“Se oggi ci fossero gli Eurobond non saremmo qui”.
Queste le parole con il quale il ministro Tremonti esordì durante la conferenza stampa di presentazione della manovra finanziaria, che oggi e’ ormai alla quinta o sesta versione, e che non passa giorno che non venga smentita, modificata, integrata. Se non parlassimo dei soldi degli italiani ci sarebbe da ridere nell’osservare la goffaggine con la quale questi apprendisti maneggiano i conti disastrati dello stato cercando di trovare la quadra tra le esigenze di bilancio, di consenso elettorale e le richieste di un mercato sempre più avverso al rischio Italia.
Ogni tassa che si inventano inizia a provocare danni già dal suo annuncio: tassiamo le aziende energetiche (e via che queste prendono batoste in borsa) … no, tassiamo i ricchi (e via che le cassette di sicurezza svizzere vanno a ruba), no aumentiamo l’Iva (oddio, ma cosi deprimiamo i consumi). Allo stesso modo ogni taglio di spesa ipotizzato provoca l’immediata levata di scudi dei beneficiari che non hanno nessuna intenzione di rinunciarvi e che fanno immediato appello ai loro referenti politici. E di veto in veto le pensioni non si toccano, i comuni… neppure, le province si accorpano, poi solo alcune, poi si cancellano tutte … poi, ci scommetto, rimarranno tutte al loro posto.
Tragicomico.
Ma quello su cui vorrei soffermarmi è la frase del super ministro, il quale da ogni pulpito non esita a promuovere gli Eurobond come il toccasana per i bilancio Italiano: essi agirebbero come uno scudo contro la speculazione consentendogli, bontà sua, di astenersi dal dover infilare le mani nelle tasche degli italiani o dal dover tagliare qualche servizio “essenziale”. Probabilmente, visto il vicolo cieco nel quale si trova, se li sogna di notte, e del resto, come non salutare come una buona notizia l’arrivo di soldi freschi garantiti dalla Ue a tassi ridicoli?
Purtroppo, al di là dell’accoglienza piuttosto freddina che gli altri europei (soprattutto quelli virtuosi) hanno riservato all’idea (com’era immaginabile) mi pare invece che siano le motivazioni di Tremonti a costituire la ragione più importante per dire che gli Eurobond sono da evitare.
Infatti se osserviamo l’espansione della spesa e del debito pubblico si può rilevare come essa sia avvenuta non tanto perché i cittadini chiedevano più servizi (e piu’ tasse). Quanto per la facilità con cui lo Stato riusciva a reperire risorse, sia attraverso la tassazione (molti ricorderanno che fine fecero i vari tesoretti), sia attraverso l’indebitamento. Sembrerebbe quasi che la spesa pubblica, nel nostro sistema democratico, viva di vita propria e si espanda (quasi sempre) o si contragga (quasi mai) in funzione delle risorse che lo Stato riesce a racimolare, facendo apparire i politici che decidono di essa come dei burattini che recitano un copione già scritto, che obbedisce ad un disegno più ampio, e che prevede che se lo Stato può avere dei soldi, anche a debito, li spenderà o, per meglio dire, li sperpererà.
Se le cose stanno cosi nessuno ci assicura che con gli Eurobond le cose andranno diversamente. Anzi, è lo stesso Tremonti a comunicarci che se oggi ci fossero gli Eurobond, lui non farebbe nessuna manovra, con ciò confermandosi come l’ennesimo burattino ubbidiente al copione: il risanamento si può rimandare, lo Stato può andare avanti a spendere più di quanto incassa, nuovi sperperi potranno essere finanziati, al prezzo di un futuro disastro, questa volta europeo.
la sintesi dell’articolo porta alla logica conclusione del perche’ la germania NON vuole questi euro(mori)bond!
Eurobond uguale eurotruffa!!!
Eurobond: disintoccare un cocainomane con l’eroina
Ma francamente anche se l’Unione delle Repubbliche Socialiste Europee va a pezzi credo sia solo un bene.
Concordo in pieno. Bravo Stefano.
Ma il “prof” Tremonti scriveva e diceva altro in economia, una volta. Una vera bufala di “economista”. Oggi dice una cosa, ma domani ne pensa un’altra. Il disastro e il fallimento dell’Euro e di Eurolandia è da sperare, perchè solo in tale modo il popolo padano forse (sperem) si sveglierà.
Il popolo padano?Il popolo italiano vorrai dire!!
Purtroppo il popolo “PIRLA” è solo quello Padano.
Gli altri popoli, che vivono la peninisola italica si sanno difendere molto bene da ormai oltre 150 anni, basta leggersi le ultime notizie in merito alle tasse, chi è il popolo di “PIRLA” che le paga.
http://it.finance.yahoo.com/notizie/Fisco-Cgia-Al-Sud-Alto-asca-323442841.html?x=0
l’ultima manovra fiscale? un’altra occasione persa! e le occasioni bisogna saperle prendere al volo. ma mi vengono tanti dubbi sulla volontà di affrontare il problema (d’altronde sono un ingenuo ed idealista, porcaccia miseria!)
Esatto. Tutto quello che ci porta fuori dall’Italia è benvenuto, anche se sarà doloroso.
Concordo anch’io… purtroppo si dovrà constatare che chi ha messo da parte qualche risparmio sottoforma di banconota si troverà con un pugno di… tarme :-(