La notizia riporta quanto segue: “Il più fantasioso è stato Roberto Calderoli: ‘Nel nostro programma elettorale c’era la soppressione delle Province inutili, non quella delle inutili Province’. E che gli vuoi dire? Applauso a scena aperta per il gioco di parole che a lui deve essere apparso assai brillante. Gioco di parole che è un riadattamento del Comma 22, quello per cui puoi essere esentato dalle missioni di guerra se sei pazzo, ma, se sei pazzo, non sei allora in grado di chiedere l’esenzione. Era un vecchio film sull’esercito statunitense, ora è la linea di Calderoli, e della Lega, sulla ormai penosa questione se risparmiare o no soldi pubblici abolendo le Province”.
Calderoli, più che un mago delle parole, è un cialtrone ad immagine e somiglianza del suo capo, ma ancor di più è un bugiardo che non ricorda che il programma della Lega, nel 1991, diceva espressamente “Abolizione dell Province”.
La storia dell’abolire le Province – che comporterebbe un risparmio di miliardi di euro – è rispuntata in Parlamento, dove la casta un anno fa disse che se ne potevano eliminare 17 su una novantina, presto calate a sette, quindi a tre e poi… Qualche giorno fa, contro il taglio “generalizzato” si è schierato il Pdl, la Lega e anche il Pd. Prove di “grossa coalizione”, anzi ennesima prova del fatto che di risparmiare i soldi dei contribuenti a spese dei parassiti che popolano le istituzioni non se ne parla proprio. Non tutto il Pd, ma una parte sufficiente a bloccare la proposta, all’insegna di quella politica della “menzogna continua” che da sempre caratterizza i comunisti (che esistono, eccome se esistono!).
Costano due miliardi secondo Tremonti, che vorrebbe usare il taglio per provare a mettere in pista la riforma fiscale risanando il deficit statale. Ma quando si va oltre le ciance, il taglio dei costi della politica diventa la solita chimera, che dimostra che la credibilità della classe politica italiana è pari a zero!
Sarò brutale, ma se fosse per me manderei tutti a fanculo. Mi spiego meglio, io sono per uno stato ultraminimale, in una realtà del genere in cui le sue funzioni sono ridotte quasi a zero, tutti questi inutili livelli che ci ritroviamo non servirebbero a nulla. Allora, io abolirei le regioni, le provincie e anche gli attuali comuni, per sostituirli con un nuovo unico livello che possiamo anche richiamare comune. Per costituire questi nuovi comuni imporrei dei limiti, ad esempio, minimo 50 mila abitanti, e una grandezza minima di 1.000 km2; alla fine verrebbero fuori più o meno 250 comuni. Fatto questo vanno stabilite delle fasce di popolazione a cui corrisponderebbero un numero fisso di consiglieri, ad esempio, <x 30, 35, 40, 45, 50. Di conseguenza i comuni dovrebbero dividere il proprio territorio in tanti collegi/municipi tanti quali sono quelli che gli spetterebbero in base alla sua fascia di popolazione. Per le elezioni del consiglio comunale verrebbe adottato un sistema maggioritario uninominale (io sono per il sistema all' "australiana"), ogni collegio/municipio eleggerebbe un proprio consigliere nel consiglio e il sindaco in comune. Il sindaco e i consiglieri dovrebbero poter essere eletti solo per due legislature e poi a casa (ovviamente senza pensione!!), dovrebbero essere politici "part-time", le sedute si svolgerebbero ogni tot mesi, e lo stipendio dovrebbe essere moooolto basso più un piccolo rimborso spese. E a livello centrale? altro che senati federali o ministeri al nord. Il governo centrale non dovrebbe avere nessun bilancio e di conseguenza non dovrebbe avere il diritto di imporre qualsiasi tipo di tassa (non ci sarebbe più nessun esercito, vari istituti centrali inutili, la cassa depositi e prestiti con tutte le sue controllate, ecc.). Ci sarebbe soltanto un unica camera composta da ciascun sindaco di tutti i comuni, che si riunirebbero ogni "morte di papa" e ogni anno eleggerebbero il loro (e nostro) presidente della repubblica che sarebbe anche capo del governo. Non ci sarebbero più i ministri e i ministeri (ti piace questa Bossi? eh), la politica estera sarebbe basata sul principio di non aggressione (non avendo un complesso militare), l'unica funzione del governo centrale sarebbe quella legislativa, fare delle leggi omogenee per tutto il territorio, soltanto su alcuni temi (e togliere tutte le leggine e leggette inutili). Riassumendo, l'Italia avrebbe un governo centrale quasi nullo, e un unico livello sottostante con bassissimi livelli di spesa, nella giustizia, nella sicurezza e in altre poche cose. Per quanto riguarda la polizia (comunale), anch'essa sarebbe minima se paragonata a quella che abbiamo ora, un numero di poliziotti giusto oscillerebbe fra i 50 e 100 uomini ogni 100 mila abitanti (30-60 mila in totale) a cui affidare anche i compiti degli attuali vigili del fuoco, polizia penitenziaria (in carcere ci deve andare solo chi ha commesso un omicidio) , protezione civile, soccorso alpino e marittimo a cui aggiungerei (verrò tacciato di essere un pazzo) anche i compiti della magistratura (senza i pm che sono inutili) solo agli ufficiali (avranno ovviamente la responsabilità civile per le loro azioni). Questa è la mia concezione di federalismo, non ci può essere federalismo senza una riduzione drastica dei compiti e della spesa dello stato. I comuni avrebbero anche il diritto di secedere tramite un referendum plebiscitario (mi sembra ovvio che ci dovrebbe esserci un quorum e un sì per la secessione per esempio del' 80%+1) se il governo centrale aumenta i suoi poteri e la sua spesa (che deve essere nulla), lo stesso vale per i collegi/municipi, che posso secedere e diventare uno stato indipendente se trovano il proprio comune opprimente nella spesa. Quest'ultima norma non dovrebbe essere fatta ed usata per appagare i sentimenti etno-nazionalistici, ma comunque possono anche ricorrere al referendum (plebiscitario) per i loro scopi per me incomprensibili, in caso di successo gli auguro un bel ma vai a fanculo nazionalista di merda.
Sarò brutale, ma se fosse per me manderei tutti a fanculo. Mi spiego meglio, io sono per uno stato ultraminimale, in una realtà del genere in cui le sue funzioni sono ridotte quasi a zero, tutti questi inutili livelli che ci ritroviamo non servirebbero a nulla. Allora, io abolirei le regioni, le provincie e anche gli attuali comuni, per sostituirli con un nuovo unico livello che possiamo anche richiamare comune. Per costituire questi nuovi comuni imporrei dei limiti, ad esempio, minimo 50 mila abitanti, e una grandezza minima di 1.000 km2; alla fine verrebbero fuori più o meno 250 comuni. Fatto questo vanno stabilite delle fasce di popolazione a cui corrisponderebbero un numero fisso di consiglieri, ad esempio, <x 30, 35, 40, 45, 50. Di conseguenza i comuni dovrebbero dividere il proprio territorio in tanti collegi/municipi tanti quali sono quelli che gli spetterebbero in base alla sua fascia di popolazione. Per le elezioni del consiglio comunale verrebbe adottato un sistema maggioritario uninominale (io sono per il sistema all' "australiana"), ogni collegio/municipio eleggerebbe un proprio consigliere nel consiglio e il sindaco in comune. Il sindaco e i consiglieri dovrebbero poter essere eletti solo per due legislature e poi a casa (ovviamente senza pensione!!), dovrebbero essere politici "part-time", le sedute si svolgerebbero ogni tot mesi, e lo stipendio dovrebbe essere moooolto basso più un piccolo rimborso spese. E a livello centrale? altro che senati federali o ministeri al nord. Il governo centrale non dovrebbe avere nessun bilancio e di conseguenza non dovrebbe avere il diritto di imporre qualsiasi tipo di tassa (non ci sarebbe più nessun esercito, vari istituti centrali inutili, la cassa depositi e prestiti con tutte le sue controllate, ecc.). Ci sarebbe soltanto un unica camera composta da ciascun sindaco di tutti i comuni, che si riunirebbero ogni "morte di papa" e ogni anno eleggerebbero il loro (e nostro) presidente della repubblica che sarebbe anche capo del governo. Non ci sarebbero più i ministri e i ministeri (ti piace questa Bossi? eh), la politica estera sarebbe basata sul principio di non aggressione (non avendo un complesso militare), l'unica funzione del governo centrale sarebbe quella legislativa, fare delle leggi omogenee per tutto il territorio, soltanto su alcuni temi (e togliere tutte le leggine e leggette inutili). Riassumendo, l'Italia avrebbe un governo centrale quasi nullo, e un unico livello sottostante con bassissimi livelli di spesa, nella giustizia, nella sicurezza e in altre poche cose. Per quanto riguarda la polizia (comunale), anch'essa sarebbe minima se paragonata a quella che abbiamo ora, un numero di poliziotti giusto oscillerebbe fra i 50 e 100 uomini ogni 100 mila abitanti (30-60 mila in totale) a cui affidare anche i compiti degli attuali vigili del fuoco, polizia penitenziaria (in carcere ci deve andare solo chi ha commesso un omicidio) , protezione civile, soccorso alpino e marittimo a cui aggiungerei (verrò tacciato di essere un pazzo) anche i compiti della magistratura (senza i pm che sono inutili) solo agli ufficiali (avranno ovviamente la responsabilità civile per le loro azioni). Questa è la mia concezione di federalismo, non ci può essere federalismo senza una riduzione drastica dei compiti e della spesa dello stato. I comuni avrebbero anche il diritto di secedere tramite un referendum plebiscitario (mi sembra ovvio che ci dovrebbe esserci un quorum e un sì per la secessione per esempio del' 80%+1) se il governo centrale aumenta i suoi poteri e la sua spesa (che deve essere nulla), lo stesso vale per i collegi/municipi, che posso secedere e diventare uno stato indipendente se trovano il proprio comune opprimente nella spesa. Quest'ultima norma non dovrebbe essere fatta ed usata per appagare i sentimenti etno-nazionalistici, ma comunque possono anche ricorrere al referendum (plebiscitario) per i loro scopi per me incomprensibili, in caso di successo gli auguro un bel ma vai a fanculo nazionalista di merda.
E’ un problema ovviamente di poltrone e quindi di rendite da posizione, prebende, parassitismo, ecc.. L’obiettivo minimo che ci si dovrebbe porre politicamente, se fossero politici degni di questo nome, sarebbe il taglio di almeno il 50% dei posti pubblici che allo stato attuale sono esuberi ingiustificati e che lo stato non può più permettersi di mantenere. Lo si potrebbe ottenere appunto con l’eliminazione delle province e la loro parziale sostituzione con una riforma delle regioni che ne producesse di minori dimensioni e più ricalcanti motivi storici, culturali ed antropologici, tenendo conto dei localismi identitari ed altre varabili oggettive, seguendo la traccia secolare e collaudat dei Cantoni della Confederazione Svizzera. Il resto è solo fuffa da dare in pasto ai gonzi. In Italia non intendono cambiare nulla fino alla fine, che è ormai prossima, similarmente a quanto sta già avvenendo in Grecia
E’ un problema ovviamente di poltrone e quindi di rendite da posizione, prebende, parassitismo, ecc.. L’obiettivo minimo che ci si dovrebbe porre politicamente, se fossero politici degni di questo nome, sarebbe il taglio di almeno il 50% dei posti pubblici che allo stato attuale sono esuberi ingiustificati e che lo stato non può più permettersi di mantenere. Lo si potrebbe ottenere appunto con l’eliminazione delle province e la loro parziale sostituzione con una riforma delle regioni che ne producesse di minori dimensioni e più ricalcanti motivi storici, culturali ed antropologici, tenendo conto dei localismi identitari ed altre varabili oggettive, seguendo la traccia secolare e collaudat dei Cantoni della Confederazione Svizzera. Il resto è solo fuffa da dare in pasto ai gonzi. In Italia non intendono cambiare nulla fino alla fine, che è ormai prossima, similarmente a quanto sta già avvenendo in Grecia