■ Interlibertarians 2012: per la seconda volta gli esponenti dei movimenti libertari di tutto il mondo si riuniranno a Lugano-Paradiso. La conferenza internazionale è in agenda sabato 24 e domenica 25 novembre. Abbiamo intervistato Rivo Cortonesi, segretario dei Liberisti ticinesi.
Liberisti e libertari: nella vostra ottica sono da considerarsi sinonimi oppure vi sono differenze sostanziali?
«Alle nostre latitudini i liberisti stanno ai libertari come la specie sta al genere, occupandosi in particolare di uno dei parametri attraverso i quali si misura la libertà di un cittadino: la possibilità di poter scambiare senza balzelli di alcun tipo e con chiunque lo si desideri i frutti del proprio lavoro».
Perché la causa libertaria stenta a conquistare consensi nella nostra società?
«Perché chi si abitua ad una condizione servile fa fatica a riconoscere la libertà».
Non siete troppo teorici?
«Il problema si pone; Interlibertarians 2012 vuole rispondere a questa domanda».
Non correte il rischio di passare per missionari intellettuali che credono di possedere la verità unica e salvifica?
«Siamo dei missionari di una possibile verità laica, che, per quanto mi riguarda, trovo anche in perfetta sintonia con il liberalismo cristiano».
La vostra critica al sistema economico-finanziario vigente è molto severa, a tratti distruttiva, senza possibilità di appello. Tutto sbagliato, tutto da rifare. L’alternativa, concretamente, qual è?
«Abolire la riserva frazionaria delle banche commerciali e togliere il monopolio monetario alle banche centrali. Poi c’è molto altro».
Ma è realistico immaginare una simile svolta libertaria nell’attuale contesto degli Stati e dei rapporti tra gli Stati?
«Bisogna provarci; l’alternativa è veder riproposti scenari che pensavamo non più riproponibili».
Che fare, allora?
«Dobbiamo portare le nostre idee davanti al popolo presentandoci alle elezioni attraverso la proposta di profonde riforme costituzionali, sulle quali cercare un consenso, il più ampio possibile».
Se il movimento libertario riuscisse ad andare al Governo e avesse la maggioranza in Parlamento, da dove comincerebbe a riformare il sistema?
«L’ho detto: dal sistema bancario».
È convinto che la responsabilità dei dissesti finanziari sia esclusivamente delle autorità che hanno stampato moneta?
«Non solo: banchieri e politici hanno sempre concorso insieme alla formazione di bolle per raccogliere nell’immediato, distruggere subito dopo “il crack up boom”, e poi ricominciare da capo. Ma questa volta si sono spinti oltre il confine di non ritorno».
E la responsabilità, individuale e d’impresa, non conta?
«Se tutti dispongono di crediti facili per consumare non c’è imprenditore che non si faccia in quattro per accontentarli. Il problema è che l’azione umana non è prevedibile a tavolino. Ci sta che uno decida in tutta libertà di non voler più consumare indebitandosi. E qui lo schema Ponzi salta e cominciano i dolori».
Se il denaro costa poco, è vero che sono allettato, ma non sono obbligato ad indebitarmi. Se lo faccio e poi divento insolvente quando il denaro costa di più, posso dire che io non ho responsabilità e che è tutta colpa delle banche centrali?
«Bisogna che i crediti erogati non superino, con il consenso del risparmiatore, il risparmio disponibile, poi ognuno può fare ciò che vuole».
L’UE e l’euro si salveranno o è meglio che non si salvino?
«È tutto il sistema monetario che deve porsi questa domanda. Io mi auguro che l’UE si limiti a garantire il libero scambio senza interferire negli assetti istituzionali che i cittadini europei, ciascuno nella propria realtà, vorranno darsi e che le monete istituzionali accettino di confrontarsi sul mercato con altre monete, preferibilmente a base aurea; poi la moneta buona scaccerà la cattiva».
Tratta da CORRIERE DEL TICINO
Ho partecipato al primo congresso nella primavera dell’anno scorso e sono dispiaciuto di non poter partecipare al prossimo.
Sarò con voi idealmente e spero di poter partecipare in differita attraverso quello che vorrete mettere a disposizione attraverso la rete.
Forza Leonardo e Giorgio, Forza Rivo ed auguri a tutti.
Del primo congresso conservo reliquie materiali ed intellettuali che mi aiutano nei momenti di sconforto. Queste reliquie mi rinfrancano perchè mi ricordano il vostro coraggio.
ricetta libertaria: tutti hanno la possibilità di di fare quel che vogliono e goderne i frutti senza che nessuno (ladri, politici, maggioranza, polizia, e pezzi dimerda vari) possano portargliela via affermando che ‘è giusto perché è la legge’.
fai e lascia fare: non togliere agli altri senza il loro consenso e nessuno toglierà a te senza il tuo;
se fai danni paghi (di tasca tua!!), se non ne fai non paghi (niente reati senza vittime).
io vado a lugano, parto venerdì sera da roma e riparto domenica dopo pranzo per il ritorno.
Per gli amici che vogliono un passaggio di posti ce ne sono parecchi.
La ricetta libbbertaria: tutti più poveri.