“Romney ha detto più volte che non intende minare in alcun modo l’indipendenza della Fed ed è lontano dalle posizioni di Ron Paul, il congressman del Texas candidato alle presidenziali che chiede il ritorno alla convertibilità dell’oro e sostanzialmente la chiusura della Fed, attraverso un annullamento della sua indipendenza.” (A. Fiano)
Andrea Fiano scrive da New York per Milano Finanza. Le parole che ho riportato sono tratte da un suo resoconto sulla recente convention del partito Repubblicano statunitense, dove è stata ufficializzata la nomination di Mitt Romney in vista delle elezioni presidenziali di novembre. Il candidato repubblicano non intenderebbe minare l’indipendenza della Fed, al contrario di Ron Paul, che pure aveva partecipato alle primarie. Quello di Fiano è il classico resoconto scritto da una persona che dubito abbia mai ascoltato un discorso di Ron Paul, oppure abbia letto un suo libro. In virtù di queste versioni dolosamente o colpevolmente disinformate, Paul passa per un personaggio (semi)eversivo, uno che vorrebbe rimettere nelle mani della politica la gestione della moneta. Lo si intuisce anche dallo sfondone sull’oro, quando si legge che Paul “chiede il ritorno alla convertibilità dell’oro”. Semmai Paul chiede che il dollaro torni a essere convertibile in oro. Si potrebbe concedere a Fiano il beneficio del dubbio, ma la cosa credo evidenzi, nella migliore delle ipotesi, una certa superficialità nel prendere in considerazione le posizioni di Ron Paul.
Chiunque facesse lo sforzo (in verità non sovrumano) di documentarsi, scoprirebbe che Ron Paul non fa altro che rilevare alcuni fatti incontestabili: per esempio, in nome della sua “indipendenza”, la Fed è sostanzialmente irresponsabile di qualsiasi cosa faccia, operando tra l’altro con un livello di segretezza di cui non gode neppure la CIA. L’auditing a cui è sottoposta per legge la Fed esclude infatti buona parte delle operazioni di politica monetaria, che è un po’ come se un ispettore dell’igiene, visitando un ristorante, controllasse il bagno e non la cucina.
Dato che lo Stato ha attribuito alla Fed il monopolio nella gestione della moneta, potere che comporta anche la possibilità di creare denaro dal nulla, Ron Paul rileva che la banca centrale, manipolando la moneta, incide sulla proprietà di ogni cittadino americano, il tutto nel più totale arbitrio. Tra l’altro, la stessa moneta fiat risulterebbe incostituzionale stando a una lettura rigorosa della Carta fondamentale statunitense.
Su questi dati di fatto, chi si riempie la bocca di “accountability” salvo scandalizzarsi se qualcuno chiede che anche la Fed renda conto di ciò che fa, dovrebbe spiegare perché Bernanke e colleghi debbano operare senza il minimo controllo. Dato, poi, che l’obiettivo di Ron Paul è di tornare a una moneta sana, la sua proposta di ridurre l’indipendenza (in realtà, il totale arbitrio) della Fed, arrivando alla chiusura, non è propedeutica a trasferire al Tesoro o al Congresso il potere di battere moneta, bensì di restituirlo al mercato.
Questo non lo si legge quasi mai, ma è un punto fondamentale per avere una informazione non distorta sulle idee di Ron Paul. Chiunque, poi, può condividerle oppure no (io le trovo in larga misura condivisibili), ma almeno sapendo veramente come stanno le cose.
@ Roberto
perché bisogna essere onesti, semmai bisogna essere realisti
Onesti con noi stessi, ovvero non prenderci in giro convincendoci di cose che realisticamente non possono accadere.
Condivido le idee di Ron Paul riportate in questo articolo e anche molte altre di questo straordinario (forse unico) politico, ma bisogna essere onesti: fanno parte di quell’enorme mucchio di idee stupende che difficilmente vedremo applicate.