L’origine della parola schei, che in veneto vuol dire soldi, è deliziosa. Deriva infatti dall’abbreviazione di Scheidemünze, ossia i centesimi della moneta dell’Impero Austro-Ungarico. I veneti, allora sotto l’Austria, avevano abbreviato questa lunga parola pronunciandola come era scritta; quindi schei e, di riflesso, scheo al singolare.
I schei (mi viene da chiamarli solo così perché il termine italiano mi sembra poco incisivo) sono un mezzo importante per tutti noi, per alcuni di più e per altri di meno. Un luogo comune che trovo personalmente molto irritante è quello che dipinge i libertari come una specie di monomaniaci per i schei e ricconi che si trincerano dietro le loro balzane teorie solamente per poter sfruttare il prossimo. In realtà per quello che mi riguarda e per quello che ho conosciuto in giro, i libertari sono personale normali. Abbiamo i nostri mutui, abbiamo i nostri casini al lavoro e nella vita, abbiamo i nostri successi e insuccessi. Personalmente i schei mi interessano sempre meno e non sono il motore che mi spinge a parlare di libertà.
Se siete nuovi della filosofia libertarian può essere che abbiate avuto un’impressione erronea o superficiale su quello che muove i libertari. Siamo individualisti che ritengono che le interazioni con altri individui debbano essere libere e non veicolate con la coercizione. Questo può farci apparire “egoisti” ma in realtà siamo le persone che più hanno presente cosa voglia dire “volontariato” in senso lato perché siamo, appunto, tenacemente favorevoli alle libere interazioni! Non siamo “isolazionisti” e non pensiamo che ogni uomo sia un’isola ma al contrario sappiamo bene che per costruire solide relazioni è necessaria la volontarietà. Non confondiamo la coercizione statale con la generosità, è questo che crea il cortocircuito mentale in molte persone.
I schei che lo stato ci prende forzosamente sono uno degli aspetti più appariscenti dell’intrusione statale nelle nostre vite ed è per questo che ci sentite parlare spesso di soldi. Ma state ben certi che non è solo questione di schei. Non confondete il pasciuto benestante con il libertarian perché spesso il pasciuto di cui sopra è favorevole all’intrusione e alla regolamentazione statale in quanto fonte di privilegio e rendita per lui.
Attenzione, non sto scrivendo che i soldi, i schei, sono lo sterco del demonio o cose simili. Non ho nulla contro la ricchezza, anzi, e il pensiero libertarian è l’esatto contrario del pauperismo. Sto qui scrivendo invece che ridurre una filosofia come la nostra a “dare meno soldi allo stato” è decisamente uno sgarbo che non ci meritiamo.
* Link all’originale: http://libertarianation.org/2012/03/19/schei/
Nella battaglia navale di Lissa – vinta nel 1866 dalla flotta austroungarica contro quella italiana, condotta dall’ignobile schettinammiraglio Persano – i marinai vittoriosi, in gran parte veneziani e istriani, accolsero la vittoria al grido di “Viva San Marco!”.