Ho visto qualche immagine della manifestazione degli studenti in corso tra Roma ed altre 90 città italiane e non ho potuto far altro che convenire con Marco Paolemili che “i figli son davvero peggio dei padri”. Osservare questa massa informe ed unicerebrale di piccoli parassiti, vestiti con magliette di Che Guevara e sempre col pugno sinistro chiuso levato al cielo, mi ha convinto che se questo paese non ha futuro è perché il futuro pretendono di rappresentarlo questi portabandiera rossi.
Le migliaia di studentini che fanno brutta mostra di sé, sponsorizzati dai Cobas, urlano il seguente slogan: “Difendere la scuola pubblica dal governo Berlusconi e dal pessimo ministro dell’educazione”. E ti pareva?
Credo di essere, senza sospetto alcuno, agli antipodi del pensiero della Gelmini, ma quando vedo questi proto-fasciocomunistelli, interessati soprattutto a bigiare un giorno di scuola, difendere l’istruzione statale mi si accappona la pelle.
Non voglio usare parole mie, ma quelle di un grande studioso svizzero per esprimere tutto quel che penso dell’apparato orwelliano che sovrintende la ministra bresciana.
1- “Un semplice dato di fatto, ad esempio, è che senza l’istruzione pubblica la Democrazia è praticamente irrealizzabile. Qui, domanderei sommessamente al lettore di non voler fare troppo lo stupido, altrimenti mi vedrò costretto a spiegargli un certo numero di verità talmente evidenti che questo non succederebbe senza qualche indecenza. Innanzitutto, bisogna saper leggere, scrivere e far di conto per seguire la campagna elettorale, votare e truccare legalmente i voti. Poi occorrono un po’ di storia ed educazione civica per sapere con che cosa tutto questo s’accorda. Ci vuole inoltre una severa disciplina dell’infanzia per modellare contribuenti inoffensivi. È infine necessario un numero considerevole di lezioni, e per il maggior tempo possibile, affinché non si abbia il tempo di rendersi conto che tutto questo è assurdo”.
2-“La scuola, nella sua forma attuale, adempie sufficientemente al suo ruolo politico e sociale, che è quello di fabbricare elettori (se possibile estremisti, in ogni caso democratici). Mi ricordo di un disegno umoristico pubblicato nel 1914, che rappresentava la macchina di Kitchener: un apparecchio che assorbiva gentleman e restituiva soldati inglesi. La macchina scolastica divora bambini vivi e restituisce cittadini dallo sguardo torvo”.
3-“Giustapponete trenta bambini sui banche di un’aula scolastica, non avrete nulla che somigli in qualsivoglia maniera ad alcuna società esistente. Ciò che è vero è che il fatto, assolutamente nuovo nella Storia, di obbligare i bambini a vivere insieme dall’età di cinque anni favorisce lo sviluppo delle loro inclinazioni più “comuni”: gelosia, vanità, furfanteria, rivalità subdola, ammirazione per gli smargiassi, – tutto ciò che più tardi diventerà socialismo o sussiego borghese, spirito fazioso, arrivismo e parlamentarismo”.
Pensieri scritti, un centinaio d’anni fa circa, da Denis de Rougemont. Se oggi fosse vivo, osservando gli studenti italiani scesi per strada stamane potrebbe orgogliosamente sostenere: “ve lo avevo detto”. Se avesse letto la riforma Gelmini, avrebbe financo esternato qualche porcone.
Intanto, il circo Barnum dell’educazione di Stato continua e i “prolet” in piazza sono la coreografia più consona. Qualcuno dovrebbe ricordargli che “la crisi sono loro”.
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“Se oggi dai un pesce ad un uomo affamato che te lo chiede, domani tornera’ per chiederne un’altro. Se pero’ oggi gli insegnerai a pescare, domani se lo procurera’ da solo.”
Non sono daccordo su una scuola privata oppure limitata. Un bambino non puo’ avere la scelta di ottenere un’istruzione o meno. Un minimo di scuola deve esserci per tutti per garantire a tutti di possedere quel bagaglio di conoscenza e gli strumenti necessari che lo aiutino nella vita di adulto, cosi’ da non dover dipendere dagli altri per il suo sostentamento. Bisogna dare a tutti i giovani le stesse basi di partenza e che poi facciano come meglio credono o possono nella vita di adulti.
Quello che bisogna mettere in atto e’ togliere la politica dalle scuole, di qualsiasi provenienza essa sia, restituendo alla scuola il suo unico scopo che e’ quello di preparare le future generazioni a provvedere a se stesse. Proprio perche’ l’istruzione e’ gratuita per lo studente, quest’ultimo non ha nessun diritto se non quello di imparare e non di fare scioperi e sfilare in parate politiche di qualsiasi tipo. Non mi interessa un piffero che uno studente finito il liceo mi sappia citare tutta una schiera di filosofi e poeti, reciti la Divina Commedia a memoria e conosca a menadito la civilta’ Greca. Quello che mi interessa e’ che sappia destreggiarsi nel mondo senza farsi fregare e senza diventare un peso per la comunita’.
Chissa’ quanti dei liceali pieni di strampalate ideologie di Che Guevara o Mussolini sono andati a farsi fregare sottoscrivendo dei mutui in valuta estera per esempio. O quanti di loro comprendono cosa sia la semplicissima economia familiare. Fuori la politica e la religione dalle scuole, insegnamo ai nostri giovani ad essere competitivi nel mondo dandogli un’istruzione valida e attuale, se vogliono studiarsi Marx, Mussolini o tutti e due, che lo facciano nel loro tempo libero al di fuori dalla scuola.
Scusate ho perso un’accento per strada………….
Troppa foga.
Carlo
Caro Leo ,
come sempre sono d’accordo con Te………….la scuola italiana è veramente un disastro……….affidare l’istruzione di mio figlio adolescente a questi incapaci politicizzati è sinceramente deprimente.
Purtroppo nella mia città non ci sono alternative valide.
Di contro i geni del mio ragazzo , ereditati da me e da mia moglie , sono più forti di ogni tentativo di condizionamento………..la sua mente è libera e lo rimarrà , spero , per sempre.
Dover , per forza , vivere 18 anni in una scuola “carcere” , subendo le angherie di molti ( non tutti ) presunti insegnanti che cercano ogni giorno di piegarti al volere dello stato……….rinforza il desiderio di libertà e la voglia di anarchia libertaria……….così e stato com me e così è con lui.
Scusate lo sfogo……….un saluto libertario a tutti.
Carlo
Grazie, ricambio il saluto!!!
” … Una società libera offre soluzioni per tutti, perchè l’unico principio inderogabile è il rispetto dei diritti di proprietà. Chi crede che il comunismo sia una società più giusta potrebbe liberamente sceglierla e creare una comunità basata sull’insegnamento marxista. Nessuno deve però essere obbligato ad aderirvi. E così via. …”
MACIOZ, pur non chiamandole per nome, ha parlato delle COMUNITA’ VOLONTARIE AUTONOME, tra affini,
Le idee, piano piano, tracciano sentiere e strade ….
Ai libertari interessa la libertà, a me interessa ridurre l’impatto della civilizzazione “moderna” sull’uomo. Quindi in tema di sanità e di istruzione abbiamo visioni simili, o perlomeno si perverrebbe allo stesso fine. Per me potrebbe anche essere un dittatore che d’imperio stabisce nuovi parametri. La libertà delle pecore non mi interessa.
Ai libertari interessa la libertà perchè consente a ciascuno di cercare la strada che egli ritiene migliore per sè.
Consente a tutti di usare il proprio tempo, il proprio corpo, i propri beni nel modo ritenuto più appropriato per le proprie esigenze.
Tutte le altre soluzioni, comunque le si voglia chiamare, si riassumono nel fatto che qualcuno decide anche per gli altri. Quello che i libertari chiamano coercizione, e altri violenza.
A te interessa ridurre l’impatto della civilizzazione “moderna” sull’uomo, a me potrebbe interessare il contrario, e così su mille altri argomenti, l’importante è che nessuno di noi abbia il potere di obbligare l’altro ad agire diversamente da quello che avrebbe liberamente scelto. Una società libera offre soluzioni per tutti, perchè l’unico principio inderogabile è il rispetto dei diritti di proprietà. Chi crede che il comunismo sia una società più giusta potrebbe liberamente sceglierla e creare una comunità basata sull’insegnamento marxista. Nessuno deve però essere obbligato ad aderirvi. E così via. Questo è ciò che distingue la filosofia politica libertaria da tutte le altre. Tutte le altre ti concedono al massimo di decidere a maggioranza da chi vuoi essere comandato, come se la coercizione imposta dalla maggioranza fosse meno dolorosa di quella imposta dal dittatore. L’intera nostra società è strutturata in modo da rendere legale la coercizione sugli individui.
La libertà delle pecore non ti interessa, ma interessa molto a loro.
No, nessun numero chiuso. Il numero chiuso è tipico di un sistema statalista, in cui, siccome il burocrate non vuole lavorare, manda via più clienti possibile. Poi questo sistema è funzionale al valore legale del titolo di studio. Invece bisogna privatizzare l’insegnamento e in un libero mercato innanzitutto andrà a scuola solo chi effettivamente è portato perché in quel sistema non vale il valore legale del titolo di studio. In secondo luogo in libero mercato ci sarà la corsa ad accapparrarsi i clienti e non a fare numeri chiusi. Quindi il problema è privatizzare il sistema scolastico
Inoltre il numero chiuso conferisce allo stato il potere di decidere chi può studiare e chi no: una “meritocrazia” dal sapore sovietico.
è vero, il problema di fondo è il valore legale del titolo di studio: si tratta di un pezzo di carta funzionale a garantire una massa di coglioni acefali e un sistema di baronaggio-inefficienza tipico della tirannia democratica (solo pensare di mettere piede dentro una università italiana viene da vomitare). sarebbe invece entusiasmante una offerta di istruzione libera da parte di privati in assoluta concorrenza. non ci sarebbe scuola dell’obbligo, titolo di studio riconosciuto legalmente (ma che assurdità…), diritto all’istruzione e tutto questo ammasso di non sensi contrario alle più elementari regole della Natura.
guardarli da lontano non è un po’ riduttivo? Scenda in piazza a parlare con loro: potrebbe sorprendersi
.. altro che numero chiuso all’università, io introdurrei il numero chiuso fin dalle superiori.
Verifica del quoziente di intelligenza, e verifica del grado di buona volontà, dimostrata e dichiarazione d’intenti a rigar dritto fino alla fine! In difetto, calcio in culo con scarponi da montagna e lavorare!
ah beh… da quanto leggo , sicuro che tu supereresti itesti ;-p
ah beh… da quanto leggo , sicuro che tu supereresti i test ;-p
Spettabile Barbara, ho fatto anche quello (non questa volta), le volte precedenti.