In Italia chi è andato in pensione col sistema “retributivo” (cioè chi adesso ha 60 anni o più) ha ottenuto o sta ottenendo un trattamento pensionistico migliore di qualsiasi altro investimento alternativo privato.
Chi invece in pensione ci andrà col sistema “contributivo” (cioè chi adesso ha 50 anni o meno) otterrà un trattamento pensionistico peggiore di qualsiasi altro investimento alternativo privato.
Le due cose sono collegate. Anzi, qualcuno parla di vera e propria rapina generazionale, perché con i contributi e le tasse di chi adesso lavora e che la pensione la vedrà col lanternino e comunque sarà qualcosa da fame, si finanziano le generose pensioni attualmente in essere.
Di recente la Corte Costituzionale, con la sentenza n. 70/2015 ha stabilito che alcune delle “limature” alle pensioni esistenti, cioè dei mancati aumenti, erano da considerarsi incostituzionali. Nota: fu uno dei primissimi provvedimenti del governo Monti, persona sulla quale non mi esprimo per evitare termini troppo truculenti. Tra i giudici della corte c’è Giuliano Amato, e anche qui stendiamo un pietoso velo.
Insomma, la Costituzione italiana permette e avalla questo scempio di generazioni passate a danno delle generazioni attuali e future. Però se parli con dei 20, 30 o 40enni, l’80% di essi ti dirà che la nostra è la costituzione più bella del mondo.
Molti perchè non sanno di cosa parlano, ne’ di cosa stia succedendo. Alcuni perché sperano, illudendosi alla grande, che a quando saranno vecchi la pensione gliela pagheranno quelli che ancora devono nascere, o magari gli immigrati.
Molti vorrebbero mandare i 50enni in pensione per “liberare posti di lavoro” per i giovani. E’ quello che abbiamo fatto fino ad ora e il risultato è una disoccupazione giovanile al 44%. Nessuno pensa che in questi casi bisognerebbe ribellarsi, come diceva Sandro Pertini, con “mazze e pietre”.
Un pensionato 70enne, ai tempi sessantottino, mi ha spiegato che loro (cioè la loro generazione) ha lottato per avere questi risultati e che noi (i “giovani”) dovremmo fare altrettanto. Gli ho risposto che io non lotterei mai per metterlo in tasca ai miei figli e gli ho chiesto se era consapevole di ciò che avevano combinato. Mi ha offeso ripetutamente.
Da qui ho tratto alcuni spunti di riflessione.
a) Aveva ragione Frederic Bastiat, nel 1848, a dire che “Lo Stato è quella grande illusione attraverso cui tutti cercano di vivere alle spalle di tutti gli altri”.
b) Che la lotta politica quasi sempre altro non è che un modo attuato da singoli o gruppi organizzati per mettere le mani sul frutto del lavoro altrui. Farlo attraverso la politica e lo Stato è legale e meno pericoloso che assaltando un negozio; ma sempre di rapina si parla.
c) Che Albert Einstein diceva che un popolo potrà essere ignorante e ricco per una generazione. La generazione successiva sarà ignorante e povera.
d) Che la scuola pubblica italiana ha fatto più danni alle menti di molti giovani e meno giovani, di quanti ne abbiano fatti tutte le droghe spacciate nelle discoteche italiane. Però nessuno propone di chiuderla.
Qualcuno mi dirà: ma te che soluzioni proponi? Io qualche idea ce l’avrei, ma non voglio dilungarmi oltre. Intanto sarebbe buono iniziare a capire che abbiamo un problema.
Ottimo articolo, complimenti!
Però, se posso, lo stato, quello con la “esse” maiuscola non è proprio come l’ha descritto il tizio che hai scritto. No! Ovvero, uno stato di una repubblica basata sulla cosiddetta democrazia è proprio questo, ma ne esistono altri più o meno piacenti, dipende dagli interessi delle singole categorie e sopratutto da chi gestisce i denari pubblici (banche, assicurazioni, società finanziarie).
Concordo pienamente che questo stato e quella bella (per alcuni) costituzione è stata fatta sulle rovine fumanti del fascismo e a produrla furono dei criminali ancora con le mani grondanti di sangue. Basta leggere l’art.1 della costituzione per capire quanto sia alto il livello di imbroglio a danno dei cittadini, così come l’altro articolo (art. 39), quello sui diritti sindacali.
Forse il pensionato 70enne voleva fare un discorso di più ampio respiro, ossia che oggi le nuove generazioni non lottano e accettano supinamente le privazioni, quasi come fisiologiche, e stranamente percepiscono la normalità come un privilegio.
Molti italiani, diciamo la maggior parte, ignorano che il debito pubblico crescente ed i continui tagli alla spesa pubblica si sono generati perchè “il debito privato delle banche si è trasferito ai governi”, in parole povere la crisi delle banche ha alimentato quella dei debiti sovrani e sta ora estendendo i suoi effetti all’economia reale.
Tutto ciò è dovuto al fatto che gli istituti di credito sono erroneamente considerati fondamentali nel sistema economico e si è deciso di non farli fallire, accontentando:
– lo Stato (il governo di turno!) che non riuscirebbe mai e poi ad assicurare la copertura dei conti correnti,
– i grandi investitori che perderebbero pure le mutande
– i banchieri, che sono a braccetto con la classe politica
L’unico rimasto a cui presentare il conto è il popolo pecora, che subisce in silenzio e preferisce scagliarsi contro la normalità, ossia contro il diritto di avere una pensione decente a partire dai 60 anni e vivere gli ultimi 20 anni di vita in tranquillità.
Crea gravi danni al tessuto sociale il sistema pensionistico statale anche in assenza del trattamento non uguale tra le diverse categorie di pensionati. Scioglie i tradizionali legami di dipendenza tra le generazioni. Nella famiglia unita, autosufficiente e forte lo Stato vede il suo nemico più temibile.
Io no, il quasi lo lascerei. In fondo anche quella dei libertari è lotta politica, attraverso questo sito, le case editrici di riferimento, gli inviti al non voto…
La “loro” lotta politica è invece solo un giuoco delle parti dove chi perde, perde per finta perché qualcosa rimedia sempre. Magari sottobanco.
sul punto b): toglierei il quasi
Una fucina di delinquenti che ha generato tanti deficienti. E tanti ignoranti.
1968, fucina di delinquenti senza scrupoli.
E’ tutto lì.
Io una soluzione la proporrei subito, è quella del punto D. Chiudiamo le scuole pubbliche (basterebbe applicare la legge sulla sicurezza e messa a norma degli impianti) così non avremo più babbei che definiscono la nostra costituzione come la più bella del mondo.