L’economia globale è sempre più simile ad un sistema di “chiuse” (come quelle che vengono utilizzate per navigare i canali), specie da quando questa è stata frammentata in tante, piccole o grandi, “chiuse” nazionali; e qui, per questa frammentazione, non c’entrano tanti gli stati nazionali (che son sempre esistiti), quanto lo “strumento nuovo” che questi hanno adottato da un secolo e più, la manipolazione del sistema monetario.
Questo ha permesso di innalzare il livello di ogni “chiusa” , portandosi dietro tutto quello che si trovava a “galleggiare” all’interno di questa (prezzi e salari) , per sfruttarne diversi vantaggi: “allagamenti” di credito, svalutazioni per favorire le esportazioni e protezionismo per limitare le importazioni sono il mix (insieme ad altri strumenti quali la limitazione della circolazione di capitali) che molti paesi hanno utilizzato per anni per essere competitivi.. senza passare veramente dal mercato.
E l’unica risposta poteva essere solo una competizione a chi alzava il livello più in alto, e così infatti è stato per molti paesi (chi più, chi meno).
Tutto ha funzionato finchè qualcuno non si è accorto che quei diversi eccezionali livelli che si erano così creati, artificialmente, rispetto a chi fino ad allora aveva partecipato poco al “gioco” (per diversi motivi) erano una opportunità ancora migliore della competizione tra economie “chiuse” dello stesso livello.
Andare a produrre nelle “chiuse” che erano rimaste a livelli bassi.. per rivendere i prodotti nelle “chiuse” ad alto livello…quale migliore opportunità? Certo, occorreva abbattere tutte le barriere poste fino allora. E così fu. Questo non mi farà diventare protezionista, ma cerco almeno di chiamare le cose con il loro nome, e non è MERCATO. Questo non ha nulla a che fare con i “vantaggi comparati” (naturali) di cui parlano gli economisti da secoli, frutto esclusivamente delle capacità imprenditoriali di imprese e individui.
Ebbene, voi potete continuare a chiamare tutto questo MERCATO… ma a mio parere i vantaggi competitivi creati artificialmente dalla svalutazione sono del tutto identici ai vantaggi competitivi “globali” creati da decenni di inflazione.
La soluzione? Non ce l’ho.
Se ci fosse ancora qualche economista “del secolo scorso”, probabilmente già da anni avrebbe suggerito di cercare di riportare a “livelli normali” prezzi e salari, pur conoscendo i rischi che anche una deflazione può comportare. Ma ciò sarebbe impossibile, perchè abbassare quel “livello” vorrebbe dire eliminare proprio quella grandissima opportunità artificiale che si è venuta a creare; ovvio che siano ben pochi i difensori di una simile soluzione.
E infatti.. nonostante l’immane crisi che stiamo vivendo da anni, prezzi e salari non sono diminuiti di un centesimo, anzi.
Non credo che la diminuzione dei prezzi e dei salari sia la soluzione del problema. Vedi a questo proposito i prezzi ed i salari in Germania.
A mio avviso le soluzioni del problema potrebbero stare:
1- nella riduzioni dei costi di produzione, partendo dalla promozione di contratti di lavoro che favoriscano la flessibilità ed incentivino la produttività;
2 – nella sburocratizzazione del sistema, promuovendo la meritocrazia, eliminando le carriere automatiche e riducendo la farraginosità legislativa;
3 – nel miglioramento e riduzione dei costi dei servizi a cominciare dalle infrastrutture e dalla eliminazione dei monopoli in tutti i settori sia pubblici che privati;
4 – nella riduzione dei costi generali dello stato a cominciare dai costi della politica e dalla cancellazione di tutti gli Enti inutili o comunque superflui. Ciò comporterebbe la riduzione delle imposte e si dovrebbe iniziare a ridurle nel lavoro e nella produzione;
5 – nella semplificazione fiscale riducendo il numero delle imposte. Ciò garantirebbe una facilitazione e quindi maggiore efficacia nella lotta all’evasione fiscale;
6 – nella difesa del Made in Ytali, a cominciare dalla lotta alle contraffazioni e alle importazioni illegali dai paesi orientali.
Metafora fulminante, bravo.
La vera globalizzazione non e’ concessa, ma deve nascere dal basso con la progressiva eliminazione delle restrizioni.