. Non stiamo dando consigli o suggerimenti. Stiamo solo cercando di capire l’essenza di ciò che è lo stato e come affonda.
Saluti,
*Link all’originale: http://johnnycloaca.blogspot.it/2012/11/come-funziona-lo-stato.html
traduzione di Francesco Simoncelli