Negli ultimi mesi, con il sostegno dei media e il consenso del largo pubblico, ingenuamente convinto che tutto ciò sia a fine di bene, abbiamo visto i seguenti interventi istituzionali:
– Operazione Twist da parte della Fed e intenzione già espressa di procedere con il QE3 tramite acquisto di MBS, già largamente prezzata dal mercato azionario.
– QE2 da parte della banca d’Inghilterra.
– Innumerevoli interventi della BCE tesi a monetizzare il debito pubblico dei PIIGS, nuovo giro di acquisti di covered bonds, e parallelo stralcio del pilastro guida di politica monetaria.
– Interventi a raffica sul mercato valutario da parte della banca del Giappone per diverse decine di miliardi.
– Intervento sul tasso di cambio Eur/CHF da parte della banca centrale svizzera teso a fissarlo arbitrariamente sopra 1.20.
A tutto ciò dobbiamo aggiungere il cambio delle regole di gioco, imposto ovviamente nei momenti più critici: divieto di vendite allo scoperto su derivati, su titoli bancari, e divieto permanente di acquisti non coperti sui CDS, peraltro dichiarati ineffettivi nel caso del fallimento di un paese (la Grecia).
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