“L’America ha sempre contrabbandato il quantitative easing come un aiuto all’economia. Il che è vero indirettamente. Comprare titoli sul mercato, stampando moneta, fa bene al Tesoro che risparmia sugli interessi e in teoria fa bene alle imprese che si finanziano a tassi bassi. Infine, contribuisce a tenere basso il valore della valuta. Ma droga i mercati, perché spinge gli investitori a rischiare meno, indirizzandoli sui titoli di Stato. E se questi titoli diventano un rifugio dal rischio, come i Treasury o il Bund, s’incentiva di fatto la fuga degli investitori dagli altri titoli. Questo fenomeno s’è alquanto attenuato da dicembre, grazie al finanziamento a lungo termine della BCE…”
(W. Riolfi)
Walter Riolfi scrive sul Sole 24 Ore. Commentando il recente andamento dei mercati finanziari, fornisce una descrizione degli effetti della monetizzazione del debito da parte delle banche centrali. Descrizione che non mi convince del tutto.
In primo luogo, credo sia improprio considerare il quantitative easing un aiuto, ancorché indiretto, all’economia. Credo, piuttosto, che sia un aiuto a taluni operatori economici. E non è la stessa cosa. In particolare, si tratta di un aiuto a tutti coloro che riescono a sopravvivere solo con tassi di interesse tenuti artificialmente bassi. Tipicamente si tratta di soggetti che operano facendo cospicuo ricorso al debito.
Ma non si tratta di un pasto gratis. Meglio: il pasto è più o meno gratuito per i beneficiari, ma il conto è pagato da chi vede diminuire il potere d’acquisto della moneta e bastonati i propri risparmi.
In secondo luogo, l’obiettivo del quantitative easing è opposto a quello di spingere gli investitori a rischiare meno. E questo sia che ad agire sia la FED, che compra direttamente titoli sul mercato (non ha comprato solo titoli del Tesoro, ma anche cartolarizzazioni e altri strumenti di dubbia qualità), sia che operi la BCE, che compra direttamente in misura minore, ma fornisce liquidità illimitata alle banche a fronte di strumenti finanziari posti a collaterale (non solo titoli di Stato).
Quelli evidenziati da Riolfi sono effetti di secondo livello, che si verificano quando lo stimolo della monetizzazione viene interrotto o anche semplicemente attenuato. Trattandosi di un provvedimento che non fa nulla per affrontare le cause della crisi (in realtà, fa l’esatto contrario), inizialmente la compressione dei rendimenti dei titoli a basso rischio spinge gli investitori a comprare strumenti a maggior rischio, comprimendone a sua volta i rendimenti. Si assiste a un’inflazione sui prezzi delle attività finanziarie e reali. Quando lo stimolo viene attenuato o interrotto, gli investitori tornano a uscire dagli investimenti percepiti come a maggior rischio, in quanto ritengono non risolti i problemi di fondo.
E’ per questo che la FED ha dovuto far seguire al primo QE un secondo round, poi la cosiddetta operazione Twist (in cui allunga le scadenze dei titoli in portafoglio mediante compravendite sul mercato) ed è probabile che prossimamente passi a una qualche forma di QE3. E penso che questo potrebbe essere anche l’effetto di secondo livello una volta che la BCE smetterà di prestare i soldi illimitatamente alle banche con finanziamenti di durata triennale.
In ogni caso, il tempo dirà chi ha ragione.
Infatti Cruciani (la zanzara)è lo schiavetto personale della Marcegaglia..gli pulisce anche le scarpe,gli va a fare la spesa…e spara stronzate in trasmissione!!!Vince 1000euro chi indovina!!!!Lei odia gli operai,ed è brutta come una strega il suo nome comincia con la M “come merdosa” lui odia gli operai italiani,ama quelli ameri…cani,ed è estremamente antipatico,il suo nome comincia con la M “come merda” chi sono questi due (amati)personaggi italiani ?????
Riolfi sbaglia tutto. in fondo il Sole 24 Ore e’ una succursale per giornalisti licenziati del Corriere.
con i QE si spingono gli investitori FUORI dai titoli di stato, poiche’ essi rendendo pochissimo se li puo prendere solo un ente che non deve rispondere dei debito proprio e profitti = FED.
con questo femoneno detto “crowding out” si spingono gli investitori sugli investimenti privati a resa piu elevata.
i QE non sono tutti uguali, dipende da cosa finanziano.
in un sistema democratico basato su tasse e debito pubblico, tutto per dare soldi al mostro stato che spreca tutto, prima o poi porta ad un esaurimento delle capacita di assorbimento della capacita finanziaria dei clienti, investitori e della leva bancaria che si basa sui depositi.
i QE cercano di sostituire temporaneamente quello che lo stato ha ucciso, ovvero la ricreazione di risorse.
se non si attua il dissolvimento dello stato e l’abbattimento fiscale ci saranno infiniti QE2, QE3, QE4, QE5 etc……….
il problema non e’ la fiat money ma la sua circolazione.
il resto sono stupidaggini.
Se la moneta, che è un bene come gli altri solo più “generale”, perde la caratteristica di essere scarsa (entro certi limiti) essa verrà sicuramente manipolata da chi ne ha il controllo.
Chi ha in mano la stampante ne approfitterà. Sempre.
La regola dice “l’occasione fa l’uomo ladro e la donna puttana” e poi “l’appetito vien mangiando”.
Il resto sono cazzate.
Stai dicendo che la velocità di circolazione della moneta è diminuita e quindi è giusto aumentarne la quantità?