“In questo momento la gente qui in Iowa è colpita da una delle peggiori siccità negli ultimi 50 anni. Agricoltori e allevatori dipendono tutti da una stagione di buon raccolto per pagare le bollette e mettere un tetto sopra la testa. E io so che in questo momento le cose sono messe male. Il modo migliore per aiutare questo settore è che il Congresso approvi una legge che non solo aiuta gli agricoltori e gli allevatori rispondere ai disastri naturali, ma cambia anche le regole del credito in modo da offrire qualche certezza a lungo termine. Purtroppo però, troppi parlamentari membri stanno bloccando questo provvedimento. Ora, mi dicono che il nuovo compagno di strada di Mitt Romney è in Iowa in questi giorni. Lui è uno di quei leader del Congresso contrari alla legge. Quindi, se vi capita di vedere il deputato Ryan, dirgli quanto sia importante questa riforma per l’Iowa e le nostre comunità rurali. E’ tempo di mettere la politica da parte e passare subito ai fatti concreti.” (B. Obama)
Mi è capitato già in altre occasioni di osservare il livello mediocre dei contenuti delle campagne presidenziali statunitensi. Roba da non fare sfigurare il chiacchiericcio tipico della politica italiana, il che è tutto dire. Obama ha deciso da qualche tempo di svoltare a sinistra, anche se dalle nostre parti affermazioni come quelle riportate potrebbero essere bollate di populismo se a pronunciarle non fosse quello che, nonostante tutto, qualcuno ancora considera come un nuovo messia. Non che i suoi avversari siano molto meglio, peraltro, visto che promettono tagli si spesa (ovviamente difesa esclusa, altrimenti che repubblicani sarebbero!) sui quali credo sia prudente avere l’atteggiamento di San Tommaso, visti i precedenti.
In Iowa per uno degli innumerevoli interventi pre-elettorali, Obama arringa il popolo, accusando i suoi avversari di essere nemici dei contadini, dato che si opponengono al varo di una legge che aiuti il settore e ne favorisca le condizioni nell’ottenere credito.
Questo di Obama è uno dei classici casi che potrebbero rientrare tra quelli analizzati da Bastiat in “Ciò che si vede, ciò che non si vede”, oppure da Hazlitt in “L’economia in una lezione”. Va da sé che gli aiuti statali a un settore beneficerebbero chi in quel settore opera. Ma da dove verrebbero prese le risorse? Semplicemente verrebbero sottratte ai legittimi proprietari attuali o futuri, mediante imposizione fiscale o inflazione.
Ogni dollaro trasferito dallo Stato a Tizio, infatti, può solo arrivare dalla tassazione a carico degli altri contribuenti, oppure da un aumento del deficit, che prima o poi dovrà essere ripagato, attingendo alle tasche dei contribuenti futuri. L’aumento del deficit può essere finanziato mediante risparmio reale (dubito che sia il caso degli Stati Uniti), oppure mediante espansione della base monetaria. Nel primo caso, le risorse sono destinate volontariamente al finanziamento del deficit, ma ciò esclude che possano essere destinate a finanziare altre attività. Nel secondo caso, il nuovo flusso monetario avvantaggia Tizio, ma determina una diminuzione più o meno marcata del potere d’acquisto da parte degli altri soggetti, tramite una distorsione dei prezzi relativi.
In tutti i casi, l’aiuto concesso dallo Stato non è altro che un trasferimento di risorse, in modi più o meno coercitivi, da alcuni soggetti (presenti o futuri) ad altri. Concentrarsi solo sui beneficiari e sugli effetti immediati degli aiuti concessi è politicamente utile agli Obama di questo mondo, ma ciò non toglie che l’effetto sull’intero sistema sia, nella migliore delle ipotesi, una mera redistribuzione di risorse, e che qualcuno paga sempre il conto della apparente generosità dello Stato.
Sarebbe davvero “tempo di mettere la politica da parte e passare subito ai fatti concreti”, considerando anche ciò che non si vede.