Miglio era troppo scomodo per Bossi. Il “capo” della Lega Nord non ammetteva che il professore comasco fosse più amato di lui dalle folle di Pontida. Così, alla prima occasione utile, il prufesur venne scaricato e il senatur lo apostrofà in questo modo: «“Me ne fotto delle minchiate di Miglio”, “Arteriosclerotico, traditore”. E ancora alla domanda : “Gianfranco Miglio è l’ideologo della Lega?”. Bossi rispose: “Ideologo? No, un panchinaro”. Concludendo con un vero elogio: “Miglio è una scoreggia nello spazio”».
Oggi, una Lega in chiara difficoltà sta cercando di recuperare la figura dello studioso che legittimò sia il federalismo che la secessione. Un’operazione sporca, troppo interessata per non puzzare di bruciato.
Per questo motivo, a Bergamo, l’8 ottobre prossimo si terrà un convegno intitolato “Ricominciare da Miglio, l’attualità degli insegnamenti del professore nella crisi dello Stato italiano, a dieci anni dalla sua scomparsa”.
Ne parleranno alcuni collaboratori e allievi:
-Franco di braccio, presidente dell’Associazione federalista intitolata al professore, che intitolerà il suo intervento “Miglio per la libertà, giù le mani dal professore”;
Alessandro Vitale, allievo di Miglio e docente all’Università statale di Milano, che parlerà di “Obbligo contrattuale e obbligazione politica”;
Gilberto Oneto, direttore editoriale dei Quaderni padani, che discuterà di Miglio e di identità padana”
Marco Bassani, anch’egli professore all’Università statale di Milano e allievo del professore, che toccherà un temo caro agli indipendentisti: “Miglio e il parassitismo politico”.
Il dibattto sarà moderato da Leonardo Facco, editore e giornalista, nonché autore del libro inchiesta “Umberto Magno”, la vera storia di Bossi.
L’appuntamento è per sabato 8 ottobre, alle ore 9.30, presso la sala meeting dell’Hotel Cristallo Palace in via Betty Ambiveri, 35 a Bergamo.
Chi Miglio non ha mai smesso di studiarlo e ricordarlo avrà modo di riscoprire tutto ciò che Bossi e la sua banda di romanofili hanno dimenticato e abiurato.
MI HA SCRITO BABBINI: “nel 1994 ero autista di bossi sapendo delle difficoltà del prof. Miglio per recarsi a Roma chiesi a bossi se potevo dargli una mano.Non mi disse di no ma capii che era un po geloso.Per sei mesi fui impegnato con il professore,in questo periodo,durante il tragitto Como… Linate e viceversa ebbi modo di valutare la differenza delle conoscenze tra i due personaggi. Uno, il professore ,diceva cose nuove, Bossi cose che aveva letto! Ritengo che per il movimento e per il paese fosse meglio perdere Bossi anziche il Professor MIGLIO!!”
da lavoratore autonomo isolano e indipendentista, mi interessa sopratutto: “Miglio e il parassitismo politico”.
concordo con te
Ci sarò.
Ci vediamo là