Non ha alcun senso definire il federalismo “solidale” piuttosto che “egoista”. Miglio definiva assurdo e fuorviante aggettivare il federalismo. Solidali o egoisti sono gli individui, non i sistemi politici: i quali ben si prestano a ciascuna delle due opzioni. Se i Lombardi decideranno di aiutare chi è meno fortunato di loro all’esterno dei propri confini (o quanti tra di loro hanno un basso tenore di vita), allora vorrà dire che avranno intrapreso la via della solidarietà. In caso contrario, saranno stati essi a optare per l’egoismo.
Quello che conta, però, è che tale decisione spetti a loro e a nessun altro. La solidarietà, in fondo, è uno dei più nobili e alti moti dell’animo umano proprio in conseguenza della propria volontarietà. Noi decidiamo di rinunciare a una parte del nostro benessere per aiutare chi sta peggio. Ma se la “solidarietà” avviene in seguito a un prelievo forzoso di reddito dai “ricchi” e a un presunto trasferimento di ricchezza ad altrettanto presunti “poveri”, allora è furto: in quanto prescinde dalla libera scelta individuale.
Vi è un altro fattore che non può essere trascurato: il diritto di secessione. Abbiamo già anticipato che esso fa parte della natura stessa del patto federale, in quanto ogni contratto implica una possibilità di recesso come estrema arma per dirimere eventuali conflitti. Il diritto di secessione è praticamente richiesto al fine di garantire le condizioni ottimali affinché si possa verificare la concorrenza tra differenti istituzioni. Può infatti capitare che uno o più Stati federati giudichino particolarmente svantaggiosa o moralmente inaccettabile la politica adottata dall’autorità federale su una data questione.
Per tornare all’esempio precedente, immaginiamo che la Lombardia trovi motivo di forte contrasto con la Federazione Italiana in seguito alla sua adesione all’Unione Europea. Le politiche dirigiste dell’UE, infatti, sono mal tollerate da cittadini e imprenditori lombardi. L’unico mezzo che la nostra regione ha di far valere i propri diritti è quello di recedere dalla Federazione Italiana, rinunciando così alla sua intermediazione con le realtà straniere.
Restando all’analogia introdotta, la secessione di una comunità da una federazione equivale alla decisione di un gruppo di consumatori di non utilizzare più i prodotti di un certo fornitore: in quanto non ne apprezzano il servizio. Come non vi è ragione né, tanto meno, diritto di impedire a questi ultimi di compiere tale gesto, nessuno può legittimamente imporre a un gruppo umano di continuare a sottostare alle vecchie istituzioni politiche contro la propria volontà.
Il federalismo, che nulla ha a che vedere con la legge 142, si fonda su un concetto molto chiaro, riassumibile nell’espressione “patto”. Esso è un sistema che vive grazie alle differenze tra le comunità federate e si alimenta del rispetto e della gelosa custodia delle reciproche autonomie. Per questa ragione, chiunque lo voglia etichettare con ridicoli aggettivi – siano essi fiscale, demaniale, solidale, ecc. – è un ignorante o, ben più di frequente, un truffatore. Glielo hanno spiegato a Calderoli?
In ordine, caro Marte. Il federalismo è una questione di CULTURA. O si sa cosa è, e di conseguenza si può operare in modo da realizzarlo; o non si sa cosa è (questo è il caso della lega e di tutti gli esponenti dei partiti in parlamento), e allora si mette l’effetto davanti alla causa come è avvenuto col federalismo fiscale e si producono enormi danni. E’ ovvio che il federalismo, dovendo essere fondato sul governo di cittadini SOVRANI, investa in primo luogo il tema delle dimensioni territoriali e numeriche della comunità, perché a livello locale è più facile perseguire gli interessi e le attese della maggioranza delle persone responsabili che partecipano all’azione di governo della comunità in cui vivono. Ma questo non lo dice MAI nessuno. Infatti è’ ovvio che il governo di piccole comunità sia più efficiente, meno costoso, più libero, perché questo dato è confermato dalla prosperità delle centinaia di piccoli stati che GIA’ ESISTONO nel mondo. Ma resta il problema fondamentale che per passare da stato ACCENTRATO a stato FEDERALE bisogna CONOSCERE IL FEDERALISMO; sapere la differenza fra “contratto politico commutativo” e “contratto politico aleatorio”; essere coscienti di cosa produce un governo basato su uno o l’altro dei due sistemi. Vedi, caro Marte, io so benissimo che non vedrò mai il federalismo in italia, anche perché nonostante l’età ho una voglia matta di emigrare. Ma so anche che sulla scia di Proudhon considero il federalismo come una autentica RELIGIONE CIVILE dell’umanità futura, e questo mi induce a sperare che qualcuno sia curioso di volerne cogliere il significato culturale ed i vantaggi materiali che questa forma di stato può produrre e continuare la lotta che da decenni sto portando avanti. Siamo semi, caro Marte, che il vento del destino porta nei cieli e nelle terre della storia. Quanto al concetto di proprietà di Proudhon, faresti bene a rileggerti il suo pensiero. Diceva che la proprietà è un FURTO quando i ricchi ed i potenti usano la libertà per sfruttare i deboli e gli innocenti che devono subire l’effetto del loro egoismo esagerato, legando così la proprietà alla coscienza. Infatti sosteneva che “LA PROPRITA’ E’ LA LIBERTA'”, perché libera l’uomo dal bisogno. Ma tutto ciò è sempre legato al DIVENIRE della coscienza. Parole che raramente sono state comprese e che coinvolgono la Natura come MANIFESTAZIONE di un Quid di cui non sappiano NIENTE, mentre tutti hanno l’assurda pretesa di sapere TUTTO.
Anche secedere dall’arbitrio e dall’abuso che può generare la libertà come “assoluto”, è un principio fondamentale del federalismo che non dovrebbe essere dimenticato.
Lorenzo, trattandosi di questioni territoriali, si deve parlare di PLEBISCITO e non di REFERENDUM. Come federalista vorrei un territorio formato da COMUNI indipendenti per tutto ciò che può essere fatto bene vicino ai cittadini, per delegare alla federazione (regione) solo la parte di competenze e funzioni che può essere fatto meglio a livello superiore. Questo era il pensiero di Cattaneo e di Olivetti. Per federarti con la nuova Zelanda troveresti difficoltà obbiettive per le quali non sarebbe conveniente per te. Comunque se sei disposto a pagarne il costo, TEORICAMENTE, per il federalismo è possibile, tanto quanto un individuo può fare “contratti” con qualsiasi cittadino del mondo. Ma questa è più una mia ipotesi che una teoria sostenibile.
Teoricamente e storicamente qualcosa di simile è già accaduto nel Basso Medioevo, in forme ridotte in alcune comunità di montagna al confine francese e a livello di maggior estensione posso citare la “Libera Comunità Islandese”, che perdurò oltre tre secoli, dal 930 al 1262 d.C., che per il tramite di un geniale sistema di ripartizione giurisdizionale dei poteri e dei controlli sulle autorità prescelte, garantiva che nessun potere potesse prevalere sugli altri, nessun individuo o famiglia potesse prendere il sopravvento ed al tempo stesso se un individuo o famiglia non era soddisfatto di come il potere locale amministrava, poteva trasferire la sua adesione ad un’altra Corte, senza trasferirsi fisicamente … e poi li chiamano “secoli bui”, il nostro al confronto (a parte per la tecnologia) sarà PLUMBEO
“Libera Comunità Islandese”, Mi piacerebbe saperne di più… ci sono stati altri casi del genere nella storia? Ci sono siti di approfondimento? ho letto un paragrafo su poliarchy.org ma non molto…
Grazie.
Marte
Sul primo caso isalndese, delle centinaia di libri e riviste storiche lette finora ho trovato solo un paio di accenni.
Su altri esempi simili, vicini a noi, ti posso citare il caso della Val di Susa, la Val Chisone, la Val Varaita, ed altre valli montane contigue al confine con la Francia, che nel 1343 si sono unite nella Federazione degli Escartons (una sorta di Repubblica democratica antesignana), firmando la prima Carta delle Libertà in Europa …
Era una carta costituzionale che affrancava la cinquantina di comunità aderenti dalle servitù feudali, sanciva il diritto alla libertà di ogni singolo individuo, il diritto inviolabile della proprietà privata e dell’autogestione comunitaria, equa ripartizione delle tasse, ecc. … La Federazione prosperò sino all’acquisizione definitiva dei Savoia che imposero il loro dominio sull’area in seguito al Trattato di Utrecht che perdurò alcuni anni e si concluse nel 1713. Dovresti trovare qualcosa in rete. Ciao
Grazie Marte. Tempo fa ero in Svizzera dove lavora mio figlio. Un suo amico svizzero mi ha chiamato italiano. C’è rimasto malissimo quando gli ho detto con enfasi che non ero italiano, ma toscano. Solo un attimo di perplessità e gli si è illuminato il volto e mi ha stretto la mano. Sì: questo sistema va demolito per costruirne uno interamente nuovo: una repubblica federale. A mio parere composta da due Nazioni: il nord e il sud. Un tempo la speranza mia e anche di Leonardo era la Lega. Noi pensavamo che ci avrebbe portato a un sistema più efficiente, libero, non statalista, con meno tasse, con maggiori garanzie giuridiche e meno debiti. Oggi io vedo tutto allontanarsi alla velocità della luce: il federalismo è stato tradito dalla lega e dai suoi complici di regime, l’accentramento è cresciuto, le tasse anche, la libertà, quella vera, è quasi scomparsa. Non per te che hai letto Del Principio federativo, ma per tutti coloro che non lo hanno letto, anche se sarò lungo, voglio riportare le parole di Proudhon che hai citato, scritte quasi un secolo e mezzo fa: “Con l’accentramento, il cittadino e il Comune sono privati di tutta la loro dignità, le interferenze dello Stato si moltiplicano e gli oneri del contribuente crescono in proporzione. Non è più il governo che è fatto per il popolo, è il popolo che è fatto per il governo. Il Potere invade tutto, si occupa di tutto, si arroga tutto, in perpetuo, per l’eternità, per sempre. E’ così che il sistema di centralizzazione, di imperialismo, di comunismo, di assolutismo- tutti questi termini sono sinonimi- scaturisce dall’idealismo popolare; è così che nel patto sociale, concepito alla maniera di Rousseau e dei giacobini, il cittadino si dimette dalla sua sovranità e il Comune, e sopra al Comune il Dipartimento e la Provincia, assorbiti nell’autorità centrale, non sono altro che agenzie sotto la direzione immediata del ministero”. Chiedo scusa per la lunghezza.
Beh Paolo, scusa la tarda risposta, inutile dire che Proudhon vedeva giusto, e che anche oggi avrebbe da insegnare al 99% della popolazione, per lo meno sulla questione federale (un po’ meno su quella della proprietà privata se ricordo bene).
Io sono convintissimo che il sistema federale/libertario sia il migliore e che in quanto federale non avrà confini, ovvero se una regione/comune/cittadino vorrà passare ad altro stato o crearne uno nuovo potrà farlo, quindi quando il federalismo vero sarà a regime i confini saranno solo una questione organizzativa.
Il punto è da dove partire, ovvero come arrivarci al federalismo vero, so che tu punti ai comuni, ma credo che servirebbe una “potenza” immane di convincimento per muovere contemporaneamente centinaia (se non tutti 8000) comuni contro uno stato che non vuole cambiare e che metterà a tutti il bastone tra le ruote ai cittadini che vogliono dire la loro con tutti i mezzi possibili.
Credo che prima si debba distruggere questa potenza “gattopardiana” chiamata italia, cercando di riproporre questo sistema federale in territori piccoli , regionali, come la Lombardia , Veneto etc.. passando per la loro indipendenza.
Questi territori, a parte che attualmente hanno più forza politica (e “fisica”) per contrastare lo stato italiano e farlo cadere, ma essendo piccoli e più vicini ai cittadini non solo avranno meno mezzi per imporsi contro il loro volere, ma sembreranno anche più “a portata di mano” alle persone che vogliono provare a dire la loro per cambiare le cose partendo dal basso…
Comunque sia in bocca al lupo!
DUBBIO SUL FEDERALISMO:
– se si fa un referendum per la secessione in Veneto e mettiamo che vinca il sì col 60%, cosa succede al restante 40% che vuole rimanere in Italia? sarà costretto a subire uno stato Veneto che non riconosce o avrà diritto ad un ricongiungimento?
– avremo stati ultra-frammentati a macchia di leopardo?
– e soprattutto io con la mia piccola proprietà potrò teoricamente chiedere di essere annesso alla Nuova Zelanda anche se si trova dall’altra parte del mondo?
Perfettamente esatto!!! Non fà una piega e colgo le preoccupazioni di quei molti che temono nella dispersione delle forze. Io credo invece che sia meglio anzi perchè non c’è il rischio di una nuova Lega, semmai al momento opportuno l’unità sarà la forza di ogni gruppo che avrà presente l’autodeterminazione diritto fondamentale di ogni popolo!!! E’ nella natura delle cose proprio come tu ben spieghi Leonardo che ciò avvenga. Importante è avere sempre presente il faro che non è per noi ROMA….. Bensi l’indipendenza Lombarda!!!
Anti, la scelta del federalismo è meglio della secessione. Basta non confondere il federalismo con la pagliacciata con la quale lo intende la lega. Infatti il federalismo unisce nella libertà e nella diversità, lasciando ogni persona e ogni popolo PADRONE A CASA PROPRIA. Per fare questo non esiste altra possibilità di costituire una FEDERAZIONE di Comunità locali indipendenti per tutto ciò che può essere fatto bene a livello dei cittadini, i quali “delegano” alla federazione ciò che può essere fatto meglio insieme per il bene comune. Ovviamente le tasse restano dove sono prodotte e la federazione ne riceve solo una parte molto limitata commisurata alle sue competenze e funzioni. Esattamente il contrario di quello che è oggi lo stato italiano.
buonasera,
il federalismo è meglio in altri stati non in italia,qua ci sarà sempre roma di mezzo,e il centro-sud,da noi non si riuscirà MAI ad avere un federalismo perfetto.Non esiste al mondo uno stato in cui un terzo deve trascinare altri due terzi NON ESISTE PROPRIO.Poi anche per i cittadini di Amburgo chiamano terroni i cittadini di Monaco di Baviera ma è tutt’altra cosa no?
Solo la secesssione va bene per il nord.
Saluti
Ciao Paolo . se ho inteso chi sei ti ammiro molto, ho letto la traduzione di Proudhon… sono un federalista convinto,e credo che sia inevitabile che il mondo , in un futuro spero non remoto, sarà retto da un grande sistema federale (contrattuale, quindi libertario).
Vorrei solo puntualizzare che non tutti vogliono essere uniti nella diversità con CERTE altre persone.
Anche se è vero che con il vero federalismo ognuno è padrone a casa propria, io non voglio, agli occhi dei cittadini del mondo , essere assimilato e chiamato con lo stesso nome ( “italiano” ) con cui sono chiamate certe altre persone.
Non mi piace il fatto che quando sentono da dove vieni la gente ti segue nei negozi per vedere se rubi, solo perchè gente chiamata come me (sigh) “italiano” ha certe abitudini.
A parte queste banalità, comunque credo che il sistema federale sia ottimo, ma anche che sarebbe meglio , per costruire questo sistema federale, partire dalla scissione di questo moloch chiamato italia in piccole entità, prima di iniziare a ricreare il sistema dal basso.
Per poter costruire un sistema nuovo dev’essere smantellata la struttura che impedisce questo cambiamento democratico,ovvero l’italia, questo stato che trae la sua forza dalla NON-democrazia, dalla NON-libertà dei suoi individui, dalla schiavitù, e che MAI permetterà di fare un cambiamento in senso federale, e che anzi userà tutte le sue forze: burocratiche, leghiste, malavitose, massmediatiche e anche militari, per evitare che si vada in direzione di un sistema federale vero.
grande verità, bravissimo Leonardo !!
Articolo semplice, chiaro ed efficace. La chiusa è retorica, ovviamente: Glielo hanno spiegato a Calderoli?
Ma lo avete visto in faccia? La foto pubblicata è oltremodo significativa …
buongiorno,
premetto,secessionista dai capelli alla punta del piede,ex leghista.Sto notando che si stanno formando vari movimenti con lo scopo secessionista e penso che non sia questo il modo migliore per avere forza.Le forze ancora esigue non vanno disperse in mille rivoli ma unite convincendo tutti nella scelta.
Quello scritto nell’articolo lo condivido in pieno e aggiungo che ci si confonde tra la solidarietà e lo sfruttamento perchè di questo si tratta.Il papa e napoletano (lo chiamo cosi’ e minuscolo)predicano in ogni
momento lo spirito solidale ma chi ha lavorato 8 ore agli altiforno o catene di montaggio o nell’edilizia e in tutti quei lavori disagiati e pericolosi e poi deve dare a chi suona il mandolino NON E’ SOLIDARIETA’ MA SFRUTTAMENTO!
Visto ormai la fine della Lega bisogna organizzare un grande movimento che ne prenda il posto MA NON con gli stessi obbiettivi,PRIMO,LA SECESSIONE ,CON QUALSIASI MODO.Gli slogans ormai non servono piu’ e la gente si è accorta che sono solo bluff, PADRONI A CASA NOSTRA,GABBIE SALARIALI(adesso bossi ha inventato quelle previdenziali),CANONE TV,SECESSIONE PADANA,ECC.ECC. NON HANNO AVUTO CONFERME,SOLO PAROLE.
Basta con tutto questo SOLO FATTI DA ADESSO IN AVANTI.
Io quando sento parlare ancora di stati/nazioni/patria, rabbrividisco.
Anche la secessione ha i suoi enigmi. Io non vorrei mai ritrovarmi in un altro stato/nazione.
Consiglierei di leggere “Contro le Patrie” di Fernando Savater, tanto per per aggiungere concetti nuovi…
Non nego che ogni popola abbia questo diritto, anzi! Però il problema a mio avviso sta nel soggetto che esercita questo diritto: il popolo. Cos’è un popolo? Cosa tiene insieme un Popolo?Un insieme di individui? I Padani a nome di chi parlano? Chi decide? Come sarebbe legittimo un governo? Con chi ho firmato un patto? E’ proprio l’idea stessa di nazionalità che mi risulta repellente…
Articolo molto bello. peccato quel “patto” al posto di “contratto. “Ecco la radice del Federalismo: … la sua vittoria e’ la vittoria del “contratto” sul “patto politico” nell’Europa statalista”, Gianfranco Miglio.
Articolo meraviglioso. Il diritto di secessione è l’unica base per un sistema realmente federale, e l’unica base per qualsiasi sistema che voglia essere Giusto.
ESATTO!