Dell’interazione delle persone.
L’economia ha evidenziato che per la prosperità umana non basta la produzione, ma è indispensabile anche lo scambio. La divisione del lavoro e lo scambio producono vantaggi enormi ai soggetti, aumentando la produttività e il livello di vita. A e B possono specializzarsi e concludere scambi reciprocamente vantaggiosi anche se uno dei due è superiore all’altro in entrambi i prodotti; ad un soggetto conviene specializzarsi nella produzione in cui è relativamente più abile (teoria dei costi comparati).
Con lo scambio vengono trasferiti diritti di proprietà. Essenziale è lo sviluppo di un mezzo di scambio (denaro). Gli scambi sono sia “orizzontali”, cioè di beni di consumo, sia “verticali”, cioé nella catena produttiva che va dai fattori produttivi ai prodotti.
In definitiva, ogni proprietà sul libero mercato si riduce a:
1) proprietà di ciascuno del proprio corpo e del proprio lavoro;
2) proprietà da parte di ciascuno della terra che trova inutilizzata e che trasforma con il proprio lavoro;
3) scambio dei prodotti di questa mescolanza di 1) e 2) con gli analoghi prodotti delle altre persone presenti sul mercato.
Anche il lavoro è una merce, che viene volontariamente scambiata con altri beni e servizi.
La società degli scambi liberi e volontari ora descritta si fonda sui dati naturali della vita dell’uomo: il possesso della propria persona, del proprio lavoro e delle risorse naturali che scopre e trasforma.
Il regime di pura libertà – la società libertaria – è una società nella quale nessun titolo di proprietà viene “distribuito” da chi non ne è titolare; una società, in breve, in cui nessuno può molestare o violare la proprietà di un uomo, della sua stessa persona o di beni, o interferire con essa. Questo significa che la libertà assoluta può essere goduta non soltanto da un Crusoe isolato, ma anche da qualunque membro della società, per quanto possa essere complessa o avanzata. Non è necessario che la perdita della libertà sia il prezzo che dobbiamo pagare per l’avvento della civiltà.
Non è libertà quella di aggredire un altro: questo è potere, non libertà. La libertà è assenza di violazione della persona o della proprietà di un uomo da parte di un altro.
Se cerchiamo di stabilire un’etica umana (nel nostro, quel sottoinsieme dell’etica che si occupa del ruolo della violenza tra gli uomini), per essere valida la teoria deve essere vera per tutti gli uomini, quale che sia la loro posizione nel tempo e nello spazio, dunque in qualsiasi momento e in ogni luogo. L’etica giusnaturalistica prende posto tra le leggi fisiche, ossia tra le leggi “scientifiche” naturali.
La società libera è l’unica che possa applicare le stesse regole fondamentali a ciascun uomo, a prescindere dal luogo o dal momento. Infatti, se esiste un dominio coercitivo di una persona o di un gruppo su un altro, allora è impossibile applicare a tutti la stessa regola.
*Tratto dal libro “L’etica della libertà”, ed. Liberilibri
inutilizzati non basta, senza diritti di proprietà annessi! Altrimenti, varrebbero le occupazioni di uno stabile inusato, il che non è accettabile, è aggressione.
“2) proprietà da parte di ciascuno della terra che trova inutilizzata e che trasforma con il proprio lavoro”
la traduzione è esatta così?
cioè giustifica l’occupazione dei mezzi di produzione inutilizzati?
si homesteading
Carissimi Amici ,
voglio fare “outing”…………..io Murray…………..Lo amo profondamente !!!!
Un caro saluto
Carlo Maggi