“Le tasse sono un furto e non pagarle è legittima difesa”.
Non si tratta di uno slogan da qualunquisti o dell’affermazione di qualche evasore. Le imposte, come spiega l’etimologia stessa della parola, sono un atto di coercizione bella e buona, un esproprio ai danni di chi onestamente lavora e produce, una rapina legalizzata.
Lo Stato adopera come scusa i beni e i servizi che fornisce, anche se nella realtà essi sono pessimi e costosissimi.
Servendosi delle parole dei grandi pensatori e di fatti concreti, Leonardo Facco confuta le tesi dei gabellatori, cominciando la sua opera di smascheramento proprio dal re dei tassatori, quel Tommaso Padoa Schioppa che, nel 2007, durante un programma televisivo ebbe l’ardire di sostenere che “le tasse sono bellissime”.
“Elogio dell’evasore fiscale” non è una mera provocazione culturale né un’operazione populistica, bensì l’espressione di una coscienza di classe che va maturando in Italia.
Che non si limita alla semplice reazione “antipolitica” alla corruzione e alle inefficienze della classe governante, ma va in profondità, arrivando a interrogarsi sull’intera organizzazione dello Stato e degli enti pubblici con dati, numeri, rapporti istituzionali, dalle clamorose truffe nascoste nelle accise al prelievo occulto da parte dello Stato nelle nostre tasche, passando per tutta una serie di trucchi, tra i quali la clamorosa “tassa sulla tassa”.
ECCO IL CONTROSPOT DEL MOVIMENTO LIBERTARIO SULLA “LOTTA AI PARASSITI”
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RESIDUO FISCALE ATTIVO IN ITALIA OVVERO……..PAGANO SOLO 5 REGIONI !
In Italia, solo cinque Regioni presentano il residuo fiscale attivo, ovvero danno molto di più alle Amministrazioni pubbliche (in termini di imposte, tasse e contributi) di quanto ricevono (sotto forma di trasferimenti e di servizi pubblici): sono il Piemonte (+ 1,219 mld di €); la Lombardia (+42,574 mld di €); il Veneto (+6,882 mld di €); l’Emilia Romagna (+ 5,587 mld di €); e il Lazio (+8,720 mld di €). Il residuo di quest’ultima Regione, a differenza delle altre, risente della presenza della capitale. La stima è stata elaborata dall’Ufficio studi della CGIA di Mestre ed è relativa all’anno 2007 (ultimo dato disponibile).
“La sorpresa che emerge da questa analisi non è tanto quella appena descritta – commenta il segretario della CGIA di Mestre Giuseppe Bortolussi -ma il fatto che non sono solo i territori del Sud a beneficiare dei flussi finanziari tra lo Stato e Regioni, ma anche alcune importanti realtà del Centro Nord ed in particolar modo quelle a Statuto speciale”.
Infatti, la Toscana presenta un deficit del residuo fiscale pari a -776 milioni di € (vale a dire che nel rapporto tra dare ed avere con lo Stato centrale, i toscani ci guadagnano), mentre per la Liguria il residuo fiscale è anch’esso negativo e si attesta sui 3,304 mld di €. Le cose vanno altrettanto bene per le realtà a Statuto speciale come il Trentino A.A. (-2,177 mld €), il Friuli V.G. (-2,104 mld di €) e la Valle d’Aosta (-617 milioni di euro). Situazione altrettanto positiva la riscontriamo al Sud, dove in Sicilia il residuo fiscale è pari a –21,713 mld, in Campania si attesta a –17,290 mld di € e in Puglia a –13,668 mld di €.
“Ma la cosa più preoccupante e fortemente sentita dai cittadini del Nord – conclude Bortolussi – è l’aumento del residuo fiscale registrato tra il 2002 e il 2007. Ebbene, in Lombardia è aumentato del +47%, in Piemonte del +33% e in Veneto del +32%. Incrementi che con un serio federalismo fiscale in grado di coniugare solidarietà, responsabilità ed efficienza della spesa pubblica, dovrebbero diminuire.”
@Maximus Deciomeridio
In realtà se si considerasse il fatto che le tasse pagate dai dipendenti pubblici sono a tutti gli effetti una partita di giro e tenendo conto che i dipendenti pubblici sono presenti in maggioranza nelle regioni del centro-sud,si vedrebbe che la sperequazione fiscale a danno di regioni come Lombardia,Veneto,Piemonte ed Emilia Romagna è in realtà molto più ampia di quanto rilevato dalla ricerca effettuata della CGIA di Mestre.
Sono perfettamente d’ accordo.
Che schifo. Ci hanno infettati.
Voglio aggiungere alla recensione del libro di Facco che quando poi, come nel caso del sottoscritto, c’è il desiderio e la volontà di uscire da questo STATO per aderire alle costruende COMUNITA’ AUTONOME VOLONTARIE, tra affini, la coercizione diventa doppia:
a) estorcermi risorse con tasse, imposte e gabelle varie.
d) costringermi a restare prigioniero in uno STATO (il Paese è altra cosa) con il quale non ho mai firmato alcun contratto di contribuzione e prestazione di servizi, né io né i miei genitori, né i miei nonni, ecc.
bravo Carmelo