In Libertarismo, Varie

DI LEONARDO FACCO

Cari lettori, ed amici, oggi è una brutta, bruttissima giornata. Ho saputo – solo pochi minuti fa – che è scomparsa Camilla Bruneri, che su questo sito ha lasciato la sua indelebile impronta, che su di me ha lasciato la sua indelebile impronta.

Ieri, causa un incidente in motocicletta nei pressi del Lago di Garda, ha perso la vita una giovane straordinaria e intraprendente, che aveva a cuore la causa della libertà. Ho conosciuto Camilla di sfuggita a Padenghe, dove organizzammo lo scorso anno la “Convention del Movimento Libertario”. Poi, grazie a qualche mail prima e telefonata poi abbiamo continuato a dialogare. Era interessata alle idee libertarie, lei che la libertà la respirava, “in famiglia, da quando era ancora una bimba”, come usava ripetermi. Ho avuto il piacere – e la fortuna aggiungerei, quando si tratta di incontrare persone speciali –  di chiacchierare a lungo con lei personalmente solo qualche mese fa. Con noi, c’era anche il suo fidanzato, Tommaso Cabrini. Eravamo in un bar “di quelli per caso” a Treviglio.

Erano colti ed appassionati Camilla e Tommaso. Li affascinava leggere, studiare ciò che aveva ed ha attinenza con le libertà individuali, anzi con la libertà “tout-court”. In quella prima occasione cominciò a parlarmi di scuola ed educazione libere, argomento che la affascinava, che la legava ad esperienze straniere di cui mai avevo sentito nominare. Anche lei mi ha insegnato qualcosa.

Grazie a loro, persone sognatrici e concrete al tempo stesso, ho avuto il piacere di presentare a Cremona – presso la libreria Feltrinelli – il mio “Elogio dell’antipolitica”. E’ stata una giornata indimenticabile, iniziata con una passeggiata tra le mura medievali sotto il Torrazzo e terminata con una cena con amici e tanti progetti per il futuro, progetti che avremmo in parte anche condiviso, come c’eravamo ripromessi.

Ieri, il destino ha voltato le spalle a Camilla, ma anche a Tommaso, alla sua famiglia ed a tutti coloro che provavano per lei un’amicizia sincera e tanta stima. Io ero tra quelli! Ieri, la sorte ha voltato le spalle alla libertà.

Cara Camilla, tu, così giovane, mi avevi regalato ancora un pizzico di speranza nei tuoi coetanei di questo paese, paese che sapevi bene quanto io disprezzassi. Sarò vicino a te per darti l’ultimo, personale saluto.

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Showing 12 comments
  • Lia Carotti

    qualcosa si sta già realizzando-
    Ho scoperto un mondo e dei progetti che per pigrizia di “navigare nel web” non conoscevo e che sto aggiungendo ai miei preferiti.

  • Caber

    Non dobbiamo assolutamente dimenticarci di Camilla e del suo sogno di realizzare macondo.

    Ora bisogna mettercela tutta per farlo diventare realtà.

    Grazie a tutti coloro che vorranno impegnarsi in questo progetto.

    Tommaso Cabrini

  • Andrea

    Un saluto a Camilla con la triste e amara consapevolezza del prezzo che ha dovuto pagare per la sua libertà.
    Forse è bello ricordarla così…
    per sempre libera.
    Sincere condoglianze alla famiglia e un abbraccio anche a Leo.
    Andrea B.

  • Alessandro Caggiula

    Condoglianze alla famiglia ed amici di Camilla Bruneri .
    Alessandro Caggiula

  • Giovanni Birindelli

    È la seconda volta in vita mia che muore una persona che non ho mai avuto la fortuna di conoscere direttamente ma solo indirettamente (Camilla attraverso i suoi articoli) e per la cui morte provo un senso di perdita che non riesco a spiegarmi razionalmente. Grazie Camilla, che stupido a non dirtelo prima…

  • fernando luisi

    Sentite condoglianze alla famiglia.

  • Massimo74

    Davvero una triste notizia.Sentite condogllianze a tutti i familiari.

  • Damiano Mondini

    L’ho saputo poco fa. Non conoscevo Camilla di persona, ma da nemmeno un mese eravamo compagni di blog. Ci ho parlato qualche volta, ma purtroppo mai abbastanza. Lascia un vuoto, e nemmeno immagino quanto potrà mancare ai suoi cari. Un abbraccio forte a Tommaso. Addio Camilla…

  • leonardofaccoeditore

    Oggi, non pubblicheremo null’altro sul sito, che vuole chiudere questa giornata ricordando Camilla

  • maumen

    Maconda, la prima festa libertaria.
    nell’incontro di Cremona avevamo deciso di organizzare la prima festa libertaria con cibi proibiti. Il programma messo a punto da Camilla:
    Buono, Pulito e Giusto” sono i tre pincipi del movimento Slow Food, così come sono anche i principi che vorrebero stare alla base dell’Expo 2015, che si pone come nuovo baluardo istituzionale per un’educazione corretta all’alimentazione. I lavori di Expo 2015 sono partiti nel 2008 ed ospitano ad oggi già 90 partners e le cui fasi di lavoro sono reperibili al sito http://www.comune.milano.it/portale/wps/portal/CDM?WCM_GLOBAL_CONTEXT=/wps/wcm/connect/contentlibrary/In%20Comune/In%20Comune/Strategia%20di%20Sviluppo/Grandi%20Progetti/Expo%202015_Strategie%20di%20sviluppo_Grandi%20Progetti
    Tra i sottoscriventi del progetto ci sono per esempio anche le Poste, il cui disastroso stile lavorativo conosciamo tragicamente bene, e soggetti come questi dovrebbero arrivare a riqualificare l’area successivamente all’evento, che ovviamente è già destinata ad esercizi privati che porteranno solo soldi nelle casse dello Stato, comportando un naturale aumento del Pil. In altre parole: lo Stato promuove un’altra occasione di indottrinamento pretendendo di saperci indicare cosa mangiare e cosa no, fingendo di farsi paladino del cibo tipico come valore da salvaguardare, finendo solo con il
    guadagnare sfruttando esaltazioni di ambientalisti ciechi e sordi alla sana presa di responsabilità, che comporterebbe l’atto del levarsi gli occhiali da presbite che lo Stato ci costruisce addosso a sua immagine e somiglianza. Non ancora soddisfatto, lo Stato distorce a livelli impensabili la realtà, tanto da ribaltare i normali campi di forza che, in una economia di libero mercato presumono che il mercato sia un mezzo, un luogo normale di passaggio, trasformandolo in un fine. Questo fine per lo Stato significa speculare comportandosi come fosse un privato ma con i soldi dei contribuenti,
    mentre perpetra una propaganda contraria verso la vittima designata cioè l’evasore fiscale (basti notare la battaglia tra BIE e Comune di Milano, in odore di dimissioni da parte di Pisapia, giocata nella girandola di appalti alla ricerca di sgravi fiscali e risparmi illeciti, nonché ipocriti, che potete trovare sul sito de Il Fatto Quotidiano: http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/06/14/expo-2015-lappalto-diventa-subappalto-e-gli-impiegati-fanno-i-muratori/263331/ ).
    Tale evasore è il cattivo delle favole che schiavizza i propri dipendenti con l’unico obiettivo dello sterile arricchimento personale, a scapito di tutti ma soprattutto dello Stato (nella sua dimensione paesaggistica, per esempio), che in questa stucchevole storiella riesce a far breccia nei cuori della gente semplice che finisce col credere che sia normale scrivere leggi per tutelare diritti
    perfettamente naturali, come il cosiddetto e troppo spesso citato a sproposito, “bene pubblico”.
    Questo bene pubblico, alla stessa stregua dell’amore che proviamo verso i nostri cari, non necessita di norme, di banalità o retorica statalista, e in nome di principi come questi qualche tempo fa mi sono iscritta anche io al movimento Slow Food, che prima di ogni altra cosa è un movimento di PERSONE. Si parte così dal presupposto che l’iniziativa di ogni cittadino responsabile sia capace di salvaguardare le proprie tradizioni perchè le conosce molto meglio dello Stato, che pretende invece di sapere cosa debba trovarsi sulla nostra tavola ogni giorno della nostra vita.
    Mi starebbe bene sapere che lo Stato ha veramente a cuore la mia salute (principio che dovrebbe trovarsi anche alla base, per esempio, delle normative sulla tutela del bene culturale ma soprattutto del paesaggio), ma quando mi confronto con liberi uomini che sul web denunciano sprechi immani portati avanti dalle amministrazioni locali (proprio grazie alla visibilità data da movimenti come Slow Food), che vanno a ripercuotersi sia sulla cultura, che sul paesaggio, che sul cibo, ebbene permettete che mi vengano dei dubbi.
    Perchè credere nello slow food? Perchè dovrebbe stare alla base del buon senso dell’indivoduo che ha a cuore le proprie tradizioni e che non crede nel finto protezionismo statale, che demolisce quando dovrebbe invece “salvaguardare”, parole sue. Pensate allo scandalo del lardo di colonnata, bandito, o alla Fiorentina (evitare rigorosamente di aggiungervi il riduttivo attributo di bistecca, anche questo frutto di una tradizione distorta). Vi sono anche molti altri prodotti bollati come
    “impuri”, quali per esempio: Polenta e osei, Vino clinto (rosso) ed Erbamat (bianco), minestra a base di carne di piccione (protetto, ma dove la mettiamo la caccia preventiva?!), verdura a base di germogli di pungitopo (protetto) e rigorosamente vietato, datteri di mare anch’essi vietati come anche l’assai impopolare arrosto di gatto che ha costretto il buon Bigazzi, cultore della cucina tradizionale, ad una gogna mediatica ridicola e ignorante.
    Chi starebbe sbagliando? L’Artusi, padre della cucina italiana, nonchè cultore della lingua italiana spiegata alla massaia? O il solito Stato di polizia che non conosce il reale significato di termini quali genuino e sopraffino?! Prodotti semplici come questi basterebbero a richiamare l’esercito che non esiterebbe (ma vogliamo davvero domandarci in virtù di cosa?!) a sbattere il vero gourmand in galera buttando accuratamente via le chiavi, il resto lo farebbero le testate giornalistiche altrettanto disinformate falcidiandolo con epiteti irripetibili.
    E se vi invitassi ad una festa nella città libera di Macondo, dove solo il buon senso basterebbe come legge, facendovi trovare tavoli imbanditi con decorazioni fatte di stelle alpine e morette, il cui menù annovererebbe i prodotti sopra elencati, dove i tabacchi sarebbero solo di contrabbando e dove potreste acquistare gli stessi prodotti con una moneta coniata per l’occasione (il Facco d’argento – delle dimensioni di una moneta da 5 centesimi, il cui valore calcolato sulla
    quantità di argento sarebbe equivalente a 1 euro – , che permetterebbe di autocalcolare la propria forza solo confrontandosi con la realtà ad un anno da questo grande inizio, la cui seconda edizione manterrebbe i prezzi assolutamente invariati)?!
    Non partecipereste?! Grappa fatta in casa, gioco della morra, fuochi d’artificio artigianali e soprattutto una consistente operazione imprenditoriale per produrre tutte queste meraviglie che solo l’insensatezza statale ha potuto bandire. Rendiamoci indipendenti e costruiamo il nostro “contro-expo”, dimostrando che i veri discriminatori sono proprio quelli che per semplice ignoranza
    continuano a cibarsi di false verità (come certe leggende sugli OGM).
    Questi prodotti non sono dannosi (parlo ovviamente del settore alimentare), il lavoro per ottenerli perfettamente sostenibile, come ogni altro prodotto privato, proprio in virtù del privato stesso, che non distruggerebbe mai la propria fonte di guadagno o smetterebbe di guadagnare.
    Vogliamo un mondo senza folli monopoli? Costruiamo Macondo!

    FASI DEL LAVORO:

    Individuazione luogo: corte privata

    Menù: vini (Clinto e Erbamat), aceto e grappa (da vino e vinacce);
    rosticceria (gatto, uccellini e piccioni, polenta da mais ogm, cervelline fritte)

    Altri prodotti: tabacchi di importazione e vendita al dettaglio di alcolici
    libri della LFE (a prezzi bassi e illegali)

    Musica: cd libertario

    Moneta : Facco d’Argento

    Partners: Movimento Libertario, Agricoltori Confederati, Agriturismo Amarant, Poste Private (vari stand informativi)

    Special Guest: Luigi Veronelli, Beppe Bigazzi

    Spettacoli: pirotecnici artigianali, gioco della morra, prove teatrali aperte

    Conferenze: stage universitari di economia austriaca applicata,incontri tenuti dagli ospiti

    • leonardofaccoeditore

      RICORDO MAURO CHE NE PARLAMMO QUELLA SERA, EBBE UNA GRANDE IDEA E TU SUBITO DICESTI CHE SI DOVEVA FARE!

  • Stefano Nobile

    Peccato.

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