Una volta, c’era l’uomo del Monte che diceva sì. Da oggi, sarà Attilio Befera a vestirne i panni e il panama e al suo sì, pronunciato dall’Esquilino (non sarà un monte, ma è pur sempre un colle), i negozianti potranno affiggere sulle porte dei loro ingressi una specie di “bollino blu”, tipo banana Chiquita, che certificherà che il negozio è in regola con il pagamento delle imposte. Giusto per ricordare le onorificenze ducesche, potrebbe anche nominare il titolare dell’esercizio “Cavaliere di Gran Croce dell’Ordine Tributario”.
La notizia, rilanciata ieri da tutti i giornali, è la seguente: sarà un bollino come quelli che attestano il rispetto dell’ambiente. In futuro i negozianti che pagano le tasse potrebbero essere premiati dal Fisco con una specifica attestazione di onestà. A parlare della possibile iniziativa è il direttore dell’Agenzia delle Entrate nel corso di un convegno alla Pontificia Università Lateranense”.
Che figata no? Se acconsenti senza batter ciglio a farti fottere i ¾ del frutto del tuo lavoro per mantenere una casta di parassiti e lacché, lo Stato ti darà una pacca sulla spalla e un adesivo per inzozzarti la vetrina.
Durante l’esposizione di questa genialata, “Nosbeferatus” ha specificato: “Dovremo approfondire se e a quali condizioni l’Agenzia (ne parla come fosse la Cia, nda) possa impegnarsi a rilasciare pubblici attestati di riconoscimento di correttezza fiscale agli esercizi commerciali risultati in regola al controllo degli obblighi tributari”.
Già, volete mettere? Ecchecacchio! Mica possono rilasciare ‘sta patacca alla leggera! Nel paese in cui vige il valore legale del titolo di studio, vedrete che per avere in dono la calcomania il negoziante sarà anche costretto ad andare, in ginocchio sui ceci, alla Camera di Commercio, con in mano la “marca da bollo per il bollino”, al fine di sostenere un esame pubblico per ottenere il diploma di “titolare dell’adesivo originale del contribuente perbene”, che sarà ovviamente griffato con l’autografo di sua maestà il gabellatore.
Come s’è ridotta la Pontificia Università da quando Monti ha detto che (forse) obbligherà il Vaticano a pagare l’Ici. Una volta, quando la Chiesa non era ancora scesa a patti (lateranensi) con lo Stato, tra i sacri muri ecclesiatici insegnavano Juan de Mariana, autore di un magistrale trattato sulla moneta, che sosteneva che “la nostra principale e maggiore preoccupazione deve essere… di proporzionare le spese alle ricchezze e potenzialità dei singoli e che i tributi si relazionino alla necessità delle spese”. Oppure Pedro Fernández de Navarrete che affermava che “le tasse alte hanno originato povertà. Temendo continuamente gli esattori delle tasse, gli agricoltori per evitare le vessazioni, preferiscono abbandonare la loro terra. Il solo paese piacevole è quello in cui nessuno teme gli esattori”. Altrimenti, Pedro de Navarra che redarguiva che “le tasse possono essere tiranniche, non solo nel caso in cui chi le impone non ha la facoltà legale di farlo, ma anche se una persona viene tassata più di altre o se i fondi delle tasse vengono usati per un motivo personale o nell’interesse del principe invece che per il bene comune. In casi di estrema necessità, il popolo non è, in coscienza, obbligato a pagare”.
Pio XI, nella Quadragesimo Anno, ebbe a dire: “Come non è lecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e con l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori libere comunità si può fare. Ne deriverebbe un grave danno e uno sconvolgimento del retto ordine della società”. Chissà se qualche porporato – nei corridoi dell’ateneo romano – avrà spiegato al beffardo Befera che il beato Antonio Rosmini riteneva che “l’assolutismo consiste principalmente nel comandare alla borsa degli altri”. Macché, troppa grazia sarebbe stata. Il deus ex machina di Equitalia sarà anche tardo in scolastica, ma sostiene che “non pagare le tasse è sintomo di mancanza di intelligenza sociale”, come dire che gli autori di cui sopra sono degli ignoranti.
Eppoi, oggi mica fan testo quattro liberali cattolici, per l’opinione pubblica sono i sondaggi a segnare i comportamenti, tipo quello che dice che “l’80% degli italiani approva i blitz contro l’evasione fiscale”. Certochesì, ma pur sempre nel rispetto della sindrome di Nimby, ovvero se le Fiamme Gialle finiscano nel negozio del vicino! E’ l’invidia bellezza!
Poco importa che il Codacons, per voce del suo presidente Carlo Rienzi ritenga che l’iniziativa del capo degli inquisitori fiscali sia una “sciocchezza e un progetto incivile”. E allora? Sarà mica un paese civile l’Italia! Spulciando le classifiche in materia di libertà economiche siamo dietro la Mongolia, le Granadine e il Belize. Il Gambia ci sta per superare. Financo il travagliato “Stato libero di Bananas” ci fa ‘na sega, quindi un bel bollino (io consiglierei di farlo mettere in fronte) gli italioni se lo meritano proprio!
P.S. Eviterò con cura di diventare cliente dei “Befera shop’s”!
* Link all’originale: http://www.lindipendenza.com/nel-libero-stato-di-bananas-ci-vuole-il-bollino-di-befera/
Dai ! Quante storie ! E che ci vuole !
Stampiamo in proprio i pass per parcheggiare nei posti riservati agli handicappati, i pass per entrare nelle zone interdette al traffico (se non si è un giornalista, un politico, un comunale autorizzato, uno in borghese della polizia municipale, un consigliere comunale o comunque un ammanicato, …), le officine “autorizzate” sono una fabbrica di importanti bollini blu e revisioni, si clonano le targhe per far prendere le multe ad altri, si sussurra affinché la notizia non si diffonda, che molte auto girino con falsi documenti assicurativi, … e allora che sarà mai il beferabollino?
Continuo a sostenere che ai “pieni di merda” lo sfotto fa più male della spada e che dovremmo imparere a fare la sana e rumorosa pernacchia partenopea con la quale accoglierli al loro passaggio, altro che battito di mani e sventolio di bandierine. Ogni beferabollino falso sarà uno sfotto. Che diamine, pronti tutti alla stampa appena ne esce il logo originale, “…Befera chiamò”.
Spero di vivere abbastanza per vedere sommerse da una risata queste iniziative demenziali. In ogni caso, qualora il proposito di Befera venisse attuato, farò propaganda presso tutte le persone che conosco perchè non si entri nei negozi “bollati”. Se tutti i libertrari lo facessero, forse la bella trovata del pubblicano che, invece di battersi il petto come il suo collega evangelico, frequenta le istituzioni religiose e si vanta di andare a messa, si ritorcerebbe contro se stessa, sprofondando, appunto, nel ridicolo.
Beh, io da quelli con l’adesivo non ci vado più a comprare.
Leo, avrei dodici domande per befera (la b è appropriatamente minuscola come il boiardo che denomina) che ho mandato a Fazio, il presentatare (ah ah ah ah !!) del famoso show “Faziouncazio – Show” dove befera è transitato settimana scorsa, rispondendo alle domande che lui stesso si era scritto e che Faziouncazio ha recitato col solito sorriso beota stampato sulla faccia e il pubblico plaudente !!! Le dodici domande meritano un post, modestia a parte, o che ne so : un bel titolo di prima pagina sull’indipendente. Non per dar lustro al mio nome, che non sono in cerca di popolarità, (mi basterebbe vivere in un paese dove l’esproprio non avesse raggiunto il livello che conosciamo) ma solo perchè a Roma e dintorni, quella massa di neurolesi che con i nostri soldi sproloquia e profetizza di ogni che, abbia presente, che in giro ci sono ancora persone che non si arrendono fino a che non saranno liberi da questo cancro che è lo statalismo e i suoi boiardi, i suoi liturgisti e i suoi dogmi Se vuoi Leo, le 12 domande te le mando per mail giudica poi tu, con la tua esprienza giornalistica e di libertario.
Io proporrei una stella gialla su ogni negozio.
Magari a sei punte.
Avevo pensato pure io alla stella gialla !! siccome gli evasori vengono additati come parassiti della società !!! da un spot dell’agenzia del pizzo di Roma, ricordo a chi ci legge, anche a qualche deficiente che per conto di befera o affiliati, non escludo visiti questo sito, per verificare la pericolosità delle teste che ancora pensano in proprio, che l’ultimo che defini parassiti altri uomini fu Adolf Hitler, che fece così credere ai tedeschi che la causa della crisi economica di allora erano loro. Sappiamo tutti come andò a finire, prima per gli ebrei e poi per l’intera Germania, tedeschi inclusi.
Inqualificabile: un’iniziativa talmente incivile e barbara, che che si commenta da sè … Probabilmente, però, è solo la “cartina al tornasole” di un Paese alla deriva, che probabilmente ha superato la crisi perchè …. è già sprofondato nella miseria più nera, quella irreversibile: tanto più devastante, quanto più si sono buttati a mare logica, buon senso, idee, decenza e un briciolo di spiritualità. Siamo in un Paese assurdo, inverosimile, da neuro-deliri … in cui gli unici che possono trovare il “proprio comodo”, oltre alla pletora sterminata di parassiti beninteso, non possono essere altro che mentecatti o lobotomizzati! Della serie: quando il sonno della ragione genera mostri …