In Economia

DI PAOLO SALVINI

Stamattina ero contento fosse il 17 agosto anche perché finalmente i quotidiani ritornavano in edicola dopo la pausa di ferragosto, e avrei potuto leggere la reazione dei mercati alla manovra messa in piedi in tutta fretta dai nostri governanti, nonché i succulenti commenti dei vari opinionisti…

Uscito dall’edicola cedo subito alla tentazione di ruotare la prima del “sole24ore” e leggere il titolone che campeggia a tutta pagina: “spunta la tassa sui fondi scudati”. Penso che in quel momento mi sia sfuggito un sorriso tra lo stupore e il compiacimento.

Forse e’ meglio chiarire. Non nutro alcun biasimo verso coloro che hanno portato i loro risparmi all’estero. Non credo all’equivalenza: detentore di fondi esteri = evasore. Penso invece che nella maggior parte dei casi i fondi fossero semplici risparmi accumulati in anni di onesto lavoro, trasferiti altrove per costituire una prudente riserva nel caso una qualche burrasca si fosse abbattuta sul nostro paese, o sulla propria attività. Non sono neppure affetto dal morbo che sembra abbia ormai contagiato la gran parte dei miei connazionali, l’invidia sociale, che spesso fa si che i Bersani di turno prendano applausi quando affermano di voler prendere la roba prodotta da alcuni, i soliti “ricchi” (senza capire che la ricchezza e’ costata fatica e impegno), per darla ad altri… spesso gli stessi che si spellano le mani.

Ma allora perchè compiacersi? Perché a suo tempo, quando Tremonti si inventò lo scudo, sostenni che dello stato c’era poco da fidarsi. Che quell’entità’ che basa i propri introiti sulla minaccia di ritorsione violenta (le imposte, lo dice la parola, sono imposte… anche se i “servizi” non li vuoi, con buona pace degli spot anti-evasione) e che poteva unilateralmente decidere da un giorno con l’altro che tu, onesto cittadino lavoratore, gli fossi debitore, poteva benissimo calpestare la parola data… dirti che le promessa di lasciarti in pace consegnando il 5% non vale più, perché lui oggi ha bisogno dei tuoi soldi… e quindi se li prende.

Be’, avrete capito, sembra proprio che lo stato abbia dato un’ennesima dimostrazione di quello che e’…, e abbia probabilmente convinto della cosa anche tutti coloro che a suo tempo si fidarono, che oggi sono senz’altro più anti-statalisti di quanto fossero ieri.

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Showing 11 comments
  • Roberto Porcù

    So che non serve perché mi sono fatto l’idea che i frequentatori di questo sito siano tutte persone sveglie ed attente a quel che succede, ma ho ugualmente piacere di metterlo per iscritto.
    Capitano incidenti automobilistici devastanti per causa di gente ubriaca, drogata, senza patente o che altro.
    Le famiglie delle vittime sono inermi di fronte ad uno stato che è troppo indifferente a quanto accaduto ed il più delle volte rilascia omicidi “in attesa di processo” in quanto giudica non possano reiterare iil reato od alterare le prove.
    Nel recente caso dell’albanese che con un suv ha distrutto una famiglia francese si è comportato nel solito modo, salvo poi ricredersi ed associare il tizio alle patrie galere. Chiediamocene il motivo: c’è stata la protesta diplomatica della Francia. Non la certezza del Diritto, ma la sola ipotesi della sua esistenza è tra “pari”. Diverso è il comportamento del Castello se le vittime sono suoi villici (o servi) o se a prendere le loro difese è un altro Castello. Da pari a pari il Diritto esiste, anche se medioevale.
    Inoltre, chi non lavora nel Castello, è a priori uno schifoso evasore (e provi lui a dimostrare il contrario). Quel tal albanese viaggiava con un suv che io, piccolo imprenditore, non potrei (e non vorrei permettermi): non ho letto da alcuna parte di indagini della GdF, così solerte con gli imprenditori, per appurare la fonte di reddito di quel tale. Penso sia il caso analogo dei controllori sui mezzi pubblici che fanno le multe agli italiani ed il biglietto nemmeno lo chiedono agli zingari “perchè tanto le multe non le pagano”.

  • Roberto Porcù

    Avevo espresso lo stesso pensiero il 13 agosto nel commento a “Elogio dei paradisi fiscali”.
    “Personalmente risi amaramente quando proposero lo scudo fiscale pensando che quelli che erano riusciti a salvare qualche cosa, mai sarebbero tornati indietro, per essere sicuramente inchiappettati da una nuova finanziaria o da un nuovo governo. Poi pare che in molti lo abbiano fatto ed ora si troveranno gabbati. Tutto serve per fare esperienza e consolidare la fiducia che gli imprenditori ripongono nello stato.”
    Come afferma giustamente Zenzero, con lo stato italiano non c’è la certezza del Diritto. Per esserci bisogna essere in una condizione paritetica. Qui c’è un castello, dentro non lavorano e gozzovigliano, fuori i servi lavorano e tirano avanti. Quando nel castello vogliono dell’altro, mandano fuori gli scherani a prenderlo. Il Diritto coi servi, proprio non se lo pongono. Bisogna che i servi vogliano diventare Cittadini ed andar loro a prendere il castello.

  • zenzero

    certezza del diritto? ? ? Ma quando mai quando c’è di mezzo lo Stato?

  • andrea

    d’altra parte basta aver fatto la naja per rendersi conto in definitiva cos’e’ lo stato!

    • Luciano

      Questo è un argomento che utilizzo spesso anche io che la naia l’ho fatta ,tanti ma tanti anni fa,nel 70 per essere precisi.Creo che il germe che via via mi ha fatto essere fortemente critico verso l’istituzione ,abbia avuto origine proprio in quegli anni.

  • Adriano

    Bisogna dire una cosa in tutta onesta’, che lo Stato non può’ rimangiare la propria parola, a questo punto la certezza del diritto e’ una chimera perché’ con lo stesso principio un giorno potrebbe dire che l’ICI sulla prima casa va pagata dal giorno della sua abolizione oppure che le aliquote sul’ IRPEF del 2009/2010 sono aumentate du 2/3 punti percentuali e così’ via . . . La vera vergogna sono i gli evasori, piccoli e grandi, che evidentemente lo Stato non vuole o non sa perseguire.

  • AndreaBo63

    Mai fidarsi dello Stato, è una regola di sopravvivenza.

  • Luciano

    Leggere Paolo è sempre un piacere,perchè tocca con semplicità argomenti anche complicati,che sono poi nella sostanza la ragione,per cui lo “Stato” non è credibile.Tra persone oneste, un accordo lo si ratifica con una stretta di mano,con lo Stato non bastano neppure i contratti ratificati da un notaio,tanto cambia le regole a suo piacere.

    • leonardofaccoeditore

      Concordo, finalmente l’ho convinto a spedirmi gli articoli. Qui penso abbia una platea di lettori non di poco conto.

      • Luciano

        Si Leonardo ,adesso è papà e avrà sicuramente poco tempo,ma spingilo a scrivere perchè è sicuramente importante che lo faccia.

  • leonardofaccoeditore

    SOTTOSCRIVO OGNI PAROLA DI QUESTO BELL’ARTICOLO.

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