Leggo sul Corriere della Sera online: “Il cardinale Bagnasco, presidente della Conferenza episcopale italiana si è lasciato andare a un commento sul problema dell’evasione fiscale nel Paese. «Sono cifre impressionanti», ha detto, ricordando il dovere di tutti a contribuire attraverso le tasse alla vita pubblica e sociale. «La chiesa e i pastori, – ha aggiunto – non devono porsi dentro le questioni tecniche, ma rimanere a quel livello di richiamo spirituale ed etico che fa parte della nostra missione, e far appello alla coscienza di ciascuno perchè anche questo dovere possa essere assolto da tutti, non senza però rivedere gli stili di vita»”.
Da che pulpito! Ora, non voglio entrare nel merito delle agevolazioni fiscali che godono gli edifici ecclesiastici, non voglio neppure discutere di quel generoso 8 per mille che riceve la Chiesa a babbo morto via Stato, non voglio stare a piluccare sul Concordato o su chissà quali altri finanziamenti statali, niente di tutto questo. Voglio semplicemente ricordare a sua eminenza cosa la Chiesa cattolica ha sostenuto per anni in merito alle tasse.
Quando Romano Prodi, sodale di Tommaso Padoa Schioppa, ebbe a chiedere addirittura alla Chiesa di mettere una buona parola, affinché gli evasori venissero isolati, Alberto Mingardi su “Libero Mercato” scrisse: «Prima del catto-comunismo da cui Prodi comprensibilmente si aspetta solidarietà, ci sono risposte diverse, un po’ meno inclini a farsi piegare a bastone da abbattere sul capo degli evasori. Per Juan de Mariana, autore di un magistrale trattato sulla moneta, “la nostra principale e maggiore preoccupazione deve essere… di proporzionare le spese alle ricchezze e potenzialità dei singoli e che i tributi si relazionino alla necessità delle spese”. Il sovrano può tentare sì di riempire le casse dell’erario, ma “senza strappare un gemito o un lamento dai sudditi”. Per Pedro Fernández de Navarrete, “le tasse alte hanno originato povertà. Temendo continuamente gli esattori delle tasse, gli agricoltori per evitare le vessazioni, preferiscono abbandonare la loro terra. Il solo paese piacevole è quello in cui nessuno teme gli esattori”».
Tirannia, imposizione, vessazione sono i topoi negativi messi al centro del mirino da tutti quegli studiosi iberici che intuirono, centinaia di anni fa, l’illiberalità dell’oppressione fiscale.
Pedro de Navarra sosteneva che “le tasse possono essere tiranniche, non solo nel caso in cui chi le impone non ha la facoltà legale di farlo, ma anche se una persona viene tassata più di altre o se i fondi delle tasse vengono usati per un motivo personale o nell’interesse del principe invece che per il bene comune. In casi di estrema necessità, il popolo non è, in coscienza, obbligato a pagare”. Questo vorremmo sentire in un’omelia – nel solco di una tradizione che, al di là della Scuola di Salamanca e poi di Mariana, è stata da noi quella di un beato liberista, il quale anche oggi, in una predica, ricorderebbe guardando in faccia i tassatori che “l’assolutismo consiste principalmente nel comandare alla borsa degli altri”. Costui era Antonio Rosmini.
Pio XI, nella Quadragesimo Anno, ebbe a dire: “Come non è lecito togliere agli individui ciò che essi possono compiere con le forze e con l’industria propria per affidarlo alla comunità, così è ingiusto rimettere a una maggiore e più alta società quello che dalle minori e inferiori libere comunità si può fare. Ne deriverebbe un grave danno e uno sconvolgimento del retto ordine della società”.
In verità, i tassatori hanno cercato più volte di scomodare la Chiesa per ottenere il massimo del servilismo popolare, ma «nel proprio ruolo di esattore – ha vergato Carlo Zucchi su ‘La Voce di Romagna’ – la Chiesa di un tempo si è sempre limitata ad esigere la decima e poco altro, e ha sempre difeso la proprietà privata come strumento di responsabilizzazione della persona. Non è del resto un caso che la deriva positivista e collettivista dell’era moderna e contemporanea, che ha condotto a prelievi fiscali elevati come non mai, abbia sovente ricevuto la condanna della Chiesa. Perciò, i cattolici adulti di oggi continuino pure a consumare le loro nefandezze. Ma non pretendano l’avallo del pulpito».
Vade retro… Bagnasco!
Errore, il commento con la richiesta di spiegazioni era indirizzato a Nicola mentre considero Andrea uno dei non liberisti che si infila nel sito: cosa non si fa per l’educazione !
Io devo essere un po’ tonto, sta di fatto che faccio fatica a capire, tu Andrea affermi di pagare il 50 % ed io vorrei capire come questo 50 ti salta fuori. Io, e tutti, paghiamo una miriade di imposte, congegnate appositamente per rendercene arduo il conteggio. Ci sono le dirette, le indirette, le sanzioni che regolarmente ci vengono comminate, e poi quelle indolori che sono fatte ad altri (assicurazioni, petrolieri, …) affinché le recuperino poi su quel che ci fanno pagare. Serve per l’ambiente ? Ma poi paghiamo “a piè di lista” l’asporto rifiuti all’azienda consortile dove la casta infila gli amici, la revisione periodica dell’auto e della caldaietta a gas, … Serve per la previdenza sociale ? Ma poi la pensione (per noi, non per la casta) slitta sempre più avanti in modo non serva erogarla. Serve per la sanità ? Poi, non so come, il prezzo delle stesse medicine è maggiore che all’estero e su questo paghiamo il tiket e se abbiamo bisogno di una visita specialistica o un qualche analisi, le facciamo privatamente per non aspettare tempi biblici. Dobbiamo (dovremmo) pagare annualmente solo per possedere un video … Sono per me tutte tasse che diamo a dei ladroni che si intrufolano nel sito a pontificare. Ecco, se ho sbagliato è per difetto, ma tu spiegami di questo 50 %.
La proprietà e un diritto naturale? dove stà scritta questa affermazione?… il non pagare le tasse ma poi pretendere di usufruire dei servizi statali è un crimine!! i bastardi che non pagano le tasse però usano le strade per spostarsi e viaggiare sono degli sporchi approfittatori! e magari si lamentano anche perchè ci sono le buche e rovinano le ruote delle loro super auto di lusso!!
Vigliacchi che dichiarano 7000 euro di guadagno all’anno ed hanno ville auto e barche!!
gli evasori sono parassiti della società! e come tali andrebbero eliminati! quando vengono scoperti gli si deve confiscare tutto! e ridistribuirlo agli altri che hanno pagato le tasse al loro posto!!
Per questi parassiti c’è bisogno di un vero comunismo!!!!!
Si era capito, caro Marino, che eri un comunista. Il M.L. difende gli evasori non perchè questi usufruiscono dei servizi pagati dagli altri, ma perchè si deve essere liberi di trattenere il frutto del proprio lavoro e scegliere il fornitore del servizio che più gli aggrada. Ciò porterebbe ad un abassamento del costo di certi servizi (a vantaggio dei poveri che tu dici di difendere, invece proteggi solo i monopolisti e i ricchi) e un generale miglioramento degli stessi. Se poi uno haq più soldi di me ed ha una macchina più grande della mia, a me non interessa proprio niente: io non provo nessuna invidia!!!
In realtà un welfare gestito correttamente, dovrebbe andare a vantaggio soprattutto delle classi meno abbienti, e concentrare gli investimenti soprattutto per accorciare il gap di opportunità tra ricchi, classe intermedia, e poveri. Privatizzando tutto, a livello di sistema scolastico, ad esempio, succederebbe che i super ricchi avrebbero il privilegio di frequentare scuole elitarie(con rette altissime), la classe intermedia, si dovrebbe accontentare di una formazione mediocre, e i veri poveri(i cui genitori non hanno un centesimo, e magari sono ricchi solo di debiti), è già tanto se riuscirebbero a frequentare una scuola che si limitasse ad alfabetizzare a un livello minimo…anche i poveri più intelligenti, l’università, o scuole superiori decenti, se le sognerebbero!
Per i poveri, e classi intermedie, sarebbe molto meglio modificare la distribuzione della spesa pubblica, e spostarla sulla spesa sociale(non tutta la spesa pubblica è sociale, per esempio le spese militari, ma potrei fare anche tanti altri esempi, non lo sono). Solo per ricconi tipo Berlusconi, e De Benedetti, la privatizzazione totale di tutti i servizi, sarebbe una pacchia, e non comporterebbe nessun problema e nessuna rinuncia!
vedo che una mentalità è dura a morire. Le scuole supe elitarie esistono già e vi accedono i più ricchi. Embè cosa ti interessa a te? Non è detto che da quella scuola vengono poi fuori dei super dotati. Per fortuna l’inteklligenza, la perseveranza e l’impegno a studiare non sono qualità solo dei più ricchi, quindi queste scuole non mi fanno paura. CDomincino i più poveri a richiedere stipendi più alti e un abassamento delle tasse quasi totale. Avrebbero più soldi in busta paga e, senza tanta IVA e accise potrebbero mettere via soldi per favorire la creazione di scuole che insegnino le cose che a loro più aggradano. Trattenendosi quasi tutto il frutto del loro lavoro, eviterebbero di finanziare le guerrre e le opere pubbliche inutili e di mantere clientele e fanulloni di tutte le risme. E’ un luogo comune pensare che senza welfare monopolistico statale i poverii non ce kla farebbero. Certo non si deve solo eliminare il welfare ma contestualmente bisognerebbe eliminare le tasse e cominciare a diventare più responsabili della propria esistenza…. e credimi che la stragarande maggioranza delle persone sono responsabili della propria esistenza se messi nelle condizioni di farlo
Come ha già fatto notare qualcun altro,tra i primi parassiti dello stato, ed evasori fiscali DI FATTO, ci sono proprio i preti cattolici, e la Chiesa tutta, che magna un casino di soldi pubblici(l’8×1000 è solo un minuscola parte, poi bisognerebbe mettere in conto anche gli innumerevoli finanziamenti diretti, e soprattutto indiretti, delle amministrazioni locali!)
Una manovra finanziaria sensata, potrebbe essere tassare la chiesa come qualsiasi altro privato, e magari confiscargli anche un bel po’ di immobili. Visto che fanno tanto i catto-comunisti col culo degli altri, se lo meriterebbero alla grande(anche perché molti immobili la Chiesa Cattolica, li ha costruiti, acquisiti e ristrutturati a spese dello stato italiano, quindi la confisca non sarebbe un furto, ma semplicemente RESTITUIRE A CESARE QUEL CHE E’ DI CESARE!)
Ma di quali servizi di m***a stiamo parlando ? Lo stato mi trattiene il 50 % in cambio di cosa… sprechi, clientelismi, tangenti, feudi elettorali e privilegi (i loro)… quando senti parlare contro gli evasori o è uno che fa il parassita con i soldi sudati di chi lavora o è un fallito invidioso comunista.
Io penso che il cardinale Bagnasco abbia tutte le qualità ed i diritti per invitare ciascuno a pagare le tasse. La Chiesa non è una multinazionale finanziaria con il vile interesse di fare utili, ed il suo unico oggetto sociale, si fa per dire è l’evangelizzazione dell’umanità.
In un suo libro, il compianto prof. Ricossa riporta un altro altruistico intendimento che penso tutti conoscerete:
“Noi non lavoriamo per il vile interesse: noi lavoriamo unicamente per arricchire gli altri“. A dirlo questa volta sono il gatto e la volpe quando convincono Pinocchio, non a darli in tasse, ma sempicemente a sotterrare i suoi zecchini d’oro per farli fruttare. Pinocchio fu scritto per gli adulti, non per i bambini ed a pilotare il libro in tal senso furono e sono altri gatti e volpi.
Giusto sull’invito del cardinale Bagnasco, vi invito a leggere quello che lasciai ieri sera in coda all’articolo sulla patrimoniale per Montezemolo.
da diversi blog rispondono ricordando ricordando che i più grandi evasori sono loro: non pagano ici, né tasse di alcun genere pur facendo un sacco di soldi con scuole, ospedali etc etc etc
Voi andate oltre e ragionate alla pari, con citazioni dotte. Non si accorgono, questi preti, che i tempi sono cambiati e non hanno più a che fare con un volgo ignorante
A parte che con uno scandalo pedofilia in ballo dovrebbero chiudersi nei conventi e MUTI! Come osano salire ancora sul pulpito?
E’ una sconcezza! Questione di mesi e non troverete più nessuno a cui vendere le indulgenze.