Oltre all’immondo spot voluto da Tremonti & Co., non passa giorno che qualcuno finisca col commentare notizie che hanno attinenza col fisco, su Facebook o altrove, in questo modo: “Se tutti pagassimo le tasse, pagheremmo meno tasse”. Una frottola sesquipedale!
Come, spesso, mi capita di dire – l’ho fatto anche sabato scorso in occasione dell’incontro di Varese al quale ho partecipato – non funziona così. Anzi, più soldi consegniamo nelle mani di burocrati e parassiti (l’infame casta) e più questi spenderanno quei soldi inutilmente. E lo faranno per due motivi per loro essenziali:
1- Perché non sanno cosa significhi guadagnare denaro col sudore della fronte;
2- Perché per loro il denaro è solo un mezzo da sperperare per creare nuove clientele e nuovo consenso.
Non ci sono solamente i dati storici a confermare quanto sopra (in “Elogio dell’evasore fiscale” ne ho riportati ad abundantiam), ma c’è l’attualità a dar manforte a questo apodittico teorema, popperianamente dimostrato.
Ecco a voi due notiziole che vengono silenziate dai “grandi media”, ma che Internet fa rimbalzare su tutti i computer.
Partiamo da Sud: “Con lui al governo c’è una sola categoria che è sicura di stappare champagne e fare festa: la casta dei politici. Nichi Vendola è governatore della Puglia dal 2005, ed è alla sua seconda legislatura. In sei anni ha battuto il record italiano di aumento delle spese per i costi della politica: + 50,29% rispetto all’anno in cui si è insediato. E ancora: 711 sono consiglieri di enti, fondazioni e società pubbliche, buona parte di nomina vendoliana. Altri 14.111 in Puglia hanno incarichi o consulenze dalla politica. E infine 30.697 vivono del cosiddetto apparato politico. Casta a parte i sei anni di Vendola al governo si contraddistinguono per un taglio alle spese in gran parte in conto capitale legato ai minori trasferimenti del governo centrale (-2,3 miliardi di euro rispetto ai 15,2 miliardi di euro del 2005), e per un aumento del 26,13% delle spese correnti (quelle che si dovrebbero tagliare) e soprattutto per un aumento record della pressione fiscale: le imposte regionali sono passate da 1,2 miliardi del 2005 a 1,7 miliardi di euro del 2011 (+37,29%), alla voce «tasse e altri tributi regionali”. Commento: W il riformatore di ‘sta cippa.
Eccoci ora nel profondo Nord: “Il call center sanitario della Regione Lombardia da marzo 2012 costerà (quasi) come una hotline. Sarà a pagamento: costerà dai cellulari 50 centesimi “a contatto”. Ovvero per chiamare la Regione e avere un’informazione di servizio si pagherà. Non per parlare del più e del meno ma per prenotare delle visite mediche, come tac o radiografie. Un servizio che ovunque è gratuito. Ovunque tranne che in Lombardia. Perché? Finora la Lombardia ha appaltato a milletrecento Km di distanza il call center, a Paternò (Catania), ovvero in Sicilia, nella “provincia di La Russa” (“Umberto Magno” docet), come bofonchiano i leghisti. E qui il punto. Proprio i leghisti hanno dato battaglia in Consiglio regionale perché il call center fosse “padano”. Risultato? Ora ce ne saranno due, affiancati finché il servizio non sarà privatizzato. Ma per abbattere i costi, la Regione farà pagare le telefonate”. Commento: W i cialtroni bossiani!
Ho impiegato 10 minuti per trovare le due notizie online e l’ho fatto perché anche stamane uno dei milioni di statalisti tricoloriti mi ha scritto un messaggio ammonendomi sul fatto che “se tutti pagassero le tasse, le tasse ripagherebbero tutti”.
Ha ragione Gianni Rodari quando scrive che “è inutile parlare di libertà ad uno schiavo che pensa di essere un uomo libero”. Ma aveva ancor più ragioni mio nonno quando mi spiegava “che alla gente è più facile metterglielo in c… che fargli entrare in testa certe nozioni”.
E io dovrei pagare? Mamifacciailpiacere…
Lo stato siamo noi ! Se fosse vero la “nostra magistratura” dovrebbe porre al comportamento dei “nostri rappresentanti” la stessa attenzione al malaffare che la “nostra GdF” pone verso gli evasori fiscali.
Lo stato italiano è profondamente corrotto e non riformabile in modo indolore.
A parte chiacchiere e dichiarazioni menzognere di uno o tal’altro “statista”, continuano ad aumentare quelli che succhiano alle mammelle dello stato e continuano ad aumentare i politici corrotti ed intoccabili di fatto.
Lo stato italiano affogherà nella sua merda.
A Carmelo vorrei dire che ho fatto studiare privatamente due figlioli ed ho contemporaneamente pagato le tasse per mantenere il carrozzone della scuola pubblica.
Domani mia moglie farà un test cardiaco privatamente ché con il S.S. sarebbe remoto. Gli economi delle Asl fanno allungare il tempo delle prenotazioni per avere l’entrata da Servizio Sanitario Garantito per Tutti senza avere le uscite di un lavoro fatto. Più utili = più quattrini per la casta.
L’abbinamento del possesso del televisore con l’uso di energia elettrica è cosa che solo gli italiani “servi da sempre” possono accettare, non c’è limite a quanto e per che motivazione possano tassare i Cittadini. Se mi penso che l’abolizione del canone Rai era nel programma politico di un partito di governo …
Con Leo dissento solo in una cosa, lui è per prendere i forconi, io per barrare le frontiere in uscita e montare le ghigliottine nelle piazze: nobili e clero, insieme appassionatamente, condannati a priori in quanto tali a meno che ciascuno non porti lui prova della sua innocenza. E se qualcuno di loro volesse sostenere che con ciò il Diritto è ribaltato, prima viene comunque decapitato lui e tutta la sua famiglia e spogliato da ogni bene, poi seguirà l’esame della documentazione presentata con i tempi di un normale iter burocratico.
“Tra i vari provvedimenti che il ministro dello Sviluppo economico, Paolo Romani, annuncia in questa intervista c’è anche la riforma del canone Rai: «A tutti i titolari di un contratto di fornitura di elettricità, siano essi famiglie o pubblici esercizi o professionisti, verrà chiesto di pagare il canone, perché, ragionevolmente, se uno ha l’elettricità ha anche l’apparecchio tv. Chi non ha la televisione dovrà dimostrarlo e solo in quel caso non pagherà». La riforma, aggiunge il ministro, sarà presentata o col decreto milleproroghe o comunque entro l’anno e servirà ad azzerare la grande evasione: «Circa il 30% di chi dovrebbe pagare il canone non lo fa». Per questo, garantisce Romani, anche se il canone per il 2011 dovesse subire un aumento per adeguarlo all’inflazione («ma io sono contrario»), dall’anno successivo l’importo si ridurrà «secondo il principio che se pagano tutti, pagano meno». La proposta di Romani prevede infatti che «metà delle nuove risorse incassate vada alla Rai e metà a decremento del canone». Il provvedimento «è pronto e presto sarà presentato, forse col decreto milleproroghe».” (http://www.corriere.it/economia/10_novembre_25/selezioni-incentivi-canone-rai_bf5bf974-f86f-11df-a985-00144f02aabc.shtml)
bella balla! se paghiamo di più lo stato mangerà di più e consumerà tutto quello che in più gli diamo. l’appetito del leviatano è insaziabile. poi, con queste affermazioni si mette l’uno contro l’altro, chi paga e chi non paga, dicendo al primo che se il secondo pagasse lui pagherebbe di meno. ma il punto è: perché pagare? e qui entra in gioco l’etica della libertà: https://www.youtube.com/watch?v=oGVZ19qcIa0
vedi anche: https://www.youtube.com/watch?v=2A-jEHJ-BVo
E’ ovvio che la strategia è quella del divide et impera.
Che poi chi vive di Stato è portato di per sé ad essere dalla parte dei tassaioli.
Quello che dobbiamo fare, invece, è chiamare a raccolta chi ha tutto l’interesse per lottare contro il leviatano, anche se gli fanno credere che così non è.
Il fatto che ci facciano pagare il canone con la bolletta dell’enel mi sembra una furbata estrema: come faccio a dimostrare che non ho la TV? Ne devo comprare una e farla sigillare dall’ente preposto?
Perché poi, in realtà, confesso di avere un videocitofono a casa, nonché una lavatrice con oblò. E il computer in ufficio.
FInché ci fanno pagare solo il canone non siamo nemmeno messi male, ma se ci fanno pagare la patrimoniale Greek-style (10 €/mq in bolletta) siamo fritti.
Poi ci si chiede per quale cazzo di motivo gli alluvionati contestino Paolo Romani: a badilate di merda, non di fango, dovrebbero prenderlo!
Ragioniamo; esiste una garanzia di un qualsiasi tipo che se 40.000.000 di Italiani attivi pagassero tutte le tasse, queste automaticamente diminuirebbero? Non credo, o per lo meno potrei crederci nel momento in cui lo Stato si limitasse a spendere SOLO quanto perviene dalla tassazione. Ma esiste anche il deficit che supera di gran lunga gli introiti e esiste il debito pregresso che deve essere ripagato insieme agli interessi.
La pubblicità e il common sense dice anche un’altra cosa: “Se tutti pagassimo le tasse, i servizi migliorerebbero”. Questo ci porta alla conclusione che i servizi per essere migliori devono essere più costosi, perché solo pagando di più si possono avere più servizi e di miglior pregio. Dunque non esistono modi che permettano di recuperare efficienza dall’azione amministrativa senza aumentare la spesa e questo ci fa presumere che non esistano ne sprechi da recuperare o cose da correggere.
Questo mi porta alla conclusione che qui abbiamo un serio problema, le due definizione cozzano o pagando tutti si avrebbero servizi migliori o pagando tutti si avrebbe una tassazione inferiore. Decidiamoci almeno dal punto di vista logico.
E’ disarmante dover spiegare a chi non e’in grado di capire
Ancora più disarmante cercare di spiegare a chi non vuole capire.
O peggio ancora spiegare a chi ha capito benissimo ma non vuole ammatterlo ;)
A meno che, caro Leo, non riusciremo a creare quelle COMUNITA’ VOLONTARIE dove ogni gruppo si automantiene e gestisce la propria e dove a nessuno sarà permesso di campare con le risorse esorte agli altri.
Esatto Carmelo!
Creare comunità volontarie è molto difficile perché purtroppo siamo costretti a pagare i servizi statali. Chi vuole istituire una polizia privata deve continuare a pagare la polizia statale attraverso le tasse. Stessa cosa per la scuola, la magistratura, i trasporti, ecc. Bisognerebbe pretendere il diritto di non pagare le tasse per i servizi di cui il cittadino non usufruisce, altrimenti pagheremmo due volte. Quindi credo sia ragionevole richiedere sgravi fiscali per le comunità volontarie che, in sostituzione dello stato, assicurano servizi pubblici ai propri associati associati, da calcolarsi in base al risparmio di spesa stimato della pubblica amministrazione conseguente alla minore erogazione di servizi.
Caro Lorenzo, “un edificio” si può ristrutturare dando una mano di tinteggiatura e cambiando qualche tegola rotta oppure sbaraccandolo e rimettendolo in piedi dalle fondamenta. Non è facile ma … nemmeno impossbile. Due o tre anni fa nessuno parlava di COMUNITA’ VOLONTARIE (che non sono tipo “riserve indiane”), oggi si incontrano spesso, seppur in ambiti ristretti, delle discussioni sul tema.