“A questo punto si cambia strada. Lasciar fare al mercato non basta. Famiglie americane da una parte e Stati periferici europei dall’altra sono da più di tre anni sotto pressione: entrambi debitori subprime… Il mercato finanziario non è in grado di autodisciplinarsi, tantomeno l’economia reale è in grado di adeguarsi automaticamente e in modo istantaneo per raggiungere nuovi livelli di equilibrio. La pressione esercitata dal mercato è talora distruttiva e richiede interventi imposti politicamente.” (G. Salerno Aletta)
In questi anni vi sarà capitato diverse volte di sentire o leggere parole come quelle che ho riportato oggi. Il più delle volte a esprimersi così sono persone che dicono di sostenere il libero mercato; ciò nondimeno, ritengono che vengano (anche) dal mercato i problemi che hanno iniziato a manifestarsi nell’agosto del 2007.
Da un lato si riconosce che le famiglie americane e gli Stati periferici europei sono troppo indebitati; dall’altro si vorrebbe che, pur restando in un’economia di mercato, nessuno di questi fallisse. Si sostiene, quindi, che “la pressione esercitata dal mercato è talora distruttiva e richiede interventi imposti politicamente”. Il che significa negare al mercato la possibilità di funzionare.
Oltretutto, si dice che l’economia di mercato non è in grado di “adeguarsi automaticamente e in modo istantaneo per raggiungere nuovi livelli di equilibrio”. Ma quale equilibrio? Nessuna economia può essere al tempo stesso dinamica e in equilibrio statico (quello spesso rappresentato nei più semplicistici modelli economici). In un libero mercato le forze della concorrenza tendono ad alterare continuamente lo status quo, il che, piaccia o non piaccia, è fondamentale per la tanto citata (spesso a sproposito) e invocata crescita economica.
Ma il problema vero è che spesso si presentano i fatti ante crisi come se il mercato fosse senza regole e la politica fosse del tutto assente. Il che è semplicemente non corrispondente al vero. Né si sono avuti grandi progressi da quando si è intensificata la cantilena secondo la quale è necessario che sia la politica a risolvere i problemi.
Parecchi miliardi di nuovo debito pubblico e stimoli monetari dopo la diffusione a macchia d’olio del mantra neostatalista, vi pare che qualcosa sia migliorato? A me no.