Votare con i piedi si può. In Svizzera, ad esempio, succede regolarmente ed è possibile per via della concorrenza istituzionale tra i 26 cantoni della Confederazione. In Italia, fuorchè sentirne parlare in qualche dibattito, è merce rara, ma quando qualche azienda la mette in pratica, ecco che si levano alti lai e persino reprimende per chi la dotta.
Scendiamo nel concreto. Vi riporto una notizia apparsa su geonews.it: “Troppo alte le tasse di immatricolazione a Firenze e così Arval, uno dei colossi dell’autonoleggio e della gestione di flotte aziendali, trasloca da Scandicci, alle porte del capoluogo toscano, a Trento, dove i costi sarebbero minori. Il trasferimento, del quale si dà conto sulle pagine locali della ‘Repubblica’ che ha stimato in 40 milioni la perdita annua di entrate per Regione Toscana e Provincia di Firenze, è spiegato adesso con un comunicato dall’A.d. della stessa società del Gruppo Bnp Paribas, Paolo Ghinolfi: «L’impatto delle recenti manovre fiscali sulla filiera dell’automotive e in particolare il pesante aumento dell’Imposta Provinciale di Trascrizione, non poteva lasciare indifferente il mondo delle flotte aziendali, che da solo realizza il 34% delle immatricolazioni totali del comparto automobilistico. L’aumento delle tasse, moltiplicato per 40.000, vale a dire le auto che Arval Italia immatricola mediamente ogni anno, ha spinto la società, ad aprire una sede secondaria a Trento, Provincia Autonoma, non toccata dalla manovra governativa, e a designarla come propria sede di immatricolazione, pur mantenendo sede legale e operativa a Scandicci, dove operano 500 dipendenti»”.
Apriti cielo. Mica che il gabelliere locale se la prende col governo centrale, macché. L’assessore della Provincia replica così all’imprenditore: “L’attuale trasferimento della sede Arval a Trento – spiega Tiziano Lepri – è dovuta al fatto che, al momento, le province autonome hanno il potere di non applicare un provvedimento emanato a settembre dal governo Berlusconi che impone lo scaglionamento progressivo delle tariffe Ipt in base ai kilowatt. E’evidente che non si può chiedere agli amministratori delle province a statuto ordinario di non applicare una legge dello Stato”.
Da qui un paio di considerazioni:
1- La Provincia, allo stato attuale delle cose, non è altro che un ente inutile e tassatore, al servizio del governo centrale;
2- Anziché, la Provincia stessa, pretendere le stesse condizioni della omologa (ma autonoma) trentina, preferisce additare quest’ultima come “una sorta di concorrente sleale”.
In conclusione: i fatti dimostrano solo che la concorrenza fa bene e serve a migliorare i servizi abbassando i prezzi. Ahinoi, non appena qualcuno (tipo la Arval), giustamente, coglie un’occasione offerta dal limitatissimo mercato istituzionale viene additato come un avido speculatore.
Povera, miserabile Italia.
Da quando ne ho ricordo, molti corrieri nazionali hanno tutti i mezzi immatricolati dove costa meno. Da diverso tempo so di aziende, purtroppo anche mie concorrenti, traslocate in Austria o più recentemente in Slovenia.
E’ il mercato globale che lo impone ed io lo approvo. Purtroppo se la passano troppo bene e non accennano a traslocare la pletora di politici e dipendenti pubblici che ci ritroviamo. Va beh ! Stanno troppo bene ! Intanto traslocano le imprese e quando l’acqua arriverà loro alla gola, traslocheranno anch’essi.
Chissà che qualcuno, conti alla mano, non stia cominciando a pentirsi di aver dato l’ennesimo giro di spremiagrumi… e scommettiamo servirà una correzione?
Sempre sul versante “maggiori entrate” ovviamente.
E va già bene che non gli sia venuto in mente di immatricolarle in Slovenia.