Il mito della democrazia come sistema, se non perfetto, almeno il più avanzato tra tutti quelli, passati, presenti e futuri, è un mito strampalato e assurdo che può reggere solamente per i seguenti due motivi:
1 – E’ alimentato da una macchina propagandistica gigantesca che da decenni martella il cervello delle persone con il messaggio: democrazia è bello.
2 – E’ messo subdolamente in alternativa con il concetto di dittatura nel senso che, se una persona afferma di essere contro la democrazia, allora, per non si sa quale logica mirabile, è implicitamente catalogato tra coloro che sono a favore della dittatura. Una specie di ricatto ideologico.
In presenza di questi due presupposti si possono fare le seguenti due considerazioni.
1 – Il martellamento a favore della democrazia, attraverso cui si arriva al dato di fatto che è politicamente corretto e indispensabile parlarne sempre e comunque bene, è molto simile al martellamento subito per 70 anni dai cittadini dell’ex-Unione Sovietica dal messaggio-mito “il comunismo è bello”. Questo nonostante i massacri, le purghe, il dissesto morale, sociale ed economico, l’asservimento di un intero popolo.
2 – Per quanto riguarda l’alternativa nuda e cruda (e per questo fasulla), democrazia o dittatura, già nell’Ottocento, Alexis de Tocqueville affermava che “le pouvoir de tout faire, que je refuse à un seul de mes semblables, je ne l’accorderai jamais à plusieurs”. Traduzione: “Il potere di fare e disfare che io rifiuto di accordare ad un singolo individuo [la dittatura] non lo concederei mai a parecchi individui [la democrazia]”. (La Démocratie en Amérique, 1835, vol. I, Deuxième partie, chapitre VII).
Per essere ancor più chiaro nel non vedere alcuna differenza, se non di numero, tra dittatura e democrazia, essendo la democrazia la tirannia o la dittatura della maggioranza, Tocqueville affermava: “Quando vedo accordare il diritto e la facoltà di fare e disfare a una qualsiasi potenza, che si chiami il popolo o il re, la democrazia o l’aristocrazia, che la si eserciti in una monarchia o in una repubblica, io affermo che là esiste il germe della tirannia, e io cerco di andare a vivere sotto altre leggi”. (La Démocratie en Amérique, 1835, vol. I, Deuxième partie, chapitre VII)
In sostanza, detto in parole povere, non c’è distinzione teorica tra democrazia e dittatura, essendo entrambe forme di tirannia, esercitate in modo diverso, certo. Non a caso la Germania dell’Est, quella agli ordini di Mosca, quella che aveva costruito il muro di Berlino per intrappolare i suoi cittadini nel “paradiso” comunista, si chiamava Deutsche Democratik Republik (Repubblica Democratica Tedesca).
Per quanto riguarda l’affermazione su quanto stupenda sia la democrazia, basta solo guardarsi intorno e rendersi conto che la democrazia è davvero la lotta di tutti contro tutti per accaparrarsi la cassa generale, per ottenere favori da parte di un gruppo a discapito di tutti gli altri. Questo concetto, lo spiegò assai bene Frédéric Bastiat alla metà del Diciannovesimo secolo.
Attraverso la democrazia i peggiori, cioè quelli più affamati di potere, si fanno eleggere promettendo mari e monti ad un popolo di illusi e di imbranati che non vogliono prendersi cura di risolvere i propri problemi e sperano che una schiera di eletti faccia meglio di loro. In cambio si aspettano di ricevere quote delle ruberie dalla fazione che risulta vincente.
Insomma, per chi ha studiato Hans Hermann Hoppe, la democrazia è molto peggio di una monarchia ereditaria. In una monarchia ereditaria poteva capitare che, tra tante generazioni che si succedevano sul trono, vi fossero persone intelligenti e tutto sommato pregevoli. E anche quelli spregevoli dovevano fare attenzione a non inimicarsi né il popolo (da cui potevano essere cacciati o addirittura ghigliottinati), né Dio (da cui potevano essere sconfessati e scomunicati tramite la Chiesa). Invece con la democrazia i peggiori prevalgono sempre senza che corrano molti rischi; al più saranno sostituiti alle prossime elezioni (capita sempre più di rado) da una altra fazione dopo avere, nel frattempo, svaligiato la cassa (moltiplicando il debito statale) e introdotto misure che garantiscano loro posti e prebende.
E così la democrazia è la lotta all’ultimo coltello tra fazioni contrapposte per il bottino, seguendo la cosiddetta legge della giungla, se non fosse che nella giungla non avvengono le nefandezze e le porcherie che ci sono, in maniera costante e abominevole, sotto il regime della democrazia. Dove quello che dice di fare il tuo bene e di curare gli interessi generali è lì solo per spennarti ben bene e curare i suoi propri (sporchi) interessi a danno di tutti.
Ricapitolando, la democrazia è la dittatura dei più forti e corrotti contro i più deboli e ingenui; è una lotta fra caste che si caratterizza per un contrasto permanente tra gruppi di parte (che per questo si chiamano partiti) che vogliono prevalere l’uno sull’altro perché solo prevalendo possono dominare tutti (questo è il dogma della democrazia) ed estorcere risorse da tutti.
Allora, quando vi presentano l’alternativa burlesca tra dittatura e democrazia mettetevi a ridere e iniziate a fare sberleffi, a meno che la persona non sia un povero ignorante a cui forse qualche spiegazione potrebbe tornare utile. Se poi vi dicono che la democrazia opera per il bene comune, allora lì scompisciatevi dalle risate e invitate la persona a presentare altre barzellette comiche che servono per scaricare le tensioni in questi periodi assai cupi.
Di tutto cuore, però, vi suggeriamo che cominciate a documentarvi. Ci sono su Internet scritti a non finire su questi temi e ci sono proposte e percorsi diversi che suggeriscono di sostituire al potere della massa (democrazia) quello dell’individuo, della persona responsabile e libera di interagire con altri in società consensuali e non dittatoriali.
In ogni caso, il criterio distintivo di tutto ciò che si oppone alla democrazia-dittatura è: pensare con la propria testa e agire tutti in piena libertà (senza essere danneggiati o ostacolati da chicchesia; e questo vale per tutti non solo per i potenti di Stato). E questo e l’unico modo per fuoriuscire dalla demoscemenza e dalla demotirannia. (GPDB)
Charles Bukowski, scrittore sui generis, usava dire quanto segue: “La differenza tra una democrazia ed una dittatura è che in una democrazia prima voti e poi prendi ordini. In una dittatura non devi perdere tempo a votare”! Apperò…
Problema. Hai un bene comune, che proprio non puoi dividere, e devi stabilire il da farsi con questo bene.
La soluzione democratica potrebbe essere la risposta al problema.
Peccato che questa soluzione non preveda la possibilità esistano persone che vanno a mettersi in fila per votare una “scelta” senza alternative.
Cosa fare quando si spartisce un bene comune con della gente così?
come scriveva l’amico Pietro Monsurrò:”La tragedia è che la religione della democrazia è così forte che non si può parlar male della politica senza essere tacciati di fascismo o marxismo…”…condivido in toto l’articolo di De Bellis.
personalmente giustifico l’interptretazione di Libertas,poiche’,a mio giudizio,si basa piu’ su di una impostazione formale enon sostanziale esostanziale perche’ la ralta’ quotidiana che ci fornisce la nostra cosiddetta repubblica democratica e’ solo partitocrazia oligarchica,dove purtroppo liberta’,diritto e giustizia sono calpestati ovunque:mio padre che fu nella resisteza,fortunatamente non armata,poiche’ aborriva la violenza,mi disse sconsolato e deluso,che a differenza di questa democrazia burlesca,durante il fascismo c’era piu’ legalita e per me cio’ e’ sufficiente per la mia modesta opinione.Max Weber sostiene che òo stato e’ un rapporto di dominio( dice proprio dominio) di uomini su altri uomini,per mezzo di una forza ”legittima”che essi stabiliscono di legittimarsi questo monopolio,per cui le fazioni sono in perenne conflitto per la conquista di questa legittimita’ di potere.L’unicadifferenza tra democrazia e dittatura e che la prima usa le elezioni per legittimarsi e la seconda si legittima senza bisogno di elezione,ma ilrisultato e’ lo stesso.Ora,io penso che in linea teorica la demovrazia possa avere qualche pregio maggiore,ma pregi e difetti albergano nei due sistemi purtroppo,;la dittatura e’piu’ veloce nello stabilire le regole mentre nella democrazia,detto certamente in modo semplicistico,la supposta vine propinata in modo soft e gradatamente nel tempo.Personalmente sono un individualista libertario e liberista,tedo fortemente all’autor egolamentazione e determinazione,primo perche’ ogni individuo ha in se delle peculiarita’ individuali che solo attraverso la liberta’ si esplicano diventando altamente creative;secondo e che se verifichiamo tfatti della storia dell’ umanita’ il potere della politica,sotto le piu’ varie forme,ha prodotto disastri immani e solo in minima parte ha cercato di creare l’antidoto o gli anticorpi per iparare i sanni sa essa prodotti,tutti fatti che che in modo riduttivo,hanno ristretto lo spazio di liberta’ producendo freni e barriere allo sviluppo sociale e materiale che penso,ci avrebbero consentito tragurdi migliori
” … Ricapitolando, la democrazia è la dittatura dei più forti e corrotti contro i più deboli e ingenui; è una lotta fra caste che si caratterizza per un contrasto permanente tra gruppi di parte (che per questo si chiamano partiti) che vogliono prevalere l’uno sull’altro perché solo prevalendo possono dominare tutti (questo è il dogma della democrazia) ed estorcere risorse da tutti. …”
” … Di tutto cuore, però, vi suggeriamo che cominciate a documentarvi. Ci sono su Internet scritti a non finire su questi temi e ci sono proposte e PERCORSI DIVERSI CHE SUGGERISCONO DI SOSTITUIRE AL POTERE DELLA MASSA (democrazia) QUELLO DELL’INDIVIDUO, DELLA PERSONA RESPONSABILE E LIBERA DI INTERAGIRE CON ALTRI IN SOCIETA’ CONSENSUALI E NON DITTATORIALI. …”
Ho voluto riportare questi due periodi dell’articolo perchè mi pare sintetizzino il significato e l’obiettivo finale che ho riscritto in maiuscolo per maggiore evidenza.
A volte certi pezzi si tengono a portata di mano, sul comodino, perchè da essi si trae ispirazione ma possono anche essere riconsultati più volte e con maggiore attenzione da coloro che, ad una prima lettura, non ne abbiano colto lo spirito e capito il significato.
Complimenti, all’autore e all’ “editore”.
Il capolavoro degli statolatri è proprio quello di aver lobotomizzato le masse, che più modernamente, chiameremo ‘elettori’, in modo tale che considerino il termine dittatura l’opposto di democrazia. Chiaro/scuro, alto/basso, grande/piccolo, democrazia/dittatura. La critica al sistema democratico implica perciò automaticamente il supporto al sistema opposto, la dittatura.
Questo è il più grande risultato della pubblica istruzione. Il rincretinimento totale della gente attraverso la distruzione della logica elementare. Non esistono in natura cose alte o basse, calde o fredde. Esistono cose alte rispetto a …, cose fredde rispetto a …, piccole rispetto a …
Se sostengo che la democrazia è fallimentare, rispetto a cosa lo penso? Alla dittatura? All’assolutismo? Alla teocrazia? All’oligarchia? Secondo i bravi, mansueti e lobotomizzati elettori certamente sì. E invece proprio per niente!
Sostengo che è fallimentare rispetto ai diritti individuali naturali, il primo dei quali è quello di non subire aggressioni alla mia persona e alla mia proprietà (quando essa non è frutto di aggressione ma unicamente del lavoro mio o di chi me l’ha lasciata in eredità, oppure di chi me l’ha trasmessa attraverso un atto di libera volontà, come una transazione commerciale reciprocamente accettata, ad esempio).
La democrazia, in realtà, è la foglia di fico che il potere utilizza per legittimare lo stato coercitivo che ha un solo obiettivo: RUBARE LA RICCHEZZA PRODOTTA DA ALTRI! Dovrei per caso convintamente sostenere un sistema che mi pignora la casa se non pago il canone RAI? Ma ci rendiamo conto a che grado di idiozia siamo arrivati.
Beh, qualche miglioramento c’è stato in verità, in altri tempi le Democrazie avrebbero rapito i miei figli per farli ammazzare in una trincea. E poco mi solleva il fatto che lo facevano convinti (forse) di stare dalla parte della ragione. Valeva pari pari anche per i figli del Kaiser o del Fuhrer. Dal che si deduce l’equivalenza democrazia/dittatura.
Caro MauroLib, non riesco a capire se il tuo commento sia indirettamente rivolto a quello che ho scritto precedentemente. Io non ritengo affatto che democrazia e dittatura sono contrari! E’ l’articolista, o chi per lui/lei, che opera questa distinzione. Parla di monarchia ereditaria, che ovviamente rappresenta una forma e variante della dittatura monocratica. Secondo te, che cosa si avvicina di più al rispetto dei diritti individuali? L’ oligarchia, la plutocrazia, l’ aristocrazia nobiliare? Io sono per una sana anarchia individualista, dove individualista sta per l’appunto a indicare la sovranità assoluta di ogni individuo solo e unicamente su sé stesso.
Forse non l’hai notato, ma qual’è la differenza fondamentale tra tutte quelle forme di governo e la democrazia?
In tutte le altre, la quantità è stabilita sulla base di un programmatico limite qualitativo, ovvero solo un dato numero di persone ha peso politico, nella democrazia la qualità di chi può avere potere politico è stabilita dalla quantità di persone che la pensano come lui/lei(a prescindere che il politico sia un coglione). In altre parole, nella democrazia a ognuno viene data pari qualità di potere.
Il principale limite teorico sta proprio in questo assunto. Perché in realtà chi ha il potere, per governare, ha per forza la capacità di imporre la sua autorità, per quanto sostenuta da una maggioranza, a chi non la pensa come lui/lei.
Cioè, se capisco bene funziona così, io e un mio rivale ci candidiamo a dirigere (considerami un gruppo dirigente) un popolo di tre persone. Due su tre votano me quindi mi conferiscono l’autorità di legiferare e imporre la legge anche alla terza che non mi ha votato.
Non è matematico che io sia la persona adatta (e infatti riconosco che non lo sostieni), ma, dici, perlomeno io sarei l’espressione della maggioranza che mi ritiene adatto.
Se è così, come mi pare di aver capito, ti chiedo, a cosa serve il sistema democratico a coloro che mi hanno votato, i quali non possono avere la garanzia che io sia all’altezza, e a colui che non mi ha votato e che dovrà comunque sottomettersi al mio potere?
Lo trovi consolatorio? Ti dice niente che i peggiori tiranni del secolo scorso siano stati democraticamente eletti con la regola della maggioranza?
Fammi proseguire con l’esempio di specie. Il sistema democratico comunque rappresenta, immagino, la possibilità per gli individui di votare in un altro modo e punire il governante indegno. Giusto?
Poichè la conquista del potere, ancorchè in modo democratico, si da il caso conferisca l’accesso alla ‘stanza dei bottoni’ con annessa possibilità di decidere quanto prelevare di tasse (per non parlare di costringere i cittadini a fare i soldati, di decidere come curarsi e come morire, di decidere cosa è lecito fumare e cosa non lo è, ma fermiamoci alle tasse), converrai con me che il prezzo della vittoria elettorale è moooolto ghiotto. Visto che è così, per molti, potrebbe sicuramente valere la pena dedicare la vita al perseguimento di quell’obiettivo. Di diventare cioè, politici di professione.
Che cosa impedisce allora a una classe ‘professionale’ di politici attraverso il potere di legiferare, di costruire un sistema che, a prescindere dalle posizioni politiche con cui si presentano agli elettori, faccia in modo che la scelta cada SEMPRE E PER FORZA su un appartenente a quella classe? Ti ricorda qualcosa questo sistema?
Lasciami concludere con una considerazione personale, che per te può non aver alcun valore ma per me ne ha molto. Ho fatto parte una vita di quel gruppo di persone che si definiscono democratiche e liberali, quelle che hanno amato Montanelli, Aron, Churchill, Reagan, Thatcher, insomma quella (buona) gente lì, ebbene, non funziona.
Non è e non è mai stato un problema di conservatorismo vs progressismo o liberalismo vs socialdemocrazia, è un problema di stato vs individuo. Se stai con l’individuo non puoi essere liberale, per me è stato un abbaglio, puoi essere solo LIBERTARIO. Tutto il resto è … debito pubblico e polizia tributaria!
A parte che Thatcher e Reagan, per quanto liberisti, avevano parimenti una concezione sostanzialmente molto autoritaria del potere statale. Basta guardare la loro politica estera. Thatcher amica di Pinochet, per esempio? C***o, amica di un dittatore sanguinario!
Comunque sono d’accordo con te su tutto, eccetto che per questo punto: se uno diventa politico di professione, è perché lo votano. Quindi è più coglione chi lo manda al potere. Chi glielo impedisce, di nominare a sbafo suoi amici neanche conosciuti agli elettori e di mantenere in vigore lo stesso sistema di sempre, è sempre l’elettore. Il voto comporta una responsabilità.
Per me l’unico aspetto veramente positivo della democrazia è che, costituzionalmente, accetta un ricambio di potere(al di là della pratica). Le altre forme di governo neanche lo prevedono in teoria.
P.S. Che intendi per “decidere come curarsi”? Al di là della sanità pubblica, uno può ricorrere al privato. Sinceramente non ho capito che vuoi dire…
Sono per la democrazia contro la tirannia, però mi chiedo e chiedo a libertas: lo spaventoso debito che abbiamo in Italia credo che sia stato “costruito” dai rappresentanti della “democrazia”. Domanda: perché lo devo pagare io e tanti altri contribuenti “coglioni” come me? Non sarebbe giusto che chi ha sperperato tanta ricchezza (il Parlamento e il Senato con le loro leggi clientelari) dovrebbero pagare pegno? Se siamo in una democrazia, chi sbaglia paga!!! o no?
Paolo Cintolesi, sono perfettamente d’accordo con te. In tutto e per tutto. Io non sono un assertore della democrazia. Ma non sono neanche uno che vaneggia sugli ipotetici vantaggi di una “dittatura illuminata”.
Anzi, la metto in questo modo: chi illustra i vantaggi di una dittatura, secondo me, da un punto di vista psicologico, vuole di fatto creare un rapporto di dipendenza dal potere. Ovvero, vuole semplicemente lo Stato. Siccome la dittatura impedisce un confronto per l’appunto democratico, per quanto miserabile questo possa essere, la dittatura deresponsabilizza ancora di più l’individuo della democrazia. Chi vuole stare sotto il dittatore illuminato vuole solo il Grande Padre che si prenda cura di lui.
La democrazia è la dittatura. Poi il “vantaggio” della dittatura è che ogni tanto i dittatori fanno la fine di Gheddafi. Mentre in democrazia non riesci mai ad abbattere il potere democratico perchè tutti vogliono andare a fare i dittatorelli
@libertas ma chi è che parla di dittatura illuminata? chi è che contrappone democrazia e dittatura? chi è che illustra i vantaggi di un sistema dittatoriale o anche solo monarchico? Nessuno in tutto l’articolo. Anzi si fa l’opposto si rfiuta di ritenere che fuor di democrazia ci sia solo dittatura, è vero che cita la moarchia, ma non per dire che è quella l’obbiettivo. Infatti rifiutata la riduzione dittatura o democrazia l’indicazione è per una società che dia potere agli individui responsabiizzati, anzichè alle masse.. Io continuo a leggere i tuoi commenti e non capisco, perchè continui a difendere la democrazia dicendo che è meglio della dittatura e della dittatura illuminata? E nonostante il chiaro e pertinente commento di Marte.. boh!
Per l’articolista invece, “la persona libera e responsabile” non è un po’ un’utopia? La maggior parte delle persone non diventerà mai un individuo consapevole, libero, responsabile in tutta la sua vita, resterà superficiale, plagiata, manipolata, indottrinata, schiava e in stato confusionale. Lasciata finalmente libera non si realizzerà, non raggiungerà la felicità, non crescerà in modo creativo e intelligente, sarà semplicemente persa e infelice.
L’articolista afferma, come altri, che la democrazia espliciti una “dittatura della maggioranza”. Peccato che raramente almeno il 50% più 1 esprima una stessa preferenza per un candidato o una serie di soggetti. Il fatto è che se un partito o un candidato ottengono già il 30-35% dei voti della popolazione totale votante viene considerato un incredibile successo.
Io comunque faccio una distinzione tra democrazia e oclocrazia, come il buon vecchio Aristotele. In una democrazia vi è una rappresentanza, seppur minima e ridotta all’osso, comunque proporzionale rispetto alla popolazione totale. Inoltre in democrazia è facile, per l’appunto, cambiare: insomma è una forma di governo che, pur con tutte le sue deficienze strutturali e teoriche, si presta a essere rinnovata. Una dittatura è quasi irreversibile! Il costo in termini anche solo di vite umane per rovesciare un regime dittatoriale è immenso! Quindi siamo seri, e non diciamo cretinate…La democrazia è ovviamente imperfetta, ma dire che a essa è preferibile una monarchia assoluta o aristocratica è come dire che è meglio avere un cancro invece che una febbre.
Consiglio inoltre all’articolista e a chiunque preferisca la dittatura alla democrazia, considerando addirittura “burlesca” la loro comparazione, di recarsi in Corea del Nord. Di sicuro troveranno la permanenza in quel paradiso sociale gradevole e rilassante. E’ evidente che chi pensa che la dittatura sia meglio della democrazia ha tempo e spazio liberi per farlo. In una dittatura non ce l’avrebbe.
Ma che roba!…
Interessante vedere come nonostante in tutto l’articolo si dica che chi oppone l’idea della democrazia solo a quella della dittatura, come se fossero le uniche due possibilità , deve essere ridicolizzato o trattato da ignorante, c’è gente che riesce a avere la faccia tosta di commentare sostenendo che si deve essere per la democrazia, pechè la dittatura è peggio.
C’è da arrossire in sua vece.
Marte, ti ringrazio infinitamente per il tuo commento.
Dovere :)
Caro Marte. Evidentemente, come dimostra il tuo nick, sei un tipo che tende a vagare un po’ troppo con la mente e a non rimanere con i piedi per Terra. Come avrai letto dal mio commento, programmaticamente ironico, io non forzo nessuno a essere per la democrazia. Se uno vuole la dittatura, può naturalmente cercarla nel presente o realizzarla nel futuro. Purché non la imponga a chi non la vuole, sia chiaro…Dal momento che, attualmente, lo Stato che più incarna l’ideale della Dittatura contro la Democrazia è, credo senza sbagliarmi troppo, la Corea del Nord, io gli consigliavo di farsi un giro da quelle parti. Ma ci sono tante altre dittature.
A titolo di cronaca, io sono un liberale. Anche se non mi piace vedermi affibbiate certe “etichette”. Sono quindi sostanzialmente contro lo Stato, contro il Governo e dunque contro ogni forma di coercizione. Purtuttavia, amo anche vedere le cose per quello che sono e capire come usare al meglio quello che offre la realtà concreta. Secondo me, stare a discutere dei vantaggi che offre la dittatura rispetto alla democrazia è il segno tipico di chi ha tempo da perdere dietro questi vaneggiamenti.
Sei un liberale? Questo mi spiace, perchè significa che anche tra chi ha la mente già impostata su pensieri liberali non riesce a uscire dalla visione “democrazia contro dittatura”, figuriamoci gli altri…
Per la cronaca l’articolo non sta “a discutere dei vantaggi che offre la dittatura rispetto alla democrazia”, ma appunto dice che NON è vero che “tutto ciò che NON è democrazia , è dittatura”.
Il punto fondamentale credo che sia semplicemente che anche la democrazia è troppo dittatoriale per un libertario , perchè anche se la maggioranza decidesse di spogliarti di tutti i tuoi beni e cacciarti di casa senza alcun giusto motivo, non sarebbe giusto, e non avrebbero diritto di farlo , nemmeno col 99.9999% dei consensi.
Arrivederci.
Concordo con la risposta del De Bellis