“L’unione economica e finanziaria europea deve essere accompagnata da un’unione sociale. Questa unione sociale deve essere basata su una serie di valori che sostengano con forza i diritti di base, come già definito nella Carta europea dei diritti fondamentali. Questi non possono essere subordinati alla libertà di mercato di un singolo Stato europeo, ma devono avere sempre la priorità. Questo principio dovrebbe essere espressamente stabilito nella legislazione europea principale mediante una clausola vincolante di progresso sociale. In tutta Europa dovrebbero essere pagati gli stessi salari e dovrebbero essere applicate le stesse condizioni di lavoro alla stesso tipo di lavoro nello stesso posto. Non dovrebbe esistere né il dumping sociale né quello salariale.”
Questa è la posizione di S. Gabriel, F-W. Steinmeier, P. Steinbruck, ovvero del partito socialdemocratico tedesco, espressa in una sorta di articolo-manifesto firmato da alcuni esponenti di vertice; non ho messo anche i progetti di solidarietà tra Stati e mutualizzazione del debito, oltre all’invocazione di non meglio specificate politiche per la crescita e l’occupazione che tanto piacciono agli europeisti acritici di casa nostra.
Tutti coloro che si lamentano, magari non completamente a torto, della politica di Frau Merkel, dovrebbero leggere con attenzione l’idea socialdemocratica di unione sociale. Qualcuno potrebbe condividerla in toto, ma coloro che in Italia si spacciano per liberali e infarciscono i loro discorsi con la parola “libertà” credo dovrebbero riflettere prima di entusiasmarsi – come stanno facendo da qualche tempo – per le proposte avanzate dai socialisti francesi e tedeschi. In sostanza, l’unione sociale suona molto come unione socialista, nell’accezione sovietica del termine. I dettami dell’unione sarebbero sempre e comunque sovraordinati alle norme nazionali (come già in parte avviene) in misura molto più pervasiva rispetto a oggi, tanto da imporre una “clausola vincolante di progresso sociale”. Si tratterebbe, ovviamente, del progresso secondo l’idea di questi pianificatori della vita di tutti.
Le differenze naturali e attitudinali (forse anche caratteriali?) tra individui verrebbero cancellate per legge, in nome della lotta al dumping sociale o salariale. Lo stesso lavoro dovrebbe essere pagato in modo identico in tutta Europa, a prescindere da qualsivoglia considerazione sulla qualità dello stesso, sulla produttività di chi lo svolge e dal contesto in cui opera. Lo stesso dovrebbe valere per la spesa pubblica e l’imposizione fiscale.
Gli estensori del programma ipotizzano un futuro luminoso. A me sembra un incubo.
*Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/spd-culona-merkel/
a chi conviene l’euro?
cc/pil italia: negativo anni 80 (cambi fissi), positivo dopo svalutazione 92, disastro nell’era euro
http://www.tradingeconomics.com/chart.png?s=itaca2gdp&d1=19800101&d2=20120630
germania: l’ESATTO OPPOSTO !!!
http://www.tradingeconomics.com/chart.png?s=deuca2gdp&d1=19800101&d2=20120630
ovvero, come i cambi fissi, a partire da fine anni 70, hanno distrutto l’italia e gonfiato il debito (altro che “statalismo inefficiente”!):
http://www.byoblu.com/post/2012/06/09/Il-funzionario-oscuro-che-faceva-paura-a-Kohl.aspx