I venti giorni per salvare l’Italia iniziano ora e stavolta è difficile che si possa conquistare altro tempo.
I decisori d’Europa hanno già militarizzato il calendario del mese di dicembre come la mappa della battaglia decisiva.
La Banca centrale europea, il governo italiano, la cancelleria tedesca: in tutte le stanze del potere, chi può sta piantando bandiere e spostando le proprie forze sulla carta geografica per evitare un cedimento. Che poi lo stesso risultato si riproduca nella realtà, dipenderà dalla determinazione con cui le decisioni dei prossimi giorni saranno prese.
Il momento per convincere i mercati e la Bce per l’Italia è questo: un confronto formale su nuovi eventuali interventi, a Francoforte, non partirà prima di aver preso visione delle misure del governo. Poi tutto il processo potrà – o potrebbe – finalmente accelerare. Il primo passaggio è già all’Eurogruppo dei ministri finanziari europei di oggi, un debutto con il cappello da ministro dell’Economia nel quale Mario Monti presenterà le misure a cui lavora il governo. Queste arriveranno sono lunedì prossimo e, visto da Francoforte, non si tratta di un passaggio meramente formale. Il capitale di credibilità del premier è intatto nelle capitali d’Europa, ma quello del Paese che rappresenta e del Parlamento che lo sostiene non più.
QUI SOTTO, CLICCA E ASCOLTA L’INTERVISTA A FACCO DI RADIO ERRE (MACERATA)
Grandissimo Facco! Spero che il movimento libertario abbia il successo che merita e che tante persone possano dire, come nel famoso spiritual Amazin Grace, ” Ero cieco e ora vedo!”. In ogni caso è sempre confortante poter accedere a questo sito per cercare una diversa chiave di lettura degli avvenimenti. Grazie mille!
Grazie a te, io non mollo e raddoppio!
Caro Leo:mi sono gustato la tua intervista a Radio Erre,un’ esposizione chiara, sempòice ed incisiva, e siccome poni l’accento sulla maggiore percezione della gente,ovvero la presa di coscienza che si ottiene da fatti concreti e da una attenta ed esauriente informazione,mi chiedo a tal fine se non sarebbe molto opportuno che tutti sapessero quali siano le differenza tra noi e gli altri stati in materia fiscale,previdenza e quant’altro cosi interessatamente sottaciute da lor signori,che ci propinano l’avvicinamento all’Europa solo a senso unico esclusivamente quando c’e’da arraffarci dei soldi dalle tasche,usando i termini anomalie o riforme fatte nell’interesse della nazione? Io non sono un gran che col pc,ho cercato di rintracciare dati di comparazione,ma inutilmente per cui mi affido a te,se hai la possibilita’ di acquisirlii ed in tal modo divulgarli,per far conoscere a tutti quanto sia il livello di presa per i fondelli a cui siamo sottoposti dall’estabilisment compresi sindacati ed informazione. cordialmente
Vi invito a leggere “L’euro: chi cerca il colpevole, chi attende il salvatore”, oggi pubblicato sul sito dell’Istituto Bruno Leoni (www.brunoleoni.it ). Per ora io non vedo tra le riforme dei “professori” qualcosa che riduca la spesa pubblica inefficente (io vorrei la punibilità degli amministratori responsabili) e riforme di carattere strutturale che diano più flessibilità all’economia e più equità sociale nel confronto di retribuzioni ed impegno lavorativo tra chi presta la sua opera nel mercato libero e chi in quello protetto della pubblica amministrazione e delle piccole Iri.
nemmeno io vedo nulla di buono
Veramente fantastico ,limpido ed incisivo…grazie ..imparo ed approfondisco sempre di più questa incredibile e tragica vicenda storica …..vi stimo tutti voi Facco &C……..
►Bravo FACCO!!