In un articolo che ho scritto per “il Giornale” ho sostenuto quanto segue: “Internet non ha rappresentato solamente un’innovazione tecnologica dalle applicazioni più disparate. La Rete è molto di più, essa rappresenta il modello socio-politico che centinaia di anni di teoria libertaria hanno immaginato, dibattuto, elaborato, proposto. Il Web è il prototipo del mondo che un anarco- capitalista vorrebbe vivere, è l’insieme delle comunità volontarie per antonomasia, è la prova provata che «la società senza Stato» non è un’utopia”.
In Rete si fanno affari, si discute, si sceglie con chi stare, si costituiscono società volontarie senza che il parlamento ci metta il becco. E tutto funziona perfettamente. Quando un legislatore qualsiasi vuol censurare, regolamentare, vietare, nasce una coalizione “fra diversi” pronta a far muro affinché si ricaccino al mittente le interferenze governative.
Ma come sappiamo, la mamma degli statalisti è sempre incinta e i suoi pargoletti finiscono per vergare commenti sui “giornaloni” itagliani, vere e proprie vetrine del peggio conservatorismo.
Oggi, sul sito corriere.it, è arrivato il turno di tale Massimo Sideri, che non ho idea chi sia e tantomeno mi interessa saperlo. In vista della lista dei ministri che Monti leggerà stamane “urbi et orbi”, ecco a voi la pensata del nostro articolista: “Il web è ormai il 2% del nostro Pil. È ora di un ministro di Internet? Un’industria con tassi di crescita del 18% annuo. Serve qualcuno che sappia dialogare con il mondo delle start up”.
Il genio della penna fa anche lo spiritoso e sostiene: “Oggi l’Agricoltura – che ha un proprio ministero – rappresenta il 2,63% del Pil (dati Istat). E dunque è probabile che nella prossima legislatura avvenga il sorpasso: più Internet, meno cabernet, rielaborando un vecchio e famoso graffito popolare”. Qualcuno glielo ha detto che l’Agricoltura è il settore più in crisi e più sussidiato d’Italia (grazie proprio all’efficienza della sequela di ministri che si sono alternati, nonostante il popolo sovrano avesse chiesto l’abolizione di quel dicastero), mentre il web vive di libertà, ingegno ed intrapresa?
Ma non è finita: “Non è un caso – insiste il Sideri – che ormai il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, passi più tempo con il fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, che con la dinastia Ford”. E allora? Il fatto che Obama frequenti Zuckerberg significa ben poco in termini politici, se non per il fatto che il presidente Usa ha davanti a sé un anno di campagna elettorale e, magari, spera di spillare qualche dollaro al più giovane miliardario del mondo, no?.Oppure Sideri pensa che Zuck verrà fatto “Web-minister”, visto che suona bene quasi come “web-master”?
Per come la vedo io, stando a quel che opina Sideri noi saremmo dei “poveri scemi” che lavoriamo, dialoghiamo, scambiamo online, creiamo ricchezza, ma abbiamo bisogno di una “Gelmini digitale” che regoli la nostra azione. Le sue stesse parole, signor Sideri, le si ritorcono contro, e mi spiego: se – come lei ha giustamente ha notato infilando qualche numero nell’articolo che le hanno pubblicato – Internet rappresenta il 2% del PIL e prevede di crescere del 18% all’anno da qui al 2015 (nonostante la crisi) è proprio perché lì dentro non c’è alcun legislatore stupido e canagliesco che si permette di decidere come noi imprenditori dobbiamo fare il nostro lavoro.
Per dirgliela con Benjamin Tucker: “La vita, la libertà e la proprietà di ciascun individuo sono messe a repentaglio ogni volta che si riunisce il parlamento”.
La libidine di Internet è che del parlamento e del governo non sa che farsene!
QUI L’ARTICOLO ORIGINALE DEL CORRIERE: http://www.corriere.it/economia/11_novembre_16/sideri-ministro-internet_25c3d1d8-101a-11e1-a756-4c2fd73eac66.shtml
” a Farang” : mi hai preceduto con la stessa cosa che volevo dire, solo che anziché riferirmi alla Thailandia, io pensavo all’Italia dove la percentuale è occulta per scelta ed entra nel computo dell’evasione fiscale, come gli incidenti stadali sono in massima parte conteggiati tra gli incidenti sul lavoro.
Il trucchetto è portare qualcosa all’onore della cronaca, ingigantirla e poi, per il bene dei Cittadini, creare un apparato, pro o contro poco importa. Se con il tempo il problema perde di importanza, l’apparato rimane.
Un ministro per internet? Così poi non si può più scrivere liberamente, sennò la CIA o la Stasi ci spia? Se facciamo certi ragionamenti, allora dovremmo avere un ministro per gli anziani (quanti sono in Italia?) ed uno per le persone con disabilità (se non erro il 10% della popolazione)… insomma, forse prima di scrivere, qualcuno dovrebbe assicurarsi che il suo cervello fosse collegato…
Un ministero di internet non sarebbe più scandaloso di qualunque altro.
I commenti che abbiamo scritto qui potremmo farli su qualunque altro ministero.
Questo attira la nostra attenzione solo perchè sarebbe una novità.
Loro questo lo sanno bene, la strategia vincente è sempre stata quella dei piccoli passi.
Basta avanzare con la supercazzola un centimetro alla volta, all’inizio brucia un pochino, poi ci si abitua.
Col tempo e con loro sorpresa hanno addirittura scoperto che la maggioranza ci prova gusto.
Per quanto mi riguarda, l’unico vero problema è che in democrazia anche la minoranza deve allargare le chiappe.
Lo capite perchè questo Paese non può farcela? Le teste in giro sono come quello là…
Quando ho visto l’articolo ho detto “lo devo girare a Leo”, sono stato anticipato.
Comunque com’era la frase? i politici se un settore ha successo lo regolano, se ha ancora successo lo tassano e infine quando entra in crisi lo sussidiano…
Almeno sono coerenti : visto che tra mafia, malavita ed altro la percentuale del nostro pil sicuramente sarà molto più elevata di quella per internet, hanno avuto da illo tempore la brillante idea di fare un parlamento………..
Ho scritto un commento firmato nome e cognome ma è stato censurato, in sintesi è molto simile all’articolo di Leo con il finale non esplicito ma intuibile e ad personam sicuramente, d’altronde è quello che penso su chi scrive questi articoli così statalisticamente forzati. Quindi ripeto anche qui, sicuro che la mia libertà di espressione e pensiero può essere espressa senza censure, se dovessi passare da queste parti sappi che se scrivi queste cose hai tutto il mio disprezzo. Sono stufo di leggere articoli politicamente corretti e non poterli contestare direttamente, quindi la strada dove devi andare (insieme ai moderatori del corriere) per quanto mi riguarda con tutto il cuore è sempre quella.
Però, adesso che mi ci fai pensare, se l’agricoltura ha solo il 2.63% del PIL, e visto che se non ricordo malissimo un referendum aveva abolito il ministero dell’agricoltura già qualche annetto fa, non si potrebbe eliminare un carrozzone buono solo a succhiare denaro ad un settore ormai esangue?
Per quanto riguarda Barack Obama, sicuramente il fatto che egli passi più tempo con il fondatore di facciabuco che con altri industriali è un sintomo; tanto quanto è un sintomo il fatto che Mrs. MIchelle Obama abbia tirato giù un pezzo del roseto di Jacqueline Kennedy per farci un orto.
Sintomo totale idiozia e demagogia.
In thailandia il 5% del PIL e’ rappresentato dall’industria del sesso. Non mi risulta che abbiano creato un “ministero della prostituzione” :)
Forse però di ministri che si occupano… attivamente di prostituzione ce ne sono molti! :)
Secondo il ragionamento di questo idiota un settore economico che supera una certa quota del Pil HA BISOGNO di un ministero: non importa cosa esso debba fare (non lo sa neanche il giornalista scemo), l’importante è che ci sia.
Ma secondo voi cosa farà un ministero dopo che finora lo stato si è occupato esclusivamente di reprimere le attività economiche e le libertà individuali (legge bavaglio, tasse ai cd/dvd, legge sullo sconto massimo sui libri, limiti al wifi, ecc.)?