Queste considerazioni del 1850 , dettate unicamente dal buon senso, sono cosi attuali e vere, da essere la prova più formidabile della nostra decadenza intellettuale giacchè nessuno le ha mai poste davanti ai nostri ingegneri sociali alla professor Monti.
Quale libertà, d’altronde, si potrebbe lasciare agli esseri umani?
Forse la libertà di coscienza?
Ma in questo caso tutti ne approfitteranno per diventare atei.
La libertà d’insegnamento?
Ma allora i padri si affretteranno a pagare dei professori che insegnino ai loro figli l’immoralità e la menzogna; d’altronde, se crediamo a M. Thiers, se l’insegnamento fosse lasciato alla libertà della nazione, cesserebbe di essere nazionale, e noi alleveremmo i nostri fanciulli nelle idee dei Mussulmani o degli Induisti, invece, grazie al dispotismo legale dell’università, essi hanno la fortuna di essere educati conformemente alle nobili idee dei Romani.
La libertà del lavoro?
Ma questa è la concorrenza, che ha per effetto di lasciare tutti i prodotti invenduti, di sterminare il popolo e di mandare in rovina la borghesia.
La libertà di scambio?
Ma ben si sa, i fautori del protezionismo l’hanno mostrato a sazietà, che un individuo si rovina quando scambia liberamente e che, per arricchirsi, bisogna scambiare senza libertà.
La libertà di associazione?
Ma, secondo la dottrina socialista, libertà e associazione si escludono a vicenda, in quanto per l’appunto si tende a sottrarre agli individui la libertà soltanto per forzarli ad associarsi.
Voi dunque ben vedete che i democratico-socialisti non possono, in buona coscienza, lasciare agli individui alcuna libertà, in quanto, per loro natura, e nel caso in cui questi signori non mettano ordine, gli esseri umani tendono, da ogni parte, verso tutti i generi di degradazione e di corruzione.
Resta da capire, in questo caso, su quale base si esige per essi, con tanta insistenza, il suffragio universale.
Nota come il grande economista avesse già compreso la degenerazione dei nostri giorni dal momento che utilizza un unico termine “democratico-socialisti” per evidenziare come non ci sia, in realtà, nessuna differenza tra i due sistemi politici.
Questi brani sono tratti da “La Legge” (1850, edito in Italia da Facco Editore) del grande economista franceseFrederic Bastiat.
Tratto da: http://riecho-economiaeliberta.blogspot.it/
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