Il ministro dell’Agricoltura Saverio Romano – non appena nominato – non ha impiegato più di cinque minuti a prendersela con le colture biotech: “Mi impegno ad alzare un muro altissimo per bloccare l’invasione dell’Ogm che sta mettendo in crisi le nostre produzioni”. Un concentrato di corbellerie ovviamente, ma molto politicamente corrette, al punto da avergli garantito una salva di applausi così forte, da far passare in secondo piano le sue strane aderenze politiche.
Ora, dopo che il TAR del Lazio ha ribadito che la norma ad hoc del suo predecessore, Luca Zaia, contro la semina dell’imprenditore Dalla Libera in Friuli e’ stata un atto di puro arbitrio, Romano insiste ad ergersia paladino dell’anti-ogm, invocando la clausola di salvaguardia per l’Italia.
Su altri due argomenti, invece, il suo silenzio è praticamente tombale: la questione delle “quote latte” non pagate da un centinaio di “agricoltori barricaderos” vicini a Bossi (con la conseguenza di far pagare multe salatissime all’Italia) e la faccenda relativa al batterio killer che si aggira per l’Europa.
Se per il primo caso, per ora, stendiamo un velo pietoso (anche se non si può non notare l’accoglienza calorosa che il ministro ha avuto dai leghisti) sul secondo, qualche appunto siamo costretti a farlo.
L’Escherichia Coli è quel battere che ha già stroncato qualche decina di vite in Germania e sta maltrattando un po’ di bambini in Francia. Il tutto ha provocato del panico – per certi versi forse giustificato – ma non ha fatto profferire al ministro parole particolarmente puntute sull’origine del parassita. Il politico palermitano ha semplicemente firmato un decreto per bloccare i prodotti che in terra tedesca hanno combinato un po’ di casino, dai cetrioli ai germogli di soia. Il siciliano, così apprezzato dal suo predecessore Luca Zaia, non s’è stracciato le vesti per puntare il dito contro le coltivazioni “bio” degli ortaggi killer! E con lui, quando non sono stati zitti, anche i suoi amici verdi, così vicini ai prodotti naturali, hanno solo raccontato baggianate. Sul sito Salmone.org – che fa riferimento al professor Roberto De Fez – abbiamo addirittura scoperto che personaggi della bassezza di Roberto Burdese (gran ciambellano di Slowfood), colpiti nel vivo, hanno messo le mani avanti con affermazioni risibili e fantascientifiche: “Imputare al mondo del biologico la responsabilità delle epidemie da E. coli è, nella migliore delle ipotesi, indice di superficialità e ha forti ripercussioni su un settore, quello dell’agricoltura più attenta all’ambiente e alla salute, spesso opera di piccoli e medi imprenditori che mai come oggi sono in difficoltà. Così come sono stati analizzati nel dettaglio i passaggi produttivi del mercato biologico, varrebbe la pena considerare che colonie di E. coli sono comunemente impiegate nei laboratori per clonare frammenti di DNA da inserire all’interno di piante geneticamente modificate. Nuovi ceppi di E. coli evolvono in modo sostanzialmente imprevedibile per mutazione o per trasferimento genico da un batterio a un altro e alcuni possono sviluppare mutazioni pericolose per l’uomo o per gli animali. A priori, dunque, non si può escludere la possibilità che una forma mutata di E. coli compaia durante il processo di produzione di una pianta geneticamente modificata e persista in qualche modo fino a quando il prodotto arriva sul mercato. E allora come mai non si guarda anche in questa direzione? Se non ci sono certezze non ci sono per nessuno”.
Avete letto? Che tutte le notizie – nonché le conferme di più di un addetto ai lavori – sostengano che l’Escherichia Coli proviene dal “meraviglioso mondo del bio”, per gli amici di Saverio non va bene, riuscendo ad inventarsi dei legami con le colture Ogm. Probabilmente, Burdese è uno dei tanti ambientalisti sfuggiti alla legge Basaglia – il che ci sta, soprattutto dopo aver assistito al voto degli ultimi referendum – ma che il Romano di Palermo lasci passare senza colpo ferire certe abnormità è motivo sufficiente per considerare quest’uomo l’ennesimo esempio di persona sbagliata nel posto sbagliato. Sorge una domanda: è possibile che l’opinione pubblica possa essere condizionata da questi impressionanti livelli di ignoranza? Con un ministro così… tutto è possibile!
…cosa pretendavate, che uno venuto da Palermo “e questo fa già pensare….” che non ha nemmeno un briciolo di studi e vicinanza professionale al mondo dell’agricoltura,…ecco, ma pensavate che costui faccesse gli interessi dell’agricoltura? Povera italietta…. bunga bunga, mafia e mandolino….
…cosa pretendavate, che uno venuto da Palermo “e questo fa già pensare….” che non ha nemmeno un briciolo di studi e vicinanza professionale al mondo dell’agricoltura,…ecco, ma pensavate che costui faccesse gli interessi dell’agricoltura? Povera italietta…. bunga bunga, mafia e mandolino….
non c’è limite al peggio, nemmeno dopo zaia ioooo-iooo
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