In Anti & Politica, Economia

DI REDAZIONE*

ROMA – Vip, clandestino, spallone o mago. Sono 7 le tipologie del “magnifico” evasore stilate dagli investigatori del fisco. Un identikit degli evasori e dei loro comportamenti da affiancare al nuovo redditometro. False fatture, conti truccati, approfondimenti sui redditi e trasporto di denaro all’estero: ogni evasore ha il suo stile ed i suoi modi per aggirare l’Agenzia dell entrate, che ora però ha definito i profili e sa come cercarli. Tra le tipologie particolarmente insidioso è il comportamento del “contribuente bifronte”, come riporta Repubblica, un vero doppio giochista che dietro un’apparente regolarità fiscale, cela patrimoni ben nascosti sotto la superficie.

La vita del contribuente bifronte è facile: si lucra su costi e ricavi. Artigiano, negoziante o professionista, il bifronte emette regolarmente scontrini e fatture, ma poi fa risultare la colf personale come un’operaia dell’azienda o come donna delle pulizie. Un risparmio “casalingo”, per un conto aziendale gonfiato. Chi invece sceglie i prestiti infragruppo è un “colletto bianco”, un evasore che emette prestiti in favore di parenti o amici in paradisi fiscali, facendo transitare il passaggio di denaro in Europa, dove i costi delle ritenute sui capitali è ben inferiore alle imposte in Italia.

Pensionati, cassintegrati, statali o disoccupati con sussidio: questi sono gli evasori “per necessità”. Sono sicuramente la tipologia più diffusa e più difficile da denunciare o colpevolizzare, perché l’attività svolta in nero, ad esempio idraulico o elettricista, viene fatta per arrivare al sospirato fine mese senza essere strozzati da debiti e crisi. Ci sono tra questi anche gli statali, che al magro compenso abbondantemente tassato dallo stato, affiancano un secondo lavoro. Contrapposti agli evasori per necessita, ci sono gli evasori “Vip”. Il calciatore o l’attrice di turno alla modica cifra di 30 mila sterline l’anno registra la propria residenza a Londra, dove vige la legge che a pagar le tasse siano solo coloro i cui redditi provengono dal Regno Unito stesso.

Il “clandestino” è poi l’evasore più difficile da stanare. Senza telefono fisso, molti numeri telefonici cellulari, compra e vende in nero. I 7.500 individuati dalla Guardia di Finanza solo nel 2011 hanno evaso 21 miliardi di euro, circo 2,8 milioni a testa. Non poteva mancare il “mago”, che crea società fantasma e poi guadagna sull’Iva. Il mago infatti importa da una società estera per una società fittizia, e chiude la società in Italia prima di pagare l’Iva che gli spetta. Poi vende la merce ad una società complice, che scarica l’Iva mai pagata allo Stato. Risultato è che l’Iva venga pagata dal consumatore finale, ma non alle casse dell’Agenzia delle entrate.

L’ultima e audace tipologia è quella dello “spallone”, che fisicamente carica valige di soldi e lingotti d’oro e fugge via alla frontiera d’oltralpe. I capitali portati in Svizzera “in spalla” dall’Italia pagando così meno tasse sui rendimenti di azioni, obbligazioni e gestioni patrimoniali ed evitando la fastidiosa doppia imposizione fiscale.

*Tratto da blitzquotidiano.it

P.S. Contro una potenza di fuoco così devastante della propaganda, la battaglia è durissima. (Elleffe)

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Showing 4 comments
  • Rodolfo

    È vero! La propaganda sta diventando micidiale.
    Una puttanata ripetuta in continuazione magicamente , nel tempo, diventa vera!!
    La vedo male con tutti questi TG e giornali di TOTALE PARTE!!!!

  • Dino

    Li rispetto tutti.

  • vecchiorob

    beh effettivamente il serrato impegno dei media sull’argomento da ben poco da dubitare che questa sia una vera e propria manovra volta alla formazione di un’opinione pubblica forcaiola.
    Fumo in abbondanza per annebbiare l’occhio, già un po’ orbo, del fruitore medio di quotidiani e tv.
    Spesa statale gofiata all’inverosimile? Corruzione? Concussione? Mafie? E che saranno mai al confronto di questo mondo di furbastri, ladri puzzolenti di lavoratori (LAVORATORI!!!!!!!!) autonomi….
    signori, è pura PROPAGANDA DI REGIME. Imputare i mali di una società putrida come quella italiana su una delle poche categorie che, coraggiosamente e a PROPRIO RISCHIO, ha tenuto in piedi la baracca producendo reddito, creando lavoro e consumo è immorale.

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