“L’idea che si debba prendere atto di una riduzione, dal prossimo anno, a 50 milioni di euro circa dei fondi pubblici e da qui si debba disegnare un nuovo regolamento per circoscrivere l’area dei beneficiari è sbagliata e delittuosa perché uccide in maniera fulminante decine di testate.” (FNSI)
La Federazione Nazionale della Stampa, evidentemente senza conoscere il significato delle parole “pudore” e “vergogna”, definisce “delittuoso” ridurre – non azzerare, si badi bene! – i fondi pubblici all’editoria, perché ciò “uccide in maniera fulminante decine di testate”.
Per principio ritengo inaccettabile che lo Stato usi i soldi prelevati mediante tassazione per consentire la pubblicazione di testate giornalistiche che non riuscirebbero sul mercato a generare ricavi in grado di coprire i costi.
Le storie sul pluralismo dell’informazione, la democrazia, ecc, solitamente portate a sostegno dell’erogazione dei fondi pubblici, sono solo pretesti per giustificare una redistribuzione parassitaria del denaro dei contribuenti. I quali, in buona sostanza, è come se fossero costretti a comprare giornali e riviste che in realtà non interessa loro leggere.
Se a una persona piace scrivere è libera di farlo e, grazie a internet, i suoi pensieri possono raggiungere milioni di persone. Se, però, con la scrittura vuole campare, allora è necessario che riesca a convincere un numero sufficiente di persone a pagare per leggere ciò che scrive.
Altrimenti deve cercare un altro lavoro e, se vuole, scrivere per hobby. Punto.
Mai come oggi, tra l’altro, oltre a essere per principio inaccettabili, i contributi pubblici all’editoria sono finanziariamente insostenibili. A forza di spendere e spandere, il bilancio dello Stato, nonostante una pressione fiscale enorme, è pieno di buchi da tutte le parti. Con il suo costo che sta lievitando, tagliare spesa pubblica è essenziale. Se non si tagliano neppure questi contributi parassitari, cosa si taglia?
Non è solo l’euro che è moribondo, ma anche l’Italia come la conosciamo. Hanno rubato più di quello che era indecente rubare, non ne resta per andare avanti e continuano impunemente a rubare. In TV pagano uno spot contro l’evasore fiscale e non contro gli appannaggi che prendono per avere il diritto di continuare a rubare. I cani da guardia sono ammansiti con pasti succolenti ed anche la corte dei conti è uno spreco da far cessare in quanto, come cane da guardia non morde e non ha fiato per abbaiare. “Dovrebbero” cessare in toto i finanziamenti all’editoria ed ai partiti politici e “dovrebbero” cessare i privilegi di casta che vengono concessi alle società cooperative, privilegi che sono sfruttati non solo dalle Coop ma anche da alche da diverse testate.
Serve una ghigliottina in ogni piazza.
ilfattoquotidiano dimostra come si possa stare sul mercato nazionale non ricevendo i contributi quindi gli altri giornali che succhiano alla mammella statale dovrebbero frignar poco.
Forse la protesta della FNSI non riguarda tanto la riduzione dei contributi quanto l’erogazione di essi solo per alcuni giornali, lasciando fuori gli altri. In questo caso sì che la reazione della FNSI è legittima perché i giornali tagliati fuori dalle sovvenzioni non potrebbero competere coi giornali sovvenzionati: il mercato sarebbe pesantemente distorto perché lo stato decidendo chi finanziare deciderebbe anche chi sta sul mercato e chi sta fuori. Se bisogna ridurre i contributi bisogna ridurli proporzionalmente a tutti i giornali.
In effetti se il taglio non fosse trasversale, ma circoscritto solo a certi giornali, sarebbe ingiusto ancorché incostituzionale. Condivido: “Se bisogna ridurre i contributi bisogna ridurli proporzionalmente a tutti i giornali”. Aggiungo: forse sarebbe il caso di toglierli tutti direttamente. Magari non confonderemmo più la “libertà di stampa” (valore sacrosanto) con la “libertà di stampare coi soldi degli altri” (valore direi un po’ più discutibile).
aggiungiamo che con questo meccanismo il “cane da guardia” (giornalista) viene pagato dal “ladro” (politica). un bel disincentivo a mordere….
Vanno tolti i contributi e stop.
Non possiamo permetterceli, non è che l’operaio deve tirare la cinghia per permettere a CdB o SB di avere il giornale aziendale.
In ItaGlia avremo meno giornali? Pazienza, torneremo a comprare la carta igienica, tanto quello valgono.