“… le persone tendono a pensare di se stesse molto meglio di quanto poi non siano effettivamente… Questo non depone certo a favore delle autovalutazioni… una possibilità è richiedere ai risparmiatori un patentino finanziario rilasciato da una delle autorità di controllo.” (L. Guiso)
Luigi Guiso fa il professore di economia e ritiene che per ovviare al problema della scarsa preparazione finanziaria della gran parte degli italiani sarebbe necessario introdurre un patentino rilasciato da un’autorità di controllo.
La normativa vigente (la famosa, o famigerata, MiFID) impone agli intermediari di acquisire dai propri clienti, tra l’altro, informazioni sulle loro conoscenze ed esperienze finanziarie. Si tratta per lo più di rispondere a questionari standardizzati. Secondo Guiso questo approccio è inadeguato, oltre che impregnato di conflitti di interessi.
Credo che la sua posizione sia almeno in parte viziata da un equivoco di fondo. Nessun sistema di acquisizione delle informazioni sulle conoscenze ed esperienze metterebbe al riparo un investitore dal perdere soldi. Al tempo stesso, è piuttosto diffusa la tendenza degli investitori ad attribuire a se stessi il merito delle scelte che hanno generato rendimenti positivi, incolpando gli intermediari ogni volta che riportano una perdita.
Con questo non intendo affrontare la questione con un approccio simmetrico a quello di Guiso, che credo sarebbe altrettanto errato. Mi pare inevitabile che tra gli intermediari finanziari vi sia chi ha comportamenti corretti e chi no, come succede in ogni attività.
Peraltro, laddove il cliente intrattenga un rapporto da lungo tempo con un intermediario, quest’ultimo è in grado di valutare l’attendibilità delle risposte date dal cliente (e l’eventuale auto sopravvalutazione delle proprie conoscenze ed esperienze finanziarie), ma potrebbe non esserlo nel caso di cliente appena acquisito.
E’ davvero curioso, poi, che si chieda a un’agenzia di emanazione statale (suppongo dovrebbe occuparsene la Consob) di attribuire patentini agli investitori, stabilendo quali prodotti finanziari possono utilizzare e quali no, quando lo Stato introita ogni anno svariati miliardi di euro tramite Superenalotto e lotterie varie, che sono una vera e propria forma di tassazione volontaria, ancorché inconsapevole. Se l’accesso a quei giochi fosse consentito solo a coloro che posseggono conoscenze di base del calcolo delle probabilità, dubito che lo Stato incasserebbe tutti quei soldi.
Tutto ciò detto, la soluzione paternalistica invocata da Guiso mi sembra da respingere soprattutto perché lede il fondamentale diritto di ogni individuo di fare dei propri soldi quello che vuole. Che l’intermediario fornisca al cliente informazioni corrette ed esaustive sui prodotti finanziari è nello stesso interesse di lungo termine dell’intermediario, ma il cliente deve mantenere la libertà di investire come gli pare. Altrimenti si arriverà per gradi a dover avere un patentino statale per fare qualsiasi cosa. Un prospettiva da incubo.
attenzione che patentino significa bolli e quindi altri soldi allo stato!
Quand’è che metteranno il patentino per trombare?
Al contrario di tutti quanti io sono solo “contento” che mettano sempre più ostacoli e sampre più velocemente.
Sono “felice” che strangolino l’economia.
E sapete perché? Perché più violenti diventqno più la gente si sveglia. Mezz’ora fa un collega, l’ultimo da cui mi sarei aspettato un discorso del genere, mi ha chiesto dove comprare oro fisico, se c’è un taglio minimo, e cosa farne una volta acquistato.
Piano piano la gente si sveglia. Svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa!
Senza contare poi che se lo stato dovrà inevitabilmente alleggerirsi facendo fuori almeno un terzo dei suoi dipendenti, burocrati, politici e parassiti vari, non si possono costituire nuove istituzioni come sono abituati da sempre, a creare inutili commissioni, comitati, consulte, e chi più ne ha più ne metta …
Le reti di vendita, vere e proprie sodomizzatrici del risparmiatore sono nate proprio per “sollevare” il risparmiatore dal pensiero di poter operare le proprie scelte in autonomia. Senza far nomi, guardate bene da dove è partito il boom delle reti e chi ne ha beneficiato maggiormente!
Le Sim private prive di una propria banca che danno la possibilità al cliente “fai da te”, sono spesso destinate a soccombere perchè guarda caso proprio perchè subiscono “strane” verifiche, pressioni, incagli burocratici proprio dalle grandi banche e dal sistema politico che non può far sfuggire situazioni che non sono sotto il grande ombrello politico/bancario del nostro paese.
Domandatevi perchè presso le banche estere (fuori dall’Italia) si possono fare un’infinità di cose senza balzelli, spese, dichiarazioni chilometriche etc. etc. e domandatevi perchè quando le stesse banche estere quando operano sul territorio italiano di buon grado si adeguano ai malcostumi locali per pasteggaire al pari delle nostre banche italiane…
Espropriare il diritto alla legittima scelta individuale in fatto di investimenti vuol dire dar da vivere a reti, banche, assicurazioni, consulenti, etc. etc.
L’unica cosa che lo stato dovrebbe fare non fa’ !! Ovvero impedire che furfanti banche manipolino i portafogli dei clienti per infilarci dentro quando necessario le perdite che avrebbero dovuto assorbirsi loro! Il caso Argentina, parmalat, cirio, alitalia insegnano.
Invece con la più grande balla di voler tutelare il cliente, sono esattamente 30 anni che sodomizzano il risparmio degli italiani, difatto espropriandoli della loro capacità / possibilità di investirlo in autonomia.
La più grande truffa perpetrata dallo stato, sono stati poi i fondi pensione e l’adesione forzata, peccato che la massa se ne accorgerà fra qualche lustro.
Di fatto è stata un vero e proprio esproprio della liquidazione.
Fondi pensione che ovviamente hanno dato da mangiare a sindacati, gestori di fondi, banche, promotori finanziari etc. etc… e poi pensate che alla fine vi resti qualcosa della vostra liquidazione??
Ultima cosa, esproprio del TFR, per farne che?.. Investirlo in titoli di Stato ovviamente! E questo esproprio l’hanno fatto guarda caso uno o due anni prima che succedesse il bubbone. (a pensar male è peccato, ma a volte ci si azzecca) Lascio a voi la conclusione…
La proposta di questo economista è delirante.
Perchè, invece di insegnare baggianate ‘civiche’ ai nostri ragazzi, nessuno propone di usare quelle inutili ore di lezione (che costano miliardi) per spiegare che cos’è un’obbligazione, un’azione, un rendimento o l’interesse?
Quale potrebbe essere la percentuale di adulti che sa cosa sono queste cose in Italia? Il 5%, a essere ottimisti.
Quante sofferenze si sarebbero potute risparmiare se gli anziani che hanno messo i risparmi di una vita nei bond Parmalat o Cirio (perchè ‘l’esperto’ gli consigliava investimenti sicuri che rendevano un sacco …), avessero saputo perchè esistono cose che rendono l’uno e mezzo e altre il quindici?
In compenso ci raccontano che l’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro, ahahaha, e che il risparmio è tutelato in tutte le sue forme, ahahahaha ….