di NEREO VILLA
Allan Sloan, redattore senior di “Fortune”, descrive l’accordo di prestiti, siglato dalla Goldman Sachs, due terzi del quale ottenne un rating di tripla A (erano considerati sicuri come titoli di Stato!) nonostante gli acquirenti avessero preso in prestito il 99,3 per cento del prezzo delle case. Traduzione letterale: “Un mio amico di una ditta che ha una grande presenza finanziaria disse: ‘È ora che tu impari cosa sono i mutui subprime’. Così organizzò una sessione con il suo staff. E il tecnico che stava facendo tutto diventa tutto eccitato, corre al suo computer, e in circa tre secondi fa apparire un documento sui titoli venduti dalla Goldman Sachs. Era un disastro totale. I mutuatari avevano preso in prestito il 99,3 per cento del prezzo della casa. Non c’erano soldi nella casa. Se qualcosa va storto, loro abbandonano il mutuo. Questo non è un mutuo che vale la pena di fare, no? Bisogna essere pazzi per farlo. Ma in qualche modo si prendevano 8000 di questi mutui e ci mettevano le mani quelli della Goldman Sachs e delle agenzie di rating, e due terzi dei mutui erano valutati Tripla A. Avevavano il rating dei titoli governativi. È follia pura” (sottotitoli italiani del film “Inside Job” di Charles Ferguson).
Come poté accadere tale “follia pura”? Questa potrebbe essere una domanda per Mario Monti: come è possibile che dei rischiosi mutui subprime vengano impacchettati insieme e miracolosamente si trasformino in investimenti Cdo con punteggio Aaa?”.
Agli studenti universitari: non è necessario comprendere i dettagli dei complicati modelli matematici per cogliere il nocciolo della questione. L’intuizione chiave che emerge da questa dichiarazione di Sloan (https://www.youtube.com/watch?v=kzhWodFE7E0) è che le banche e le agenzie di credito sottovalutarono pesantemente la correlazione delle insolvenze dei subprime. Ora, se volete, potete imparare qualcosa sulla correlazione, per la vostra carriera nella finanza, o semplicemente per evitare perdite di soldi nel vostro futuro di investitori…
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