Una mia amica, ieri, mi ha telefonato arrabbiatissima: “Son stata due giorni a far calcoli su come cosa scegliere per dichiarare quanto incasso dall’appartamentino che affitto e stanotte mi hanno cambiato l’aliquota. Altro che venti percento”!
Nelle parole di Giovanna, così si chiama, c’è il sunto di chi sono i politici. Per un verso dei biscazzieri da taverna malfamata – capaci di cambiare le carte in tavola in qualsiasi momento – per un altro, dei furfanti patentati, come ampiamente dimostrato.
Ieri, siamo venuti a sapere che la “famosa cedolare secca” sugli affitti – prevista al 20% inizialemnte – era solo uno scherzo: “Proprietari di casa e inquilini sono avvisati: con la manovra fresca di approvazione si fanno sentire i primi dolori visto che la cedolare secca sugli affitti, quella annunciata in pompa magna come chissà quale riforma fiscale – salirà dal 21 al 25, 2%”. Capito?
Non è finita cari proprietari di immobili. Quell’associazione a delinquere di stampo parlamentare che arbitrariamente governa le nostre vite, ha deciso anche (sempre grazie a quel genio di Tremonti) di abolire la detrazione IRPEF sulla prima casa a partire dal 2013: “Uno dei provvedimenti contenuti, infatti, è il taglio progressivo alle agevolazioni, deduzioni e detrazioni fiscali, del 5% nel 2013 e del 20% nel 2014. E siccome ora l’Irpef sulla prima casa non si paga grazie ad una esenzione voluta nel 2000 dal governo Amato, ecco che dal 2013 e – più ancora – dal 2014 la protezione si ridurrà progressivamente. Non siamo ad una reintroduzione in toto della tassazione sulla prima casa, ma il 20% della rendita catastale è comunque una “stangatina” da non trascurare”.
Finita qui? Niente affatto! Quando i governanti fingono di darti qualcosa con una mano, sappiate che con l’altra vi deruberanno del doppio. Il continuo taglio dei trasferimenti agli enti locali (a dimostrazione di quanto il federalismo leghista sia solo una pantomima per boccaloni), impone agli stessi enti locali di continuare ad aumentare le tariffe dei propri “servizi”. La Tarsu (tassa raccolta rifiuti insomma) schizza verso l’altro anno dopo anno. Perché? “Quando nel 2008 il governo bloccò le addizionali comunali e gli incrementi dell’Ici lasciò le mani libere ai Municipi per la tassa sull’immondizia. Così sono scattati gli aumenti a mitraglia. Ma non è finita, stretti dai tagli di Tremonti, i Comuni stanno nuovamente mettendo mano alla famigerata Tarsu”.
Se non diminuiscono le spese inutili dell’apparato, gli aguzzini territoriali non possono far altro che aumentare le tasse, come accaduto per l’aumento dell’IRPEF sulle assicurazioni auto (una quarantina di province le hanno già adottate) e per il “trapasso di proprietà delle autovetture”.
Murray N. Rothbard ci ha insegnato che “lo Stato è la più vasta e più importante organizzazione criminale di tutti i tempi, più efficiente di qualsiasi mafia della Storia”. Lo Stato è infatti non è altro che un’organizzazione composta da uomini e da donne che hanno concordato tra loro di farsi chiamare in questo modo allo scopo di esercitare il monopolio legale della violenza e dell’estorsione dei fondi.
Avete ancora bisogno di prove?
Vedo che oltre al trafiletto che ho postato ieri non è stato detto altro sulla faccenda dell’antrace.
Che vogliano tenere la cosa più taciuta possibile?
Forse hanno paura che la gente segua l’esempio.
E ora mi chiedo perché dei sassi dai cavalcavia hanno detto di tutto pubblicando di tutto, anche se c’era il pericolo di emulazione. Poi, in effetti, verificatasi.
Un’altra cosa: ieri sera stavo facendo una camminata nei paraggi di casa mia, e mi sono imbattuto in un furgone con uno strano “cartello” adesivo all’interno del vetro posteriore.
L’adesivo diceva all’incirca “veicolo sottoposto a sequestro giudiziario”.
Questo ha fatto nascere in me una curiosità: ma le ganasce e i sequestri per motivi fiscali come sono messi? Sono aumentati? Dove li trovo?
E, poi, i cretini che ci amministrano non si rendono conto che ci stanno strangolando?
Poco fa mi è giunta notizia, da parte di una mia conoscente, che in provincia di Vicenza in una sede dell’Agenzia delle Entrate sono arrivati tutti: Carabinieri, Polizia, Guardia di Finanza, Vigili del Fuoco, Marina Militare, Paracadutisti e zio Paperino.
In pratica è scoppiato l’allarma antrace. Non sto scherzando, ecco il link
http://www.ilgiornaledivicenza.it/stories/Home/273756_arzignano_polvere_nella_bustae_allarme_allagenzia_delle_entrate/
Che la gente cominci ad averne le balle piene? Cosa aspetta quel tanghero di Tremonti per alleggerirci il carico, che venga una guerra civile? Gli Italiani sono sempre stati propensi al mugugno, ma poi hanno sempre pagato, se questa volta le cose andassero diversamente?
In fin dei conti è bello vedere i signori che danno ogni anno un giro di vite, a noi, ma quando si tratta dei loro privilegi guai a chi li tocca!
guai a chi li tocca, ma quando li toccheranno gli faranno male!!!
Questa faccenda della cedolare secca sugli affitti che si incrementa del 20 % nel giro di pochi mesi dalla sua introduzione, mi sta rendendo un bel po’ nervoso. Non tanto per l’ulteriore prelievo imposto, perché, come vostro regolare lettore, so bene che lo stato è ladro nel senso letterale del termine. E quindi per mestiere deve rubare. So anche che noi siamo solo dei sudditi che non hanno potere e devono solo subire la dittatura della maggioranza. Ma è il modo strafottente in cui queste imposizioni vengono estorte che le rende inaccettabili per qualsiasi uomo d’onore. Prima di aderire alla cedolare secca ho dovuto calcolarne la convenienza (e non è stato facile, anche con l’aiuto del commercialista), poi ho dovuto, per registrare i contratti, subire le angherie della locale agenzia delle entrate che modificava di giorno in giorno le sue richieste in conformità con le sue contraddittorie circolari (la storia sarebbe lunga, ma non voglio annoiarvi e non voglio innervosirmi oltre). Ed ora, dopo solo tre mesi, cambiano i termini della questione. Se lo stato, gettando la spada sulle sue bilance false, urla il suo “Vae victis”. Allora sia Leonardo Facco il nostro Furio Camillo e si combatta! Si combatta con intelligenza e con onore. Basta scrivere letterine arrabbiate sui blog. Da parte mia, questa è l’ultima.
Mi fa piacere, mi riempie di gioia.
Da molti anni protesto contro questo stato ladrone che cambia le carte in tavola ad ogni finanziaria e di fatto impedisce alle imprese ogni pianificazione degli investimenti. Bene! Adesso anche i proprietari di immobili capiranno cosa vuol dire.
Vi delizio con il mio vecchio articolo de “Lo scienziato scemo”
Questa è la storiella di uno scienziato che prende una pulce, la pone sul tavolo, batte le mani, la pulce salta e lui ne prende nota sul taccuino.
Con una pinzetta, prima le strappa una zampetta, poi la ripone sul tavolo, batte le mani, la pulce salta ancora e lui lo annota sul taccuino.
Ripete ancora queste operazioni, strappando di volta in volta una nuova zampetta, la pulce salta sempre e lui sempre annota.
Quando arriva a strapparle l’ultima, al battito delle mani la pulce non salta, allora scrive che ”privata dell’ultima zampetta la pulce non sente” e conclude la sua ricerca con la documentazione, sperimentata e sempre ripetibile, che la pulce ha nelle zampette l’organo dell’udito.
Avevo già premesso nel titolo che questa è la storiella dello scienziato scemo.
Ma ci sono degli eminenti statisti che ad ogni finanziaria sperimentano l’economia strappando di volta in volta una zampetta alle piccole imprese italiane.
Alle volte con la pinzetta del sociale, altre con quella dell’ecologia, della sicurezza sul lavoro, ….la fantasia è tanta.
Quando sul tavolo dell’economia globale ripongono le piccole imprese, queste saltano, ed essi felici annotano nei taccuini dei grandi telegiornali “che l’economia è in ripresa e che il made in Italy tira sempre”.
Troppo difficile è per loro immaginare che le pulci italiane siano, per disperazione, così caparbie da saltare ugualmente anche se private di parte delle zampette, qui è il sistema Paese, l’aria dell’Italy giuliva che agevola i salti.
Quando, private dell’ultima zampetta, le imprese italiane proprio non saltano più, la deduzione scientifica che ne traggono è: “perché gli imprenditori non hanno fatto quegli investimenti che andavano fatti”.
Senza che mai nessuno osi chiedere con che soldi andavano fatti quei maledetti investimenti, quando il loro Moloc divora tutto e falsa i dati dell’economia imponendo alle aziende bilanci non reali, detti appunto “bilanci fiscali” nei quali sono considerati utili di esercizio tassabili, spese specifiche sostenute per il funzionamento delle aziende.
Questi io li chiamo statisti scemi, che abbiano da offendersi ?
Roberto Porcù