Questo governo italiano possiede una profonda attitudine a prendere per i fondelli i cittadini.
Sarà per il fatto che trattandosi di un governo tecnico, con un mix di caratteristiche quali la facoltà di decidere chi danneggiare e chi no e quella di avere consapevolezza (tecnica) di ciò che combina, esso riesca a darla meglio a bere ai più. Non saprei. Ma resta il fatto che dopo aver discusso su questo blog il decreto sulle “fanta liberalizzazioni”, mi trovo nuovamente a tornarci su e a scrivere (non bene) circa le disposizioni riguardanti la nuova tassa sugli immobili IMU.
In particolare, mi riferisco all’emendamento che si riferisce alle esenzioni dall’IMU, approvato qualche giorno fa in commissione industria del Senato, il quale suggerisce l’aggiunta dell’art. 91-bis al D.L. 1/2012. Ad essere interessati sono, fra gli altri, anche la Chiesa. In tempi troppo maturi, i giornali, i talk show televisivi e i quotidiani della carta stampata hanno gridato ai quattro venti che giustizia sarebbe stata fatta, ora che si ventilava che anche la Chiesa avrebbe dovuto pagare la tassa sugli immobili. E’ bastato attendere qualche mesetto per rendersi conto che si sia trattato di solo fumo narcotizzante, per far placare la pubblica opinione sulla questione dei privilegi fiscali riservati alla curia, che continua a restare immune alle misure di austerità del governo.
Ecco cosa dice la norma 91-bis a questo proposito. In buona sostanza gli immobili destinati al culto, adattività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive, erano esenti dalla vecchia ICI e restano esenti dalla nuova imposta IMU. Mentre saranno soggetti ad imposta gli immobili nei quali si svolge un’attività con modalità commerciale (chissà cosa significherà mai! Poi lo preciseranno).
Inoltre, saranno soggetti ad imposta le unità immobiliari che abbiano un’utilizzazione mista. In questo caso, l’esenzione si applica solo alla frazione di unità nella quale si svolge l’attività di natura non commerciale, in cui si svolgono attività assistenziali, previdenziali, sanitarie, didattiche, ricettive, culturali, ricreative e sportive o di culto. Così, i finti conventi dove in realtà si svolgono vere e proprie attività ricettive in modalità commerciale (per dirla alla maniera della legge in esame), non potranno più mascherarsi per sottrarsi al pagamento dell’imposta immobiliare.
Nel classico stile all’italiana, hanno cambiato una legge per non cambiare un bel niente. A volte anche per peggiorare la situazione. Vi spiego perché. L’IMU la si deve intendere come una vera e propria imposta patrimoniale, perché essa colpisce effettivamente coloro che sono proprietari di un patrimonio specifico, un immobile appunto. Come tale essa si dovrebbe pagare solo e soltanto sulla base del fatto di essere proprietari dell’immobile e dunque sulla sua rendita catastale, la quale stima in maniera più oggettiva possibile il valore imponibile del bene oggetto di tassazione. Così varrà sia per gli immobili privati destinati all’abitazione o ceduti in fitto, sia per quelli pubblici, privati e della Chiesa in cui si svolge attività commerciale.
Ma ciò non varrà per gli immobili in cui si svolge attività non commerciale ma di rilevanza sociale, siano essi di privati o della Santa Sede. Per questi, l’IMU si applicherà solo sulla parte di immobile destinato ad attività commerciale (se esiste. Chissà poi come la si individuerà!) e quindi sulla base dell’esistenza di un flusso reddituale. In buona sostanza, l’applicazione dell’IMU, da essere di tipo patrimoniale, in questo caso diverrebbe di tipo sui redditi; come l’IRES o l’IRPEF, per intenderci. Tutto dipende da quale senso sarà dato alle parole “modalità commerciale”. Ciò è una confusione concettuale intollerabile, a mio avviso; ma loro, cose tipo questa, osano chiamarla semplificazione!
Non solo, cari lettori. Ma così facendo non si risolve l’annosa distorsione economica che questa imposta produce nel nostro malmesso mercato; la discriminazione ingiustificata fra imprenditori. Infatti, se ad esempio tu sei un imprenditore che eroghi un servizio scolastico privato, organizzato sottoforma di società commerciale, proprio perché quella compagine la ritieni più utile per gestire in modo efficace l’attività che produrrebbe un utile e che, intascandolo, dovrebbe darti a campare, sei passibile di IMU.
Se invece sei una persona che offre lo stesso servizio di cui prima (magari, riconosciuto paritario con quello pubblico) ma che, invece di metterti in tasca l’utile prodotto, esso lo reinvesti tutto nella tua attività (quindi,senza fine di lucro), allora non sei passibile di IMU. Ma siamo sicuri che gli enti no-profit reinvestono tutto quello che guadagnano nella loro attività?
In quest’ultimo caso infatti, se sei una persona furba potresti riuscire ad impiegare, buona parte di ciò che si guadagna con l’attività no-profit, in attività bancarie ad esempio, facendo maturare degli interessi, che a loro volta accrescono sì la tua cassa, senza però che essi si configurino come lucro ai fini del pagamento dell’imposta e a continuare ad essere tranquillamente esente da IMU. E stessa cosa con gli accantonamenti per le consulenze più disparate che in realtà sono veri e propri accantonamenti di utili, con i rimborsi spese che in realtà sono veri e propri compensi ai soci, con le quote associative che in realtà sono rette a tutti gli effetti. Insomma, si sa come si fa in Italia a mascherare un’attività propriamente commerciale con la storia dell’ente no-profit!
Questa discriminazione che la legge pone in essere, che favorisce gli uni ma penalizza gli altri, da che cosa è giustificata? Dal fatto che in teoria, gli enti no-profit, non accumulando utile, si occupano davvero del bene della gente? Ma perché, gli enti commerciali invece, si occupano del male della gente? Dove starebbe scritta questa equazione immediata e assoluta? E poi, nell’esempio del servizio scolastico, sia che per un ente no-profit che per uno commerciale, la gente che usufruisce del servizio sborserebbe una retta maggiore di quanto pagherebbe per un istituto pubblico. Fra le due opzioni, per il consumatore, dove sarebbe il vantaggio che l’istituto no-profit garantisce e che quello commerciale non fa? Forse il punto a favore delle organizzazioni senza scopo di lucro risiede nella maggiore qualità che si presume essa possa offrire, considerato che le intenzioni di questi non mirano al profitto? Ma di buone intenzioni sono lastricate le vie per l’inferno (la Sacra Bibbia docet)! Ve l’ho spiegato prima. Di questo io non sarei così sicuro. La concorrenza fra più realtà; questa sì che stimola gli attori economici ad offrire e a garantire la migliore qualità al prezzo più basso, pur di non essere scalzati dal concorrente. Certamente, ciò non lo determina mica il fatto di essere un ente profit piuttosto che uno no-profit.
Il risultato dell’applicazione di questo tipo di imposte è che chi vuole fare veramente l’imprenditore viene danneggiato, chi invece riesce a fare utili e a nascondersi dietro una realtà no-profit risulta essere premiato, perché riesce a non pagare l’obolo di legge a cui invece l’imprenditore dichiarato non sfugge. Io non sono fra coloro che vogliono che la Chiesa paghi l’IMU come tutti quanti gli altri. Ritengo che tutti debbano avere pari opportunità sul mercato, senza che ci sia qualcuno che goda di privilegi immotivati rispetto agli altri. Tutt’al più io sarei a favore dell’esenzione dall’IMU per tutti quanti, così come già lo è per la Chiesa. Contrariamente a ciò, si preferisce creare più confusione, si fanno pagare più tasse, si distorce di più il mercato e basta solo che si riesca a far abbassare lo “spread”, che si fa credere che le cose si stiano aggiustando. Ma in realtà si stanno aggiustando solo per i pochi già arricchiti. Lo spread può scendere fino a zero, ma per la maggior parte di noi, non si sta aggiustando un bel niente!
* Link all’originale: http://www.adelfo.it/2012/03/imu-alla-chiesa-ma-quando-mai-2.html?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=imu-alla-chiesa-ma-quando-mai-2
Caro Leonardo Facco.
Noto che sono diverse settimane che non scrivi le tue scemenze sulla Lega Nord.
Cosa è successo ?
Ah ! Capisco !
Per anni hai descritto Bossi come il cane da compagnia di Berlusconi, avendo venduto il simbolo del Carroccio al cavaliere , mai supportate da documenti se non qualche pezzo di carta straccia da te recuperato in qualche cestino di Via Bellerio.
Oggi invece Bossi ha mandato a fare in culo il cavaliere facendogli sapere che glifa pena : come si concilia questa arroganza di Bossi nei confronti di Berlusconi col fatto che quest’ultimo sarebbe proprietario del simbolo del Carroccio ???
Infatti non si concilia e rappresenta la prova del nove che nei tuoi libri hai scritto solo falsità.
” Bossi non lascerà mai Berlusconi! Perchè Berlusconi ha comprato la Lega ed il suo simbolo ! ”
” Bossi è il cane da compagnia di Berlusconi e non morderà mai più ! ”
Queste sono le stronzate scritte per anni da giornalisti epolitici di mezza tacca.
L’ anticomunismo di facciata del Cavaliere è andato a farsi fottere ed ora esso vota COI COMUNISTI da lui tanto odiati, tra una leccata di culo e l’ altra a Mario Monti ed a Bersani.
Stanno addirittura pensando di fondersi in un Partito Unico che potrebbe chiamarsi INSIEME PER L’ ITALIA !Una ammucchiata con dentro tutti:cani e porci ma soprattutto troie.
Aveva proprio ragione quel tale che scrisse tanti anni fa : IL PATRIOTTISMO E’ L’ ULTIMO RIFUGIO DEI FARABUTTI.
Oggi la Lega Nord è la sola forza che si oppone al governo dei Banchieri e della finanza internazionale che il vostro sito contrasta, e giustamente , aggiungo io.
Nemmeno una parola su Davide Boni.
Questo ti fa onore in quanto anche tu hai capito che i poteri forti hanno attivato l’ Ufficio Porcate e Colpi Bassi del Tribonale di Milano al solo scopo di cercare di far cadere la Regione Lombardia ed avere così , dopo il colpo di Stato di Monti a Roma ,il pieno controllo del Paese , potendo gestire in tal modo sia la Capitale Politica che quella Economica della Nazione.
Le recenti accuse a Romano La Russa sono ancora più indicative di questo tentativo di replicare il golpe romano anche in Padania.
Nel frattempo il governo Monti ha smontato la Riforma federale messa in piedi solo e grazie alla Lega e sta eliminando tutti i provvedimenti di Maroni , dal contrasto all’ immigrazione clandestina alle norme contro il teppismo negli stadi.
Se i provvedimenti leghisti fossero stati così innocui per il potere centralista romano, non pensi che li avrebbero lasciati stare ?
Ora l’ unica nota dissonante alla piena affermazione di un governo eterodiretto grazie alla complicità di Giorgio Napolitano ( che andrebbe processato per alto tradimento ) resta soltanto la Lega Nord ed un uomo in precarie condizioni di salute ( come l’ Italia ) di nome Umberto Bossi.
E in molti lo stanno capendo : soprattutto in quella enorme massa di coglioni che in Padania hanno creduto per anni alle promesse farlocche del piazzista Silvio Berlusconi.
Ma anche numerosi elettori della sinistra, rovinati dai provvedimenti di Monti e dall’ Euro di Prodi, stanno passando alla Lega.
@Lombardi.
Se uno vuole la sua chiesa non sarai certo tu a dire agli altri cosa devono fare, o quale chiesa frequentare!!!
L’IMU è una tassa espropriatrice che trasforma la proprietà in affitto: la casa non è più tua, è dello stato che te la concede ,se non paghi, lo stato ti butta fuori. La chiesa è un club come gli altri, ha gli stessi diritti degli altri. La considerazione che ne ha gente come il Lombardi denota una soggezione psicologica difficilmente curabile. Bisogna essere liberi per capire certe cose.
In compenso i partiti, oltre a recuperare sotto forma di rimborsi 4 volte quello che spendono, non pagano l’Imu
dio non esiste e la chiesa va smantellata
La chiesa non pagherà mai e prende tantissimi milioni di euro dall’ otto per mille
L’otto per mille è una cosa ignobile, l’Imu è una cosa ignobile. Non è che sommando due cose ignobili si ottenga qualcosa di buono, anzi, si incrementa il tasso complessivo di stupidità dove i ladroni allignano alla grande.
L’IMU è una imposta ignobile in ogni caso, è un esproprio social-burocratico, un attacco agli ultimi residui di proprietà privata inaccettabile anche se a carico della Chiesa.
Fa vomitare vedere il pensionato da 15.000 euro anno che implora pietà per se ma invoca l’IMU per chi ne prende 30.000. Altrettanto chi si consola perchè bastonano anche i preti. Gentucola.
alla chiesa va confiscato tutto per manifesta falsita’ di cio’ che propaganda
Per secoli le chiese sono state gli unici musei sempre aperti, e gratis, dove gli analfabeti potevano godere come gli eruditi dei tesori e della bellezza raccolti e custoditi nella “loro” chiesa. Per secoli mentre i “potenti”, spesso più analfabeti dei poveri, spadroneggiavano, la chiesa è stata custode e propagatrice di cultura e arte. Per secoli il figlio del contadino ha avuto la possibilità di diventare papa, (è accaduto) per merito proprio e per merito di un ascensore sociale mai nemmeno imitato. Quanti figli di contadini sono diventati re?
se i preti di oggi vogliono i riconoscimenti dei preti del passato, dovevano nascere nel passato.
ora paghino le tasse se le pagano gli altri
e siano esentati se sono esantati gli altri.
A me non me ne frega niente dei preti. Io non ci tengo di dover pagare il biglietto per andare a vedere l’arte prodotta dai miei predecessori, e questo vale per le chiese come per i musei. A chi appartengono le chiese? I preti sono i custodi, non sono i proprietari, perchè dovrebbero pagare una tassa sulla proprietà? Questa cosa va chiarita, fare i “mangiapreti” un tanto al chilo è un atteggiamento disdicevole che lascio volentieri agli anarco-comunisti de noantri.
parecchi… molti imperatori romani erano figli di morti di fame.
Parlavo di ascensore sociale, elevazione per merito, secchioni poveri, non di presa violenta del potere. So anch’io che scavando nelle radici di una grande dinastia i trova sempre un massacratore ex morto di fame.