Una delle domande salienti poste dal Congresso a Bernanke riguarda un articolo di Kevin Warsh sul Wall Street Journal, in cui egli affermava quanto segue: “Gli investitori privati vengono sospinti fuori dal mercato quando la Fed (Federal Reserve, la banca centrale USA – NdT) interviene sul mercato con offerte molto grosse (per comprare titoli di stato NdT). Di conseguenza, l’amministrazione e il Congresso prendono decisioni relative alla tassazione e alle spese – con implicazioni enormi per il nostro tenore di vita – accettando un maggiore rischio per quanto riguarda i costi di finanziamento futuri”.
Questa è, molto probabilmente, la questione che domina la politica monetaria della Federal Reserve nell’ambito della dottrina alla base di “Operation Twist” (si tratta dell’insieme di misure con cui la Fed mira a “contorcere” la curva dei tassi di interesse e il cui obiettivo principale consiste nell’abbassare i tassi di interesse dei titoli di stato con durata superiore ai 6 anni – NdT), con cui la Fed compra titoli a lunga durata e vende quelli a breve durata (sotto i 3 anni), la cui seconda componente (ovvero la vendita di titoli sotto i 3 anni, NdT) è completamente irrilevante, visto che la Fed ha già garantito tassi praticamente a zero (ZIRP – zero interest rate policy) fino al 2014, essenzialmente confermando che “Operation Twist” non è altro che un QE3 (Quantitave Easing numero 3, http://it.wikipedia.org/wiki/Alleggerimento_quantitativo – NdT) sotto mentite spoglie, come noi sosteniamo da sempre, dal momento che le politiche di tassi perennemente a zero della Fed annullano gli effetti della vendita dei titoli a breve durata. Inutile dire che la risposta di Bernanke è stata irrilevante. In ogni caso, eccovi la statistica più stridente.
Come Barclays ha mostrato un po’ di giorni fa, grazie ad “Operation Twist”, la Fed ha monetizzato praticamente tutte le emissioni di titoli con durata dai 20 a 30 anni, per l’esattezza il 91%. In altri termini, Warsh ha messo il coltello nella piaga, e una volta di più ci troviamo con un mercato artificiale in cui soltanto la Fed definisce la forma della curva dei rendimenti dei titoli di stato, modellandone l’estremità più lontana.
Cosa succederà quando “Operation Twist” finirà?
I titoli a 30 anni collasseranno?
Cosa succederà quando non ci sarà un intervento esplicito della Fed a tamponare l’estremità più lontana della curva?
E’ questa la ragione per cui Bill Gross (http://en.wikipedia.org/wiki/Bill_Gross – NdT) ieri ha detto di aspettarsi che la Fed “firmi molti più assegni” nei prossimi 12, 24 e 36 mesi. E come potrebbe non essere così? Non abbiamo più un mercato fatto di partecipanti razionali – l’intero mercato si riduce ad un solo attore irrazionale, la cui maggiore controparte, la BCE, detto incidentalmente, è oltre la soglia della bancarotta.
Infine, cosa succederà al bilancio della Fed quando i tassi di interesse incominceranno a crescere? Con un portfolio con la durata superiore di sempre, il DV01 (Dollar Duration, http://en.wikipedia.org/wiki/Bond_duration#Dollar_duration.2C_DV01 – NdT) è attualmente ben oltre i 2 miliardi di dollari (ovvero una perdita di 2 miliardi di dollari per ogni punto base di incremento dei tassi).
E continua ad aumentare.
* Link all’originale: http://www.zerohedge.com/news/under-twist-fed-has-purchased-91-all-gross-issuance-long-dated-us-treasurys
nulla, succedera’ che andremo verso le monete private.
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