“Il risanamento dei conti pubblici non deve essere la priorità per un’economia come quella degli Usa, colpita da un’elevata disoccupazione e da un alto tasso di povertà. Molto più importante è lo sviluppo e il sostegno ai redditi.” (T. Geithner)
A Davos per il World Economic Forum, il segretario del Tesoro americano Tim Geithner ci ha tenuto a far sapere al mondo intero che non è tempo di preoccuparsi per la situazione dei conti pubblici. Suppongo che il suo connazionale Paul Krugman approvi, ciò nondimeno rimproverando al governo di non fare abbastanza per la crescita economica e l’occupazione (si tratta di un vezzo tipico dei keynesiani, altrimenti poi come fanno a giustificare i risultati deludenti delle politiche da loro promosse?).
Che in un anno elettorale un governo non dia priorità al risanamento dei conti pubblici è abbastanza consueto, non solo negli Stati Uniti. Per di più, giusto l’altro giorno il presidente della Fed, Ben Bernanke, ha esteso da metà 2013 a tutto il 2014 l’orizzonte entro il quale non schioderà il tasso sui Fed Funds dall’attuale livello, ossia zero per cento. Se ciò non bastasse, la Fed potrebbe porre in essere nuovi interventi di allentamento quantitativo (ossia monetizzazione del debito) qualora il ritmo di crescita o l’andamento dell’occupazione non fossero soddisfacenti.
In sostanza, il governo statunitense sembra potersi non preoccupare ancora per diverso tempo del finanziamento dei deficit che continua ad accumulare.
Mi si potrebbe dire, allora: perché essere contrari a una soluzione così semplice?
Per un motivo altrettanto semplice: perché non si tratta di una soluzione, ma di una redistribuzione che dubito favorirà i poveri dei quali pare preoccuparsi Geithner. E il sostegno dei redditi in termini nominali (cosa della quale non credo, peraltro, si dovrebbe occupare lo Stato) non risolve i problemi dei redditi reali.
Non mi pare sia difficile capire che non si può creare ricchezza dal nulla, eppure la grande illusione che tutto si possa risolvere facendo debiti e monetizzandoli continua a sedurre una moltitudine di persone. Qualcuno se la sente di essere ottimista?
Il sistema è cotto, nn ha piu’ niente da dare….bisogna cambiare determinate cose…anche se ormai nn credono piu’ a niente tanto peggio di così..
e’ troppo tardi per tutto.
molto meglio pensare direttamente ad un nuovo sistema.
E’ l’economia di Pinocchio. Anche lui e il suo amico Lucignolo pensavano di diventar ricchi serminado monete. Pare impossibile che simili csrtronerie vengano diffuse da eminenti professori universitari. Se se ne stessero seduti sulle loro cattedre, nulla i male. Il guaio è che entrano nelle amministrazioni pubbliche e lì sperimentano le loro demenziali ricette. Ma questi signori, se non hanno letto Pinocchio(grande capolavoro!) dovrebbero almeno aver letto, per dovere professionale, Adam Smit:”Ciò che in una famiglia è saghgezz, raramente puà ezssere giudicato folliain un grande reame”.”